LECCE (di Gavino Coradduzza) – Beh, insomma, diciamocelo senza perifrasi ed anche senza enfatizzare: è un Lecce quadrato, robusto, affidabile e maturo; vedremo più avanti cosa saranno in grado di fare le altre squadre. Il derby è partita emotivamente particolare, ma il Lecce si presenta con le credenziali giuste. Che derby sarà? Sono sufficienti i primi dieci minuti di gara per capire il tipo di partita: il Lecce farà leva sulla indiscussa superiorità tecnica e sulle invenzioni dei propri solisti (a prescindere dalla scelta di Padalino di relegare in panchina Torromino e Pacilli). Gli jonici si dispongono alla contesa con spirito gagliardo e vigoria fisica; questo Taranto, all’apparenza, non dispone di molto altro. Sotto il profilo del palleggio, della capacità di addomesticare la palla in spazi brevi e della proprietà di linguaggio calcistico, la partita risulta fortemente sbilanciata a favore dei giallorossi; è un Taranto molto approssimativo anche nelle esecuzioni più semplici…
Per sbloccare il risultato serve una sventola da una trentina di metri (fotocopia del gol precedente messo a segno dal giovane e talentuoso bulgaro) di Tsonev… Il bulgaro fa vedere d’essere in possesso di un ricco bagaglio tecnico, di qualità; brilla anche e brilla tanto per la sua personalità e per la innata capacità di assumere iniziative ; questo gol ne è ulteriore prova. La partita è vivace, ma non spettacolare; manca un ingrediente decisivo perchè diventi anche bella: l’avversario! Il Taranto continua a balbettare calcio come se leggesse tra le pagine di un sillabario calcistico; è probabile che si tratti di una serata di scarsa vena (per il Taranto sarebbe consolatorio) accentuata dalla disinvoltura di Mancosu&Co. Non è che il Lecce faccia tutto ciò che vuole, ma con sagacia tenta di arrotondare il punteggio e chiudere quindi la partita. La palla giusta capita proprio a Mancosu, qualche metro dentro l’area, smarcato alla grande, ma il suo sinistro esce sfiorando il palo.
Ovviamente in attacco si è visto poco se non le scorribande esterne di Doumbia e l’instancabile correre di Caturano; il reparto difensivo non ha concesso neanche le briciole. Non altrettanto in avvio di ripresa: il Taranto parte di slancio e, su un tiro davvero non irresistibile di Potenza, Gomis prova a fare la frittata: la palla gli sfugge banalmente, sembra superare la linea bianca.















