fondi-lecceLECCE (di Italo Aromolo) – Si possono mettere insieme il mondo del calcio, regno degli sprechi e lusso per eccellenza dei tempi moderni, e quello della ricerca scientifica, sempre alla ricerca di fondi mai bastevoli per stare al passo con il nuovo che avanza? Gli opposti a confronto ai limiti dell’inconciliabile, direbbero in molti. Ma non provate a dirlo in via Don Carlo Gnocchi, civico 3 a Roma, sede della prima Università italiana ad avere un club di calcio nel mondo professionistico e ad aver scommesso su questo binomio tanto improbabile quanto affascinante: l’Unicusano Fondi. L’ateneo romano “Niccolò Cusano“, che nel 2014 ha acquistato il sodalizio rossoblù e ne sta portando avanti il nome come “la squadra della ricerca scientifica italiana” per antonomasia, vuol promuovere un modo di fare calcio nel rispetto della scienza e più in generale della cultura. E già al suo nascere sta ottenendo risultati e una visibilità quantomeno inaspettata.

Gli ultras del Fondi Calcio (fonte web)
Gli ultras del Fondi Calcio (fonte web)

STORIA RECENTE– Squadra fondata nel 1922, in quasi un secolo di storia il Fondi Calcio ha militato in campionati regionali e interregionali fino al 2010, quando la vittoria del campionato di Serie D ha sancito lo storico approdo nel professionismo, in Seconda Divisione. Epopea durata solo tre anni, con la retrocessione del 2013 che ha costretto a ripartire dalla serie ma con una nuova proprietà, quella dell’Unicusano. La politica improntata alla ricerca scientifica, i nuovi capitali iniettati e un progetto fortemente ambizioso non sono però bastati a convincere il gruppo storico di ultras fondani, mai identificatisi nella nuova proprietà a tal punto da disconoscerla: “La verità è che dal 13 Novembre 2014 Fondi non ha più una sua Squadra di Calcio – scrivono in un recente comunicato gli Old Fans Fondi – la Unicusano è una società che, per quanto ci riguarda, non rappresenta assolutamente la Città e non gode in alcun modo del sostegno del movimento ultras fondano. Dopo aver duramente contestato il cambio di denominazione e lo “stupro” dello stemma della Squadra di Calcio, fondata nel 1922, la tifoseria organizzata ha deciso di non seguire le sorti di quella che non riconosce come la propria Squadra del Cuore”. Al primo anno targato Unicusano, il Fondi ha raggiunto il quinto posto in Serie D e, vincendo i play-off, si è garantito il ripescaggio in Lega Pro, ulteriormente legittimato dalla vittoria della Coppa Italia di Serie D. Un successo che per il fondatore dell’ateneo, nonché patron della squadra, Stefano Bandecchi, è solo il punto di partenza: “La ricerca scientifica ha bisogno di un palco con tanti spettatori e in questo modo i nostri scopi avranno maggiore visibilità: il nostro obiettivo è andare in Serie B nel giro di due anni e raggiungere la Serie A al massimo in cinque anni”.

pochesci
Sandro Pochesci

ROSA, CLASSIFICA E ULTIME Proclami del genere non potevano non avere riscontri fattuali sul campo e in campagna acquisti. E il Fondi versione 2016/’17 non si è fatto mancare nulla su nessuno dei due fronti: da un lato una rosa allestita in estate effettivamente per competere per i play-off, con nomi del calibro dell’ex bomber del Cosenza Elio Calderini, l’ex attaccante di Bari e Matera Diego Albadoro, il difensore dell’ultimo Benevento promosso in Serie B, Tiziano Mucciante, e il fantasista Francesco Bombagi, un passato tra Juve Stabia e Catania. Dall’altro un inizio di campionato decisamente positivo, se non eccellente, e che ha visto vittime illustri come la Reggina (3-1) e il Taranto (2-0): il Fondi occupa il settimo posto in classifica con 15 punti (16 senza il punto di penalizzazione), conquistati per due terzi tra le mura amiche del “Domenico Purificato” dove è stata fermata sul pari anche l’attuale capolista Juve Stabia (2-2). Mister Sandro Pochesci, in sella dal 2014, ha trovato nel 4-3-3 il modulo adatto per una squadra a cui non mancano numeri e personalità: i rossoblù hanno il quinto miglior attacco del torneo con ben 16 gol realizzati, ma vantano anche un curioso record disciplinare con le 5 espulsioni contro (in 11 partite) che la fanno la squadra più “cattiva” dei campionati professionistici italiani.

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