LECCE (di Daniela D’Anna) – La competizione nello sport è la conditio sine qua non per il successo degli agonisti e non solo. Tratteggia il cammino alle stelle, le cosiddette star che brillano nel firmamento sportivo. Dire che c’è competizione anche nelle partite “amichevoli”, appare una contraddizione in termini, ma non è così; il significato intrinseco del vocabolo competizione significa in sostanza che vi è tensione nel perseguire un obiettivo per cui un individuo “preme” su altri individui. Ma accade anche che i vincitori sul campo da gioco non lo siano anche in altre aree: sociale, affettiva, professionale.
Come sostiene Stephen Covey ne “I sette pilastri del successo” la così definita vittoria privata (quella che si gioca nel campetto di casa) è la base da cui si parte per una vittoria sugli altri fronti che inevitabilmente si ripercuote nella sfera pubblica in correlati di autostima. La prima competizione è quella col proprio sé che ha luogo nel setting, prendendo in prestito il termine alla psicologia clinica, dove sta a rappresentare l’assetto della situazione terapeutica. In realtà, nello sfondo vi è un sistema scopistico, ossia di obiettivi sovra-determinati. Ciò vuol dire che vi siano obiettivi strutturati come una piramide che si dividono in oggettivi e soggettivi e in altri aventi diversi valori semantici. I primi consistono nella vittoria di un dato numero di gare. A questi seguono i soggettivi che consistono nel divertimento puro che lo sportivo esperimenta nella competizione. Vi sono poi obiettivi realistici quando si considera che si è sicuri di poter raggiungere i goal. Per terminare con i strategici che sono quelli da stabilire con il gruppo (es. giocare durante la stagione).
Vi è ancora la situazione in cui la competizione è tale laddove la vittoria è l’unico obiettivo che conta veramente. Lo sport in primis apre variegati scenari competitivi. Il livello di competitività è molto elevato negli sportivi professionisti ai quali sono richieste scariche di adrenalina e placebo. Poiché lo sport professionistico è uno dei mondi in cui “per essere qualcuno devi vincere”, ciò significa che è essenziale anche la competitività per imporsi agli altri. In ultima analisi, al contrario di come recita il detto, l’importante è vincere non solo partecipare…