Lecce-Leicester: lo scambio di magliette tra tifosi
Lecce-Leicester: lo scambio di magliette tra tifosi

LECCE (di Italo Aromolo) – Ovunque in questi giorni, per commentare la vittoria del Leicester, si è parlato di metafore di vita, valori universali e significati filosofici che la vicenda della squadra di Ranieri dovrebbe insegnare; io vorrei partire dalla storia di una semplice amicizia che ha reso Lecce e Leicester, così lontane sulla carta geografica, così vicine nel mondo del pallone. Conosco Adam Kuhivchak, ragazzo inglese tifosissimo delle Foxes, ormai da diversi anni e la simpatia per i rispettivi club ha sempre caratterizzato il nostro rapporto: sono stato a Leicester un paio di volte e tornato con l’omaggio di questa maglietta (foto a lato), quando ancora la squadra inglese giocava nell’equivalente Serie C italiana e, forse, tra i tifosi giallorossi ero l’unico a conoscere il piccolo club della contea di Leicestershire. Adam è stato a Lecce nel 2011 ed è rimasto affascinato dalla formazione e dalla tifoseria giallorossa: accadde dopo averlo portato al “Via del Mare” a vedere Lecce-Cagliari (3-3) ed averlo ricambiato con una maglietta dell’allora bomber Daniele Corvia, maglietta che ancora oggi conserva e sfoggia nelle partitelle tra amici oltremanica.

Dopo tanti anni il destino si è capovolto e, mentre noi salentini continuiamo a lottare invano per uscire dalla terza serie, loro hanno visto realizzarsi il sogno di ogni piccolo club: la vittoria dello scudetto. Allora il minimo che abbia potuto fare dopo quanto successo è stato alzare il telefono e sentire cosa avesse da raccontarmi su questa incredibile favola…

Adam Kuhivchak (a sinistra) esponde un drappo con il motto delle Foxes ("Le volpi non mollano mai")
Adam Kuhivchak (a sinistra) espone un drappo con il motto delle Foxes (“Le volpi non mollano mai”)

Adam, che cosa hai provato per questa straordinaria vittoria? Come la avete festeggiata?

Una strana sensazione. Anche se la maggior parte dei fan si aspettava che avremmo vinto il titolo, non sembrava una cosa reale, specialmente perché non avevamo giocato una partita, ma avevamo guardato il match Tottenham-Chelsea. Io ero a casa, a Manchester, con alcuni amici; abbiamo visto il match e bevuto per festeggiare. Ci vorranno un po’ di settimane perché l’intensità di questa emozione si attenui“.

Come è andata? Non solo in campo…

Come detto, ero a Manchester ma è stato impossibile acquistare un biglietto! L’atmosfera tra i fan è di follia al momento, è come se ognuno fosse un ultras, anche le donne anziane. Quando finiscono le partite, i fan del Leicester non vanno a casa, vogliono solo riunirsi e festeggiare“.

Tutte le squadre ora invidiano il vostro grande successo. Quali segreti ci sono dietro questo miracolo?

Ovviamente lo spirito di quadra è molto importante. Abbiamo una squadra ‘star’, più che semplicemente giocatori ‘star’. Abbiamo proprietari che vogliono investire denaro e si fidano dei loro manager. Inoltre, quando Ranieri è arrivato, non ha cambiato molto, ma ha tenuto insieme la squadra, ha fatto solo piccoli aggiustamenti ed ha lasciato crescere lo spirito di squadra. Siamo stati fortunati per il fatto che alcuni grandi club non abbiano realizzato buoni risultati quest’anno, ma penso che il nostro successo sia da ascrivere al fatto che si sia lasciata crescere la squadra. Altrimenti, avrebbe vinto il Tottenham“.

C’è stato un cambiamento nell’atteggiamento verso la squadra tra i tifosi e i cittadini di Leicester in quest’ultimo anno? Quando vi siete accorti che poteva non essere solo un sogno?

Penso che i fan abbiano iniziato a sostenere fortemente questo gruppo dalla fine dello scorso campionato (quando abbiamo vinto 7 partite di fila per evitare la retrocessione). Da allora l’atmosfera nello stadio e il tifo sono cresciuti sempre più. Per quanto riguarda me, il momento in cui ho pensato che ce la potevamo fare veramente è stato quando abbiamo battuto il Manchester City 1-3 a Manchester, perché questa vittoria dimostrava che potevamo battere qualunque squadra, anche una così forte“.

Cosa pensi di Mister Ranieri?

Penso che ogni fan del Leicester ami Claudio; lui è sicuramente il manager più popolare dai tempi di Martin O’Neill. Quel che è importante ricordare è che era molto impopolare quando assunse l’incarico! Pochissime persone pensavano che avrebbe avuto successo. Ovviamente se vinci la Premier League diventi certamente popolare, ma il suo carattere è eccezionale, un uomo degno e umile, rispettato dai fan“.

Cinque anni fa sei stato al “Via del Mare” e hai assistito ad un entusiasmante Lecce-Cagliari 3-3, in cui i giallorossi riuscirono a rimontare due gol negli ultimi secondi di gioco. Quali sono i tuoi ricordi di quella esperienza?

Ho bellissimi ricordi della partita vista a Lecce. Fu una partita incredibile, con il gol di Corvia che ha pareggiato 3-3 all’ultimo minuto; un adulto davanti a me gridava come un bambino. I fan italiani sono così appassionati! Questi sono i miei ricordi dei sostenitori del Lecce: anche quando la squadra non vince, continuano a cantare. Ancora oggi indosso la mia maglietta da gioco Corvia numero 9“.

Cosa puoi dire per incoraggiare i tifosi del Lecce che soffrono da anni in Serie C e sognano una parabola come la vostra?

Otto anni fa, in Gran Bretagna il Leicester era relegato a quella che corrisponde alla Serie C in Italia; erano tempi bui per la squadra. Con il proprietario giusto, il giusto allenatore ed un gruppo di giocatori che lavorano duro, le cose possono cambiare molto velocemente nel calcio. Ora noi siamo i campioni della Premier League, ma ci sono voluti 10 anni per tornare nella massima serie inglese dopo la retrocessione nel 2004.  Tutti quei brutti ricordi rendono la vittoria che abbiamo ottenuto oggi molto più dolce“.

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