LECCE – Dieci anni dopo, lo scandalo-Calciopoli continua a far parlare di sè. Al Corriere dello Sport è intervenuto l’ex arbitro internazionale Paolo Bertini, che lo scorso anno è stato assolto in Cassazione dal reato di associazione a delinquere nell’ambito del sistema di intercettazioni organizzato nel 2006 attorno alla Juventus ed al suo dirigente Luciano Moggi. L’ex fischietto, all’apice della carriera prima di essere sospeso dall’Associazione Italiana Arbitri in seguito alle accuse, ha puntato il dito contro la FIGC e l’AIA: “Sono stato assolto, con la formula più ampia, eppure nessuno si è mai speso. Mi sarei aspettato che l’AIA attendesse le sentenze sportive prima di sospendermi: con me non l’ha fatto, con altri sì. Hanno tirato un rigo: chi era dentro, era dentro, chi era fuori, era fuori. E la Federcalcio? Dopo avermi assolto nella Giustizia sportiva, si è presentata come parte civile contro di me nel processo di Napoli.” L’ex giacchetta nera si esprime poi sul possibile ruolo della Juventus come fulcro di tutto il sistema: “È tutto un paradosso: Calciopoli nasce perché la Juventus e i dirigenti della Juventus dovevano essere il diavolo ed invece l’unica partita diciamo così ‘certificata’, per la quale viene condannato un solo arbitro (De Santis, ndr) è Lecce-Parma, con la quale la Juventus non c’entra nulla. Mah…”
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