gavino coradduzzaLECCE (di Gavino Coradduzza) – E così, giornata dopo giornata, siamo giunti ad un punto del campionato che decreta la quasi inutilità di soffermarsi ad analizzare la prestazione del Lecce a Messina; resta pertanto solo il risultato: un punticino striminzito che si è rischiato anche di regalare all’avversario. Aspettiamo di sapere se, nel posticipo, il Foggia allungherà il passo e di quanto lo allungherà, mentre il Benevento veleggia col vento in poppa e la Casertana (toh, guarda chi si rivede!) alita sulla nuca dei ragazzi di Braglia. Da tre giornate a questa parte il Lecce di Braglia, quello della sontuosa cavalcata,  non sa più coniugare il verbo “vincere”, mentre le avversarie, tutte le avversarie, corrono.

Braglia ha provato a dare una scossa ad una squadra che nei momenti decisivi (è accaduto quattro o cinque volte, ricordate?) si svuota di contenuto sia caratteriale e di personalità che di ossigeno; sì, ossigeno; quella linfa indispensabile che conferisce lucidità alle idee a patto che… le idee non vadano in ferie! Braglia le sta provando tutte; anche lo scudiscio, lasciando a casa chi (secondo lui) non dimostra di seguirlo abbastanza. In verità l’ultima mossa sembra il gioco delle tre carte : questa vince, questa perde e… questa pareggia a stento. E pensare che l’avversario affrontato, il Messina di Raffaele Di Napoli, lamentava, tra infortuni e squalifiche, una decina di assenze. Non si tratta di un particolare di poco conto; basta ricordare che, assenti Abruzzese e Cosenza, non furono pochi, nel commentare la sconfitta casalinga contro il Matera, a chiamare in causa la attenuante della doppia assenza.
Quando le cose non vanno per il verso auspicato, si sa, si cerca di trovare almeno un capro espiatorio. E allora voglio esprimere il mio molto personale pensiero: non mi pare proprio il caso di chiamare in causa eventuali e per me fantasiose responsabilità di questa giovane società che, pur di far uscire il Lecce dal pantano della serie “C”, non ha lesinato niente; ci ha messo volontà, entusiasmo, mezzi e passione; ci ha messo, come si dice, ci ha messo l’anima. Penso che le cause di questo mezzo flop, questa promozione diretta diventata ormai una chimera, vadano ricercate altrove, nello spremere  ad oltranza, per esempio, le residue risorse fisiche (ossigeno) di una pattuglia numericamente ristretta, ma abbondante di età! Ma non soltanto questo, ovviamente! Non ci vuole mica il divino Otelma per svelarci  più di una… concausa!
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