LECCE (di Italo Aromolo) – Pomeriggio soleggiato, maniche corte, vento in faccia e respiro corto: ne abbiamo vissute tante giornate di primavera così, immerse nella paura, tensione o emozione di una partita che può decidere un intero campionato. Quelle partite in cui superi il tornello e tiri un sospiro di sollievo perché “sei dentro”, dopo una settimana di attesa in cui si è scatenata la caccia al biglietto per spingere il Lecce, squadra che mai ha vinto i campionati settimane prima e destinata da sempre a soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima partita, alla vittoria. Quelle partite contro squadre sulla carta inferiori, magari senza obiettivi di classifica, ma anche per questo le più insidiose. Quelle che poi, alla fine, perdere fa ancora più male e si ha quasi il presentimento che troppa tensione, troppa foga non facciano mai bene. Lecce-Matera è solo l’ultima di una serie di cocenti delusioni casalinghe: ripercorriamo, in due puntate, le più importanti degli ultimi anni.

Tifosi del Bari a Lecce (17 maggio 2008)
Tifosi del Bari a Lecce (17 maggio 2008)

Lecce-Bari 1-2, Serie B 17 maggio 2008. Il derby della stagione 2007/’08 ricorda per certi versi la partita di domenica. Come quella di Braglia, l’allora squadra di Giuseppe Papadopulo era lanciatissima alla vittoria finale, reduce da quattordici risultati utili consecutivi prima dello sgambetto per mano degli acerrimi nemici guidati da Antonio Conte. Mancavano 3 giornate alla fine e più di 25mila spettatori assistevano raggelati al micidiale uno-due barese: Bonanni su rigore (clamorosa l’ingenuità del leccese Alberto Giuliatto nel farsi superare da Lanzafame) e Cavalli portavano il Bari sullo 0-2 dopo meno di un’ora di gioco. Il gol di Daniele Corvia all’85° era solo un’illusione che non permetteva di raggiungere il pari: il Lecce perdeva derby, secondo posto e promozione a vantaggio del Bologna che s’involava verso la Serie A.

Dominique Malonga in azione contro il Lecce
Dominique Malonga in azione contro il Lecce

Lecce-Cesena 1-2, Serie B 14 maggio 2010. Dominique Malonga e un brivido percorre la schiena alla sola lettura del nome del “guastafeste” per eccellenza della storia recente del Lecce. Siamo nella stagione 2009/’10 e i salentini di Gigi De Canio possono acciuffare la matematica certezza della promozione in Serie A: sarebbe bastato un pareggio in casa contro il Cesena di Pierpaolo Bisoli, che forte dei vari Emanuele Giaccherini e Ezequiel Schelotto in rosa occupava il terzo posto in classifica. Si giocava venerdì sera, il “Via del Mare” era vestito a festa con 35mila spettatori pronti a festeggiare al termine della partita e ancor più dopo il gol di Gianni Munari, che al settimo minuto portava in vantaggio i giallorossi con un bel colpo di testa. Vantaggio che persisteva senza troppi patemi fino all’ 8o°, quando il misconosciuto ventenne franco-congolese decideva di entrare prepotentemente nella storia del Lecce con una fulminea doppietta, che nel giro di 3 minuti ribaltava le sorti del match. Il risultato finale era di 1-2 e costringeva a far rientrare in deposito il pullman scoperto, già pronto fuori lo stadio per portare in trionfo i calciatori. I tifosi giallorossi deponevano bandiere e trombette, piangevano lacrime amare e si preparavano a soffrire per altri, interminabili, 180 minuti.

Come due anni prima, però, non fu una partita storta a cambiare le sorti del campionato: quando il gruppo è unito, le gambe girano e la tifoseria è coesa, basta poco per rimettersi in carreggiata dopo una brutta caduta e continuare a correre, come prima e più di prima.

[CONTINUA…]

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