LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Qualche anno fa sulle tribune del “Via del Mare” di Lecce campeggiava uno stendardo dedicato al tecnico boemo per eccellenza che recitava “orfani di Zeman“. Il tempo è passato, di vicende ne sono accadute tante, ma quello slogan è tornato prepontentemente attuale da ieri, ossia la prima delle tre giornate di squalifica inflitte a mister Piero Braglia per la presunta bestemmia pronunciata a Ischia. Un’assenza che si è dimostrata davvero pesante per la formazione giallorossa, allo sbando e con la testa altrove per larghi tratti della gara con il Melfi, in cui l’11 salentino è apparso davvero orfano del carismatico allenatore toscano, capace di dare a Papini e compagni la carica psicologica necessaria per restare sempre concentrati e compatti.
Poteva e doveva essere la serata del ritorno al primo posto in classifica, della plausibile mazzata alle ambizioni delle altre concorrenti nella lotta per la promozione in Serie B. Invece, nonostante il mezzo passo falso della capolista Benevento a Catanzaro e lo stop del Foggia ad Andria, il Lecce ha riacciuffato per il rotto della cuffia, ad una manciata di secondi dalla fine, un pareggio che vale platino almeno per il carattere dimostrato e per il morale della squadra e della tifoseria, ma che alla vigilia nessuno avrebbe ipotizzato.
Affermare che Braglia in panchina sia un valore aggiunto al potenziale di questo gruppo non appare, dunque, esagerato. Altre volte l’ex tecnico della Juve Stabia è stato pur criticato per la gestione dei cambi, per l’atteggiamneto utilitaristico tenuto dai giallorossi quando passavano in vantaggio e mantenevano il “golletto” difendendolo con unghie e con denti; ma da diverse settimane a questa parte, il buon Piero da Grosseto ha trovato il bandolo della matassa, ha riportato la sua truppa a vedere la Cadetteria a portata di mano, ha saputo inserire elementi rimasti finora ai margini o che stavano per cambiare aria a gennaio, come pure modificare l’assetto tattico secondo i canoni tattici a lui più cari.
L’assenza di ieri contro la squadra di Ugolotti si è fatta insomma sentire. Il mite Mauro Isetto, uomo di calcio da anni e anni nonché fido scudiero di Braglia ha provato a spronare chiunque passasse davanti la panchina ma i risultati, francamente, non sono stati all’altezza delle aspettative. L’auspicio dunque è che il ricorso della società giallorossa annunciato sabato dallo stesso tecnico durante la conferenza stampa di presentazione del match possa essere accolto e veda ridotta la punizione inflitta dal Giudice sportivo della Lega Pro all’allenatore leccese. Sabato a Monopoli insomma si potrebbe essere ancora “orfani”, ma poi che sia di nuovo lui la guida ritrovata nel rush finale del campionato.