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Il tap-in vincente di Montinaro nella finale contro lo Scordia

NARDÒ (di G.De Pandis)– Rinascita, gloria, tenacia e voglia di far sempre meglio. Il 2015, appena concluso, è stato un anno importante per il Nardò, ritornato sul degno palcoscenico della Serie D alla prima stagione della rifondazione operata da Maurizio Fanuli.

Prima parte– Chi ben comincia è a metà dell’opera, si è soliti dire. Il primo match del 2015 è già il simbolo dell’annata trionfale che il Toro vivrà dopo il cambiamento di rotta operato nel precedente calciomercato con mister Ragno in panca e tanti innesti che si riveleranno fondamentali, Vicentin, Fiorentino, il baby Montinaro e il nuovo duo difensivo Anglani-Montrone su tutti. Il 3-1 rifilato al Casarano è il chiaro segnale che il Nardò punta in alto. C’è voglia di stupire e di lasciare l’inferno dell’Eccellenza già al primo anno di questa rinascita. Il ruolino di marcia del girone di ritorno, stop casalingo col Novoli a parte, è da schiacciasassi e il campionato, un duello con la Virtus Francavilla, vive la sua fondamentale tappa nell’incrocio Villa-Toro del 1 marzo. L’1-1 finale, non senza rimpianti, chiude virtualmente il discorso primo posto, e Ragno e i suoi serrano le fila e, dopo aver evitato i play-off regionali con un finale di campionato da grande squadra, concludono la regular season e si preparano ai play-off nazionali, previsti un mese dopo Nardò-Hellas Taranto, ultima esibizione stagionale. Quello del rush finale è un Nardò granitico, sul pezzo, stimolato anche dal grande esodo dei tifosi granata verso Mazara del Vallo, tutti racchiusi dietro lo striscione “Oltre lo stretto, per un unico verdetto” che rimarrà alla storia, come la coreografia del D-Day contro lo Scordia, seguita al trionfo in casa della squadra catanese con un 3-0 senza repliche.

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Carlo Vicedomini, centrocampista del Nardò

Seconda parte– Si riparte il 23 giugno e il primo tassello del Nardò che disputerà l’Interregionale è il condottiero della cavalcata vincente: mister Nicola Ragno. Il tecnico e il direttore sportivo Andrea Corallo iniziano a plasmare il Toro che verrà. L’obiettivo è quello di una squadra giovane che possa contare sull’esperienza di senior validi, che giochi per divertirsi e, soprattutto, per divertire il pubblico granata. Le riconferme sono quelle più attese: capitan Vicedomini mantiene il timone, con lui restano a bordo Alessio Palmisano e Vicenzo Corvino insieme a quasi l’intero parco under. I baby Montinaro, Mancarella, Caporale e Gigante danno il benvenuto ai compagni di reparto Cassano, Versienti, Stranieri, Prinari, Facecchia, Moriero e il numero uno Chironi. L’ossatura dei senior, invece, si rinforza con Lanzolla, Allegrini e Strumbo per la difesa, Lanzillotta al centrocampo, Presicce, Malcore e Lattanzio in attacco. In seconda battuta arrivano il centrale Martinez e la punta Ricciardo. La preparazione estiva dà segnali positivi e l’esordio in campionato li conferma. I granata partono con il piede giusto: due vittorie nelle prime due giornate, poi la prima sconfitta contro la bestia nera Virtus Francavilla. Il passo falso però è presto cancellato. Sei vittorie di fila nelle giornate seguenti e dieci giornate fissi in cima alla classifica. Il Nardò sogna e fa sognare e sulle ali dell’entusiasmo giunge al cospetto del Taranto. Con l’ottimo pareggio allo Iacovone però inizia l’inflessione della curva, sino ad ora in crescendo. Sei pareggi e due sconfitte segnano il restante campionato. Il Nardò arriva al giro di boa al quarto posto, a quota 30 punti con 26 gol all’attivo e 15 subiti, la miglior difesa del girone. Orfano di bomber Lattanzio e rinvigorito dal mercato dicembrino dovrà vedersela con un girone di ritorno ricco di nuove e avvincenti battaglie.

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Mister Nicola Ragno

Gli uominiNicola Ragno, simbolo di quel cambiamento che finirà nella storia della Nardò calcistica, non può che essere l’uomo-copertina dell’anno appena passato. Maniacale nella preparazione delle partite, maestro nel compattare il gruppo attorno a lui e instancabile studioso di ogni caratteristica delle compagini avversarie. Ama definire il lavoro il segreto dei suoi successi, e con il Toro ha confermato in grande stile la sua fama di vincente, nell’attesa di uscire al meglio dal “tunnel” senza vittorie che ha chiuso il 2015. Se Ragno è stato lo stratega, il condottiero sul campo di battaglia è senza dubbio Carletto Vicedomini, uomo-simbolo del nuovo corso dell’ACD Nardò, un atleta che di guerre vinte se ne intende. Il capitano ci ha messo la faccia nei momenti più difficili e il suo apporto quotidiano ha contribuito tantissimo alla crescita del parco under, tra i più interessanti della Serie D. Un parziale riscatto per un calciatore che in carriera avrebbe meritato molto di più. 

(si ringrazia Annalisa Quaranta)

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