pagelleLECCE (di Gabriele De Pandis) – Fine anno, tempo di bilanci, tempo di giudizi. Nei “pagelloni” a conclusione del 2015 abbiamo analizzato il rendimento del girone d’andata di tutta la rosa a disposizione prima di mister Antonino Asta e poi di Piero Braglia. Il Lecce, partito male sotto la gestione dell’ex terzino del Torino, si è poi riscatto dopo il cambio al timone, migliorando soprattutto il rendimento tra le mura amiche, vera forza dei giallorossi di Braglia.

PORTIERI:

  • Benassi 5: Ritornato in estate per riprendersi con decisione la maglia di numero 1, è finito subito dietro a Perucchini nelle gerarchie. Ha pagato la prestazione balbettante al debutto con l’Andria, caratterizzata da qualche responsabilità di troppo su almeno una rete subita. Paga forse l’eccessivo stress di avvenimenti extracalcistici che ruotano attorno a lui e un ambiente che l’ha contestato nelle partite di Coppa Italia, quando chiamato a difendere i pali.
  • Bleve S.V.: Ha deciso di rimanere a Lecce dopo l’ottimo anno da titolare a Martina Franca per ritrovarsi ad inizio campionato a ricoprire lo scomodo ruolo di terzo portiere. Ha bisogno di giocare per non perdere i ritmi e proseguire nella crescita finalizzata a divenire il guardiano della porta giallorossa del futuro.
  • Perucchini 7,5: Una volta preso il posto da titolare non l’ha mollato più a suon di ottime prestazioni che, senza dubbio, hanno fruttato punti preziosi al Lecce. Formidabile nelle uscite basse, fondamentale con il quale ha chiuso più volte la porta agli attacchi avversari, ha migliorato la sua presenza anche nelle uscite alte. Un altro portiere, più maturo e sicuro, rispetto a quello di due stagioni fa.
Andrea Beduschi
Andrea Beduschi

DIFENSORI:

  • Abruzzese 6: Ai margini della rosa con mister Asta, è rimasto a Lecce dopo tante trattative non andate in porto ad agosto. Con l’arrivo al timone di Braglia è stato reintegrato appieno in rosa fino ad occupare con sicurezza il posto sul centrosinistra del terzetto difensivo. Sicuro e sempre in controllo.
  • Beduschi SV: Il giallo della prima parte di stagione. Non è riuscito a ripetere il rendimento dell’anno scorso, ma per colpe non sue. Asta gli ha preferito prima Lo Bue e poi ha optato per l’arretramento di Lepore, con Braglia e il suo 3-4-3 stessa storia, tanto traffico e occasioni soltanto in Coppa Italia. È probabile un suo arrivederci (si spera) a gennaio.
  • Camisa 5,5: Tornato nella squadra della sua crescita per dare il plus di sicurezza e d’esperienza dopo il sogno-A accarezzato con il Vicenza, si ritrova a fina anno a sgomitare per un posto da titolare nel terzetto difensivo con un concorrente di livello come Cosenza. Nella gestione-Asta, a causa delle poche idee, si ritrova spesso ad impostare l’azione dalla difesa, ma, almeno per quanto visto nelle partite sinora disputate, dà l’impressione di poter dare molto di più. Di certo il rendimento maiuscolo raggiunto dal trio titolare non propizia eventuali avvicendamenti se non quelli forzati.
  • Cosenza 6,5: Roccioso, tenace, marmoreo in ogni chiusura e freddo nei frequenti uno contro uno da Far West ingaggiati contro le punte avversarie. Il suo apporto è stato frenato da un infortunio in un’amichevole estiva, ma, una volta rientrato a pieno ritmo, si è sempre comportato egregiamente. L’unica eccezione? A Catanzaro.
  • Gianluca Freddi
    Gianluca Freddi
  • Freddi 6: Elemento sul quale la retroguardia leccese potrà fare sicuro affidamento. È stato penalizzato da qualche errore di troppo in partite importanti (Foggia su tutte, ma anche Benevento prima della rimonta di Curiale). In difficoltà quando schierato sulla corsia destra, sempre puntuale da centrale destro.
  • Gigli 5,5: Il debutto da dimenticare contro l’Andria è sembrata una sorta di scommessa persa da Asta, sicuro nel puntare sulle qualità del classe 1996 scuola Fiorentina, riscattatosi dopo lo scivolone della prima giornata con prestazioni d’alto livello. Con Braglia per ora fatica a trovare spazio, ma il suo apporto sarà sicuramente utile.
  • Legittimo 7-: La sorpresa del girone d’andata. Alzi la mano chi avrebbe immaginato una maglia da titolare ben salda sulle spalle del 26enne reduce dalle annate a Ferrara e Grosseto dopo quei sei mesi con il Lecce di tre anni fa. Braglia ha trovato in lui un elemento dalla rara intelligenza tattica, e lui applica al meglio il credo del tecnico disimpegnandosi bene nelle fasi di gioco comandate con diligenza. Cosa migliorare? Qualche sortita in più in fase offensiva.
  • Lo Bue 5: Arrivato con il biglietto da visita di potenziale titolare sulla fascia destra, si è giocato (male) tre occasioni nelle prime tre partite stagionali. Dopo i 90’ disputati contro la Casertana al “Via del Mare” solo 6’ nella prima trasferta “bragliana” a Melfi e presenze in Coppa.
  • Liviero 5: Altro elemento accantonato dal tecnico ex Pisa e dalla sua inversione di tendenza sul piano tattico. Perno sinistro della difesa a quattro di Antonino Asta, è relegato in panchina da Braglia, che eppure l’aveva allenato in quel di Castellammare di Stabia. Ha pagato prestazioni troppo altalenanti e un coefficiente di precisione dei traversoni (per un attacco ancora senza il proverbiale ariete d’area) un po’ troppo basso.
Checco Lepore
Checco Lepore

CENTROCAMPISTI:

  • Carrozza 5: Non riesce a incidere quando è chiamato in causa. Asta lo alterna agli altri esterni provando a lanciarlo in campo per dare una veste diversa al gioco offensivo, ma è decisivo soltanto nel corner vincente per Papini contro l’Ischia. Unica gioia il gol in Coppa al “San Vito” di Cosenza.
  • De Feudis 5,5: Il primo impatto con la maglia giallorossa è ottimo, fa sentire la sua esperienza nel cuore del campo quando c’è da gestire la sfera e anche quando c’è da pressare. Con il passare dei match però crolla al pari del Lecce di Asta.
  • Lepore 7: Cercate sullo Zanichelli il neologismo “tuttocampista” e insieme alla foto di Alessandro Florenzi troverete lui, il ragazzo di San Pio con la maglia giallorossa tatuata addosso come una seconda pelle. Assicura qualità, quantità e costanza di rendimento prima da terzino destro e poi da estremo destro del centrocampo di Braglia. Non contento dell’andamento positivo in mezzo al campo, mette a segno tre gol importanti contro Melfi (alla prima del tecnico ex Pisa), Messina e Paganese.
  • Monaco 6+: Un ragazzo che meriterebbe più spazio, magari a farsi le ossa in Lega Pro dopo l’ottimo campionato dello scorso anno a Foligno. Braglia lo schiera in Coppa Italia e lui si mette in mostra prima con il gol al Matera e poi con buone prestazioni nelle altre partite. E’ uno dei pochi a salvarsi nella sconfitta contro l’Akragas.
  • Papini 6,5: Viaggia a velocità di crociera dando quella sostanza in mezzo al campo richiesta dalla guida tecnica, necessaria, a tratti vitale, per la gestione dei vantaggi. Punto fermo della squadra senza ombra di dubbio, incappa forse troppe volte in cartellini gialli che potrebbero pesare a fine campionato. Firma due reti con altrettanti inserimenti da tre punti ognuno, quella di Castellammare nell’unica vittoria della gestione Asta e contro l’Ischia, alla prima in casa di Braglia.
  • Pessina S.V.: Asta lo lancia alla prima stagionale in casa contro l’Andria e lui stecca un po’ la partita, complice anche la superiorità del centrocampo avversario. Vede poco il campo dopo quell’esibizione ma, quando è chiamato in causa, gioca bene con tempi giusti e personalità da veterano, qualcosa di fuori dal comune per un classe 1997 reduce dal primo anno in Lega Pro con il Monza ed alla prima esperienza in una società con obiettivi importanti. Ha stoffa e numeri, dovrà decidere insieme alla società l’immediato futuro, se proseguire con il Lecce o cercare una compagine dove poter giocare.
  • Salvi 6: I guai fisici alla coscia lo tengono fuori dai giochi per gran parte dell’anno, facendogli collezionare solo 3 presenze con un minutaggio superiore ai 10′. Rientra nei ranghi con il Messina propiziando a modo suo, con una palla sradicata dai piedi dell’avversario, il gol del vantaggio e conclude l’anno da titolare.
  • Suciu 4,5: Doveva essere il regista del Lecce di Asta, ma la fatica ad inserirsi nei meccanismi di squadra e qualche leggerezza di troppo lo relegano in panchina. Ha qualche occasione per riscattarsi ma la sfrutta male. Da definire il suo destino.
  • Juan Surraco
    Juan Surraco
  • Surraco 7: Sbarca in prova quest’estate dopo la parentesi in patria al Tanque Sisley e conquista subito gli sportivi giallorossi a colpi di dribbling nello stretto, aperture geniali e pennellate da campione che sbrogliano partite spigolose. Viaggia tra le linee occupando più posizioni nei vari scacchieri di gioco. Per quanto visto nella prima fase della stagione non dimostra di essere efficace ancora per 90′, complici una condizione fisica da recuperare ancora appieno dopo qualche prolungato stop e le frequenti “attenzioni” che i difensori avversari gli riservano.
  • Vécsei 6: L’oggetto misterioso della campagna acquisti non è solo un funambolico trequartista dai tocchi d’oro soltanto in allenamento. Acclamato dai tifosi vogliosi di ammirare le sue abilità, raddrizza in qualche modo la partita di Martina Franca con un gol nei minuti di recupero. Ha le qualità per essere decisivo, ma ancora non sembra aver rivelato una forte identità tale da definire un ruolo preciso. La transumanza tra i ruoli di trequartista centrale, punta esterna e centrocampista centrale non può giovare al suo rendimento.
Davide Moscardelli
Davide Moscardelli

ATTACCANTI:

Cicerello S.V.: Un prodotto del settore giovanile giallorosso costantemente aggregato alla prima squadra. Disputa uno spezzone di partita al “Tursi” di Martina provando a dimostrare la sua velocità anche con i grandi. Ha bisogno di minuti e di una maglia da titolare per crescere.

Curiale 6: Arrivato per strabiliare sin dalla prima partita, finisce in un tunnel nero che l’infortunio al ginocchio non fa altro che accentuare. Una volta ultimato lo stop però pian piano comincia la risalita. E’ forse l’unico a salvarsi nella dipartita di Foggia, prima tappa di una scalata che l’arrivo di Braglia caldeggia pian piano non senza difficoltà, la panacea dei mali rappresentata dal gol tarda ad arrivare e il nervosismo lo attanaglia. Sigla il suo primo gol leccese ad Agrigento con un facile tap-in dopo due panchine (Cosenza e Matera) e si rialza ancora con l’assist per Surraco contro il Messina. A scacciare via le nuvole sul suo futuro nel Salento arriva l’exploit all’ultima partita dell’anno contro il Benevento, quando da solo ribalta l’iniziale vantaggio degli Stregoni con due perle. È un voto di fiducia per un attaccante potenzialmente formidabile, vedi Frosinone due anni fa e Trapani soltanto lo scorso anno.

Diop 6: Soltanto un gol in campionato, l’1-3 finale di Agrigento, ma ha la giustificazione parziale di aver giocato spesso senza un ideale partner offensivo (a Martina perno centrale di un tridente con Surraco e Carrozza, col Catania spalla di Doumbia). Ha movimenti e giocate interessanti, sgomita per far vedere anche a Lecce il suo cinismo da zona Cesarini, ribattezzata in quel di Matera “Zona Diop” per via dei frequenti gol nei minuti di recupero segnati dal senegalese. In caso di altri arrivi in avanti, potrebbe finire nella lista dei partenti.

Doumbia 5,5: Rimane a Lecce dopo le numerose voci di trasferimento con destinazione Serie B e comincia in sordina un campionato dove è schierato al centro dell’attacco. Quando è in giornata, dimostra di essere più decisivo quando gioca con il riferimento laterale della fascia, sembra un po’ perso al centro del campo dove svaria un po’ troppo. Con Braglia conquista spazio e fiducia nel 3-4-3 e, seppur facendosi vedere poco sottoporta, crea comunque buone situazioni offensive nonostante il rendimento assai altalenante.

Moscardelli 6: Discuterlo sarebbe un’eresia, ma c’è da dire che la costanza sfoderata quest’anno è lontana parente di quella della scorsa stagione. Come nell’annata precedente, il Mosca ha sofferto nella prima parte di campionato per poi esplodere nel girone di ritorno. Rimane negli annali la perla che ha deciso l’1-0 contro il Monopoli. Un po’ calante nelle ultime uscite del 2015, troppo preso dalla ricerca spasmodica del gol e della giocata da urlo tanto da spazientirsi in più occasioni. La sosta aiuterà il bomber giallorosso, pronto a un girone di ritorno sfiammante.

asta
Antonino Asta

ALLENATORI:

  • Asta 5: Ha ottime idee, tantissima stoffa, ma paga i pochissimi punti raccolti ad inizio campionato. La vittoria di Castellammare alla seconda giornata è troppo poco in sei partite. Parte con l’idea di mettere in campo i suoi con il 4-2-3-1, ma cambia più volte modulo (4-4-2, 4-3-1-2 e 4-3-3) non solo per le defezioni di tanti suoi uomini. Sbaglia l’approccio in qualche partita ma, ad onor del vero, anche tutti gli episodi gli girano contro. Non sboccia mai un ottimo feeling con la tifoseria, ricerca ardentemente il bel gioco, vuole i suoi ragazzi veloci e propositivi, ma la mission non gli riesce quasi mai. Merita comunque altre chance prestigiose.
  • Braglia 6,5: Dalla ricerca della bellezza al pragmatismo massimo. Piero Braglia da Grosseto imprime una sostanziale inversione di rotta alla veste del Lecce, cambiando modulo, interpreti e credo tattico. Il rendimento e i numeri danno ragione, il Lecce con l’ex trainer del Pisa risale la china e incappa soltanto nel passo falso di Catanzaro, inanellando 1-0 in successione che blindano le porte del “Via del Mare”. Legge bene le situazioni delle partite, e non lesina la copertura ben assortita del pacchetto difensivo quando i suoi sono in vantaggio. Qualche volta incappa in scelte poco vincenti, come nell’ultima esibizione contro il Benevento, ma sommariamente riesce quasi sempre a metterci una pezza. Il gioco offensivo a tratti è prevedibile, “papadopuliano”, lasciato ai colpi vincenti dei tenori dell’attacco, ma certamente il calciomercato di gennaio rifinirà l’abito desiderato dall’allenatore per la sua creatura.

SOCIETÀ: 6,5: Coraggiosi, presenti e sicuri nell’operare la scelta del cambio dell’allenatore alla sesta giornata, i membri della nuova società presieduta da Enrico Tundo hanno cercato di curare con successo ogni aspetto della gestione ordinaria e sportiva. L’aver operato in sede di calciomercato con le richieste di mister Asta rende necessario qualche aggiustamento da improntare a gennaio, anche per potenziare i punti deboli della squadra.

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