LECCE (di Tiro di Tacco) – Anche questa settimana il Lecce deve affrontare l’ennesima partita dovendo rinunciare a qualche pedina importante che allontana ancora nel tempo la possibilità di vedere con continuità quello che (almeno credo) sarà l’attacco giallorosso, che non dovrebbe prescindere dalle due punte. Il forfait dell’ultimo momento di Carrozza costringe il mister a cambiare modulo iniziale, mettendo in squadra 4 difensori centrali in linea, con Lepore sulla linea di un centrocampo che può contare su Papini e De Feudis; alle spalle dell’unica punta, Curiale, piazza molto larghi Doumbia a destra e Vècsei a sinistra con compiti sia di esterni offensivi, che di centrocampisti (molto spesso Vècsei, più del suo opposto collega fungeva da 4° di centrocampo coadiuvato da Lepore). Ne viene fuori un primo tempo molto tattico (e molto brutto) in cui nessuna delle due squadre ha voglia di rischiare nulla e che solo negli ultimi 15 minuti mostra qualche tentativo da parte ospite di alzare la squadra, con qualche “primordiale” idea di fase offensiva quasi sempre partita dalla fascia destra con il duo Lepore-Doumbia, che crea anche una buona occasione per Vècsei. Morale della favola, del primo tempo si può ricordare il tatticismo, le ammonizioni, (troppe, non mi piacciano gli arbitri che usano molto il cartellino) e l’isolamento della punta centrale. Ai ricordi si aggiunge un dubbio: forse si poteva osare un po’ di più?
Nel secondo tempo si riparte “con la novità”, dell’inversione della fascia tra i due esterni, che comunque sono un po’ più accentrati e con la sensazione che Papini sia il centrale di centrocampo a sostengo in fase offensiva, praticamente in una disposizione tattica quasi da “albero natalizio”, per lo meno per una mezz’ora del secondo tempo. Si riparte dunque come era finito il primo tempo poi, quando si alza la linea, forse correndo qualche rischio in più, si aiuta la fase offensiva e nasce il bel gol di Lepore (sempre più leader operaio di questa squadra).
È il gol sul quale Piero “Carletto” Braglia, costruisce la sua vittoria, meritata e consolidata da un altro paio di occasioni da rete che avrebbero chiuso i giochi e avrebbero tolto l’ansia di prendere una rete nell’unica occasione creata dalla squadra avversaria al 93′ della gara così come succedeva sino a 15 giorni fa. Si sa, nel calcio in una squadra le cose girano, prima o poi, specie se le dai una mano… e “lu Mesciu” una mano gliel’ha data, eccome, con scelte che gli hanno dato ragione, come l’inversione di ruoli nel secondo tempo tra Papini centrale e De Feudis alla sua sinistra che ha certamente dato più dinamismo centralmente e le sostituzioni (chissà quanti hanno storto il naso!) quando ha fatto entrare il 5° difensore togliendo “Cuore giallorosso” Lepore e che hanno contribuito a non far calare il potenziale fisico della squadra. A proposito di sostituzioni… Bentornato Salvi, speriamo sia la volta buona, il Lecce, a centrocampo, ha bisogno di uomini come lui!
Per finire, Tiro di Tacco, esaltato dalla vittoria, non può non far notare dal suo punto di vista soggettivo due questioni: 1) Papini è stato sontuoso, per quantità e qualità. 2) all’improvviso è sparita nei giocatori quell’apatia che negli ultimi anni spesso accompagnava certe partite. Non so cosa ci porterà il futuro, ma sono pronto a scommettere che potrà capitare di giocare partitacce, magari brutte da vedere per gli esteti, ma non tatticamente.
Anche a Melfi si è tornato a giocare a pallone, un pallone operaio. Speriamo bene…