LECCE (di Massimiliano Cassone) – Si accendano pure i riflettori perché l’attesa è finita e lo spettacolo può cominciare, si alzi il sipario e si disperdano le ultime ansie. Torna il calcio giocato al Via del Mare in una gara in cui di certo l’emozione e la passione faranno da padroni. Arriva la Fidelis Andria e non c’è più tempo per nulla, soltanto per giocare. Con quasi 7000 abbonati, più la quota biglietti, il Via del Mare si colorerà di giallorosso come non è mai accaduto negli ultimi anni.
Profumo di altri tempi, profumo di futuro. L’entusiasmo è alle stelle, Moscardelli e Curiale hanno lucidato le scarpette ed affideranno al campo il giudizio più severo.
Dopo le amichevoli stagionali ed i primi impegni ufficiali si fa sul serio con una squadra tutta nuova. La società di Piazza Mazzini, con grande impegno, ha ridato entusiasmo a tutto l’ambiente. Sono arrivati quattro difensori centrali, Camisa, Cosenza, Freddi e Gigli; un terzino destro, Lo Bue; due terzini sinistri, Liviero e Legittimo; cinque centrocampisti, De Feudis, Suciu, Surraco, Pessina, Vècsei e due attaccanti, Curiale e Diop. Senza dimenticare quello che potrebbe essere, anche a livello di spogliatoio, l’acquisto più azzeccato: Checco Lepore.
Ieri poi è giunto un segnale forte da due calciatori molto discussi che hanno dato prova di maturità abbassandosi lo stipendio e rendendolo consono ai parametri della Lega Pro: parliamo di Benassi e Carrozza. Hanno dimostrato di voler rimanere in maglia giallorossa ed il loro valore, indiscutibile, potrà essere quel “qualcosa” in più anche come esperienza in questo gruppo creato col giusto mix di giovani ed esperti.
Gli ingredienti sembrano esserci tutti per intraprendere una stagione indimenticabile e lasciare questa categoria.
Oggi sembra tutto bello, le parole di elogio alla nuova società sono al limite del tasso glicemico, si attende il fischio d’inizio con la voglia di spaccare il mondo ma la prova d’amore bisognerà darla dopo, quando arriveranno le prime difficoltà, perché arriveranno e non sarà sempre tutto rose e fiori; bisognerà amare anche le spine.
Ora lasciamo la parola al campo.