LECCE – Estate: tempo di gran caldo e conseguente ricorso a ventilatori e climatizzatori per abbattere l’afa insopportabile. Ma a volte si rischia di eccedere e le consegenze per l’organismo possono rivelarsi assai nocive, provocando inopinati “colpi d’aria”, raffreddori e malesseri legati agli sbalzi repentini di temperatura. Ecco allora che non di rado si faccia ricorso agli antibiotici per curare i malanni di stagione, ma è consigliabile farlo? «L’uso inappropriato di antibiotici ha portato alla crescita del fenomeno dell’antibioticoresistenza, soprattutto in Italia dove l’antibioticoresistenza è al di sopra della media europea». Lo afferma Enrico Magliano, direttore scientifico dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli). «In otorinolaringoiatria e urologia c’è il massimo uso e abuso di antibiotici» sottolinea Giuseppe Spriano, presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale (Sioechcf) «con un uso inappropriato del 49,3% nelle laringotracheiti e del 36,3% nelle cistiti». È proprio in questi ambiti che è diventato necessario promuovere presidi terapeutici alternativi ed efficaci. «Per prevenire le infezioni urinarie» sostiene Renzo Colombo, urologo dell’Università “Vita-Salute“-Ospedale San Raffaele di Milano «è fondamentale mantenere l’equilibrio della flora intestinale con l’uso di probiotici e ristabilire l’integrità del rivestimento interno della vescica che protegge i tessuti dalla penetrazione dei batteri».
«L’uso clinico di capsule molli contenenti acido ialuronico, condroitinsolfato, curcumina e quercetina ha dimostrato di dare risultati ottimali per il controllo delle cistiti» – aggiunge Monica Sommariva, urologa dell’Ospedale “G. Fornaroli” di Magenta, AO Legnano – «È una terapia mirata a restituire al tessuto di rivestimento della vescica le sue proprietà di integrità e di barriera contro le infezioni, ma svolge anche azione antinfiammatoria e analgesica».
Riguardo alle infezioni respiratorie, di nuovo «l’utilizzo di un’alternativa terapeutica quale l’acido ialuronico ha portato a interessanti risultati» continua Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra del Policlinico Universitario di Bari. «Le forme ricorrenti o croniche sono spesso dovute alla mancata guarigione di infezioni acute dovuta alla permanenza di biofilm batterici in grado di resistere sia all’azione del sistema immunitario sia agli antibiotici che, incapaci di penetrare il biofilm, risultano inefficienti. In questo ambito si inserisce l’acido ialuronico ad alto peso molecolare (9 mg) somministrabile per via aerosolica, la cui azione terapeutica sulle mucose delle alte vie aeree in caso di tonsilliti, laringiti, faringiti, sinusiti, riniti e tracheiti è stata dimostrata da importanti lavori scientifici. Questa macromolecola idrata le mucose, dando sollievo a bruciore e prurito, e migliora il battito ciliare, consentendo l’eliminazione del muco e impedendo l’ingresso di elementi infettivi. Inoltre è in grado d’interferire con l’adesione batterica ostacolando quindi la formazione di biofilm».