LECCE (di Pierpaolo Sergio e Italo Aromolo) – Il gol su calcio di punizione, arte sublime nella quale in pochi calciatori riescono ad eccellere e che, soprattutto nel cosiddetto calcio moderno, spesso si rivela l’arma in più per sbloccare il risultato di un match. Negli anni abbiamo imparato ad ammirare quelle “a foglia morta”, come furono battezzate le esecuzioni di Mariolino Corso. Il contraltare era rappresentato dalle conclusioni di potenza di Gigi Riva. Poi è arrivato il tempo dei campioni per eccellenza che hanno deliziato i tifosi italiani negli anni ’80 e che rispondono ai nomi di Maradona, Platini, Zico e Falcao. Assi stranieri a cui si contrapponeva la potenza e l’estro tutti italiani dei vari Giancarlo Antognoni, Agostino Di Bartolomei, Sebino Nela, Beniamino Vignola e Bruno Conti. Poi arrivarono le prodezze più recenti di Gianfranco Zola, Roberto Mancini, Roby Baggio ed Alessandro Del Piero, intervallate da quelle di Zinedine Zidane, Sinisa Mihajlovic, fino ad arrivare alla “maledetta” di Andrea Pirlo.
Tutte stelle di prima grandezza, tutte militanti in squadroni metropolitani in grado di vincere tutto o quasi. Eppure, anche nel Lecce ci sono stati veri e propri maestri nel calciare le punizioni. I più anziani ricordano quelle dei bomber Giancarlo Ferrari e Fortunato Loddi, passando dalle magistrali conclusioni mancine nel “sette” di Claudio Luperto. Poi arrivò lui: Juan Alberto “Beto” Barbas che con le sue proverbiali “bombe” ha regalato non poche soddisfazioni ai tifosi giallorossi. Sulla loro scia sono poi arrivati i vari Egidio Notaristefano, Claudio Bonomi, Andrea Zanchetta, Davide Brivio, Davor Vugrinec, Mirko Vucinic e David Sesa. Tutta gente abituata a dare del tu al pallone e che ha messo a segno calci di punizione degni dei migliori frombolieri.
Il “Via del Mare” è così spesso stato teatro di gesta importanti che hanno fatto entrare questi calciatori nel novero dei “maghi” del calcio piazzato. Se costoro ne hanno realizzati numerosi, non nel recente passato sono mancati calciatori non proprio habitué del gol su punizione, ma che si sono ugualmente distinti per doti tecniche tali da restare memorabili. È il caso, giusto per citarne solo alcuni, dei vari Maurizio Rossi, Stefano Casale, Giorgio Di Vicino, Giampaolo Ceramicola e William Viali.
Le perle del passato – Il cannoniere Giancarlo Ferrari a giusta ragione poteva essere così chiamato. Le sue punizioni erano infatti calciate con estrema potenza e, nella stagione 1972/’73, ne mise a segno diverse tra le sue 26 reti complessive. Di Beto Barbas restano impresse nella memoria dei più quelle calciate contro il Genoa (davvero rocambolesca) da distanza siderale (video) nel torneo 1989/’90 e quella che regalò il successo per 1-0 al Lecce in un derby di Serie A contro il Bari (video) nel maggio del 1988. Nel campionato 1999/2000, lo svizzero David Sesa mandò ko l’Inter di mister Marcello Lippi con un bolide da limite che non lasciò scampo al portiere Peruzzi (video).
Le perle del presente – Anche in tempi più recenti i tifosi giallorossi hanno avuto la fortuna di ammirare campioni di balistica giocare (e segnare) per la propria squadra del cuore. Il piede fatato di Ernesto Javier Chevanton già all’inizio del millennio ha fatto innamorare di sé la platea leccese: il suo primo “bacio” su calcio piazzato ci riporta ad un Messina-Lecce del 2002, quando l’attaccante uruguaiano non esitò a freddare l’ex Manitta con una parabola incastonata sotto al sette (video). La lunga storia d’amore è continuata con una punizione vincente a Brescia – eclissato nella sfida a distanza Roberto Baggio (video) – ed una memorabile esecuzione contro il Milan ancelottiano dei vari Dida, Kakà e Shevchenko: era il 15 febbraio 2004 e quel gol contro la squadra futura campione d’Italia mandò visibilio gli oltre 30 mila del “Via del Mare” (finale 1-1, video).
Anche Mirko Vucinic ha dimostrato una buona chimica coi calci di punizione. Di lui si ricorda soprattutto il gol che realizzò alla Lazio nella sfida salvezza del maggio 2005 nella prima stagione con Zdenek Zeman sulla panchina leccese: istantanee da non dimenticare restano la falcata del leccese Marco Cassetti, il contrasto con il laziale Seric, il fischio dell’arbitro Ayroldi, la battuta del bomber montenegrino e la palla che si depositava alle spalle del portiere Peruzzi, fissando il punteggio sul definitivo 5-3 (video). In carriera, l’ex giallorosso ha poi dimostrato come non fossero certo frutto del caso quelle realizzazioni: basti citare lo storico gol-vittoria che, con la maglia della Roma, mise a segno in un derby contro la Lazio proprio con una sassata su punizione (Lazio-Roma 1-2, aprile 2010).
Ma è indubbiamente Andrea Zanchetta il calciatore più prolifico su calcio di punizione degli ultimi quindici anni di calcio salentino: il centrocampista biellese ha trascinato il Lecce di mister Giuseppe Papadopulo alla promozione in Serie A con diversi calci piazzati realizzati nelle stagioni 2006/’07 e 2007/’08. Zanchetta era uno specialista dell’eleganza, preferiva la precisione alla potenza, ma non per questo non aveva nel suo repertorio il colpo di genio dai trenta metri. Nonostante nell’immaginario del tifoso leccese le sue esecuzioni non abbiano forse mai ricevuto la giusta gloria, sono assolutamente da menzionare il gol contro il Bari in un derby al “San Nicola” (1-1, video), come pure la punizione che a pochi minuti dalla fine regalò il successo casalingo per 2-1 sul Bologna (video). L’interpretazione perfetta del calcio di punizione resta, però, quella offerta contro il Frosinone (3-0, video) a metà della stagione 2007/’08: al “Via del Mare” il centrocampista ex Chievo disegnò una traiettoria angelica che da oltre trenta metri si insaccò, precisa e potente, alle spalle dell’ex portiere giallorosso Vincenzo Sicignano.
Davide Brivio è stato, invece, l’ultimo specialista nei calci di punizione cosiddetti “di potenza”: il terzino sinistro, dotato di grande forza di tiro, ha fatto valere il suo mancino di piombo sul finire della stagione 2011/’12, quando avvicinò il Lecce di mister Serse Cosmi ad un’insperata salvezza realizzando contro Siena (4-1, video) e Genoa (2-2, video). Per modo di calciare, posizione di tiro e piede preferito è stato paragonato ad un intramontabile come Roberto Carlos.
Venendo ai giorni nostri, l’intreccio tra il Lecce e i suoi grandi specialisti nei calci da fermo si chiude con la maliconconica storia di Fabrizio Miccoli. Malinconica perché il “Romario del Salento”, che pure in carriera aveva colpito il Lecce su punizione (Lecce-Palermo 2-4, febbraio 2011, video), non è riuscito ad essere decisivo sul campo neppure in quella che è sempre stata la sua specialità: eccezion fatta per le reti messe a segno contro Vigor Lamezia e Benevento, di lui si ricordano purtroppo solo punizioni calciate a lato o terminate sulla barriera.
Ora una nuova stagione è alle porte: non ci resta che aspettare il prossimo calcio di punizione…