IMG-20150618-WA0002-2PORTO CESAREO – Con una nota agli organi di stampa, che pubblichiamo di seguito integralmente, l’AMP di Porto Cesareo illustra l’importante operazione congiunta effettuata dalla Capitaneria, Carabinieri, Polizia Municipale e Amp contro l’abusivismo e l’ormeggio non regolarizzato lungo la costa Cesarina.

  • Continuano le attività sinergiche di controllo e tutela ambientale, lungo la costa Jonica di Porto Cesareo. Un importante operazione di polizia marittima, a contrasto dell’abusivismo e dell’ormeggio in mare non regolarizzato, si è svolta in tutta la giornata di ieri, nelle acque della marineria, precisamente nell’insenatura denominata “la Strea” e spiagge site nel centro di Porto Cesareo. L’azione è stata condotta dall’Ufficio Locale Marittimo Torre Cesarea diretto dal comandante Antonio Cipriano Trisolini, dalla locale stazione dei Carabinieri diretta dal maresciallo Vincenzo Caliandro e dalla Polizia Municipale della città guidata dal Comandante Romolo Peluso, con l’importante supporto logistico del personale dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, guidata dal presidente del Consorzio Remì Calasso e dal direttore Amp Paolo D’Ambrosio. Oggetto dell’intervento come detto, è stato l’ormeggio abusivo (corpo morto e cime di attracco) che si configura come occupazione abusiva di demanio marittimo, reato punito penalmente ai sensi degli articoli 54 e 1161 del Codice della Navigazione. In circa otto ore di attività e di intenso lavoro, preceduto da un’attenta attività di monitoraggio, i militari e gli operatori dell’Amp hanno setacciato ben 25 ettari di acque di balneazione, rimuovendo 83 gavitelli e sottoponendo a sequestro 4 natanti di varia grandezza. Questo intervento, degno di nota soprattutto perché a continuazione dell’intesa attività in corso ormai da mesi, e che prevede la totale bonifica del territorio Costa e Parco, ha consentito di restituire alla libera balneazione un delicato e significativo tratto di territorio, scongiurando pericoli per i bagnanti e l’insostenibile fenomeno dell’ormeggio abusivo, che ormai da decenni, attanagliava come una piaga questo tratto di cordone costiero basso roccioso e sabbioso.

 

 

 

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