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La coreografia della tribuna prima della finale

NARDÒ (di Gabriele De Pandis)- Una Serie D conquistata con grinta, forza e coraggio. A Nardò si gioisce ancora per il successo del Toro, approdato nel quarto livello nazionale dopo la vittoria nel doppio confronto con lo Scordia, preludio ad una festa che ha riempito le vie cittadine fino alla tarda serata. Nel raccontare una sorta di “D-Day after” abbiamo provato a impersonare le tre qualità con altrettanti elementi della rosa granata. La grinta è raffigurata dalle gesta di Daniele Fiorentino, lottatore dai piedi buoni in mezzo al campo che ha affiancato nel modo migliore il faro Carlo Vicedomini. La forza è quella di Gianni Montrone, cerniera difensiva insieme ad Antonio Anglani ed ultimo baluardo di un reparto che ha fatto le fortune del Toro. Il coraggio ha la corsa ed il talento di Matteo Montinaro, caparbio nell’intraprendere un letterale salto nel vuoto dopo i singhiozzanti primi sei mesi da professionista con la maglia del Padova. Le tre pedine dello scacchiere di Nicola Ragno hanno risposto a queste domande che sintetizzano la splendida annata vissuta a Nardò.

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Il tap-in vincente di Montinaro 

Come ti senti a un giorno dalla promozione?

Fiorentino: “Dopo tanti sacrifici siamo arrivati all’obiettivo che ci eravamo prefissati. Vincere un campionato è sempre bello ed entusiasmante, poi con un pubblico così il successo è stato ancora più elettrizzante”.

Montinaro: “Benissimo. Vincere il campionato è stato bellissimo; è stato ancora più bello poi spuntarla ai play-off, c’erano più tensione e più emozione. E con quel pubblico nella partita finale poi…”

Montrone: “Aver scaricato tutte le tensioni in quel modo dopo sei mesi veramente duri è stato bello. Ci si aspettava un risultato importante; arrivarci con quella cornice di pubblico festante è stato bellissimo”.

Qual è stata l’emozione più forte vissuta domenica?

Fiorentino: “A parte il risultato positivo dell’andata, dove avevamo messo quasi del tutto in cassaforte il risultato, senza subbio il triplice fischio finale. Dovevamo fare una buona partita per mantenere il risultato davanti al nostro pubblico. È stato bello, indescrivibile anche grazie alla coreografia e a tutto quello che è accaduto dopo”.

Montinaro: “Ho festeggiato il compleanno (19 anni compiuti lunedì, ndr) con un gol importantissimo. Era una cosa che speravo e segnare davanti a tantissime persone mi ha reso molto felice”.

Montrone: “Sono sincero, il triplice fischio finale. Quando l’ho sentito ho capito di aver raggiunto l’obiettivo. Non ti nascondo che ho pianto, per la tensione, per la gioia e per tutta quella gente”.

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Gianni Montrone, difensore del Nardò

Quando hai capito di poter puntare al salto di categoria?

Fiorentino: “La società ha iniziato un percorso nel mese di novembre prendendo Ragno, un allenatore vincente. Insieme a lui gli acquisti mirati di persone di qualità hanno permesso di concorrere alla vittoria del campionato insieme ad altre squadre che si erano messe in mostra come Trani ed Altamura. L’arrivo del mister, che ha portato a Nardò giocatori come me, Montrone, Vicentin, Anglani, è stato importante”.

Montinaro: “Dall’andata della semifinale, quando abbiamo pareggiato con il Mazara solo a causa di un loro colpo di coda all’ultimo. Lì abbiamo capito che potevamo farcela, fuori casa eravamo in forma e fare due gol in trasferta in una semifinale non era roba da poco”.

Montrone: “Dal primo giorno in cui è arrivato mister Ragno, parlando con più addetti ai lavori, ho capito le forti possibilità che avevamo. Sono straconvinto che potevamo anche vincere il campionato, poi, qualche risultato in meno e qualche infortunio in più ci hanno portato ai play-off. Sono stato fiducioso sin dal primo giorno per il nostro salto in D, raggiunto poi nel modo più bello con la tensione del post-season”.

Che cosa è mancato nella regular season per spuntarla contro il Francavilla?

Fiorentino: “C’è stato un periodo dove abbiamo sofferto la mia assenza per un mese insieme a quella di Rana, defenzioni che hanno creato un po’ di scompiglio all’interno della rosa. Se si punta su Fiorentino e Rana per la rincorsa al primo posto e li perdi in un mese fondamentale, quando il Francavilla non perdeva mai, tutto può diventare un problema”.

Montinaro: “Il fatto di essere un po’ più indietro nella prima parte di campionato ci ha penalizzato. Nel girone di ritorno eravamo costretti a vincerle tutte, visto anche il passo incredibile del Francavilla, non hanno perso un colpo! Abbiamo speso tanto nel ritorno e quando rincorri sempre prima o poi paghi la stanchezza”.

Montrone: “Secondo me, ci siamo giocati il campionato nel trio di partite Mola-Novoli-Francavilla, match dove potevamo dare qualcosa in più nonostante un po’ di sfortuna. In più siamo arrivati scarichi alla partita col Francavilla”.

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Mister Nicola Ragno

Tre parole per descrivere mister Ragno.

Fiorentino: “Un bravissimo mister, preparatissimo. Lo conoscevo, ma non l’ho mai avuto. Bravissimo, preparatissimo e un’ottima persona. Con lui si può parlare tranquillamente cercando di portare avanti ciò che c’eravamo prefissati”.

Montinaro: “Prima di tutto è un professionista unico, non ha niente a che fare con l’Eccellenza. Prepara le partite al cento percento anche se l’avversaria è l’ultima in campionato ed infine è una persona socievole e simpatica”.

Montrone: “Il mister è un vincente, i fatti lo dicono. In queste categorie è sprecato, però un po’ per impegni di lavoro, un po’ per altre motivazioni lui si accontenta, anche se non dovrebbe. È un maniaco del calcio, non lascia niente all’incompiuto”.

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Il presidente del Nardò Maurizio Fanuli

A livello personale, cosa ti ha lasciato questa stagione?

Fiorentino: “Questa stagione è stata fondamentale per un riscatto personale. Dopo l’anno scorso vissuto tra alti e bassi, e concluso con la retrocessione (con il Real Metapontino, ndr), ho avuto un infortunio che mi ha tenuto fermo per tre mesi e mezzo durante l’estate. Ciò non mi ha fatto aggregare facilmente a un gruppo. L’Altamura mi ha dato fiducia e possibilità di ripartire, poi a dicembre ho deciso di vestire la maglia del Nardò per una giusta causa, rifiutando altre offerte. Ad oggi sono contento e fiero di quello che è avvenuto”.

Montinaro: “Dopo i primi sei mesi a Padova non andati benissimo è stato una specie di riscatto. Volevo ritornare a giocare e l’ho fatto in una piazza importante, ho fatto gol nella partita decisiva. Cosa chiedere di più?”

Montrone: “Tantissimo. Conoscere tanta gente eccezionale come i presidenti Fanuli e Fiorentino, tutta la gente di Nardò mi ha dato tanta felicità. Porterò per sempre questo ricordo”.

Che programmi hai per il futuro?

Fiorentino: “Sono sceso di categoria l’anno scorso per rimettermi in discussione e per rivalutarmi. A oggi non si è parlato ancora di futuro e mi auguro che se ne parlerà prossimamente. A me piacerebbe restare in questa grande piazza; qui, con questa tifoseria, si possono fare anche campionati più importanti della Serie D”.

Montinaro: “Fino al 30 giugno ho un contratto con il Lecce. Loro decideranno cosa fare, se prolungarmi il contratto o svincolarmi. In qualsiasi caso, se ci fosse la possibilità di fare un altro anno a Nardò in serie D la prenderei volentieri. Se dovessi scegliere tra fare panchina in Lega Pro ed una D da protagonista sceglierei la seconda opzione”.

Montrone: “Non nascondo che il mio desiderio sarebbe quello di giocare in D con il Toro. Ora pensare all’anno prossimo è ancora prematuro, stiamo ancora pensando ai festeggiamenti. In ogni caso, avrò modo di parlare con la società. Se ci sarà piacere a puntare su di me non esiterò ad accettare”.

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Daniele Fiorentino con la maglia in memoria del fratello scomparso

In conclusione, a chi dedichi questa promozione?

Fiorentino: “La dedico a mio fratello che è venuto a mancare l’anno scorso. La dedico anche alla mia famiglia ed a tutto il pubblico di Nardò, alla società ed al mister”.

Montinaro: “Alla mia famiglia, soprattutto a mio padre. Mi aiuta in tutto quello che faccio, sia fuori che dentro il campo”.

Montrone: “A mia moglie ed ai miei due figli Giuseppe e Deniel, hanno sopportato tanti sacrifici in tutti questi mesi in cui sono stato assente da casa; non mi hanno mai fatto pesare nulla. La dedico anche al presidente Fanuli, al mister ed a tutta la gente che ha creduto in noi. Nardò con questa categoria c’entrava poco”.

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