NARDÒ (di Gabriele De Pandis)- Il fischio finale suona come una liberazione. È il D-Day granata. È l’ultimo tramonto con il Nardò in Eccellenza, la nuova alba del neonato sodalizio neretino si chiama Serie D. Il 2-0 contro lo Scordia, alla luce dello 0-3 dell’andata, decreta ufficialmente la promozione del Toro in Serie D. Il pensiero di molti andrà sicuramente al 3 novembre 2013, una data che ora resta solo rappresentativa di un capitolo chiuso della storia del calcio neretino. Più di diciassette mesi fa il Nardò Calcio incassava semi-ufficialmente la radiazione dai campionati FIGC dopo aver rinunciato alla disputa della gara contro il Grottaglie e l’entusiasmo ribollente dei più di 5000 presenti oggi al “Giovanni Paolo II” per festeggiare la promozione suona come un segnale inequivocabile e forte all’intero Sud Italia calcistico. Il Nardò è tornato e con orgoglio riprenderà la sua avventura nella quarta serie nazionale dopo un digiuno che si è protratto per due lunghe stagioni, la prima, straziante, senza calcio in un centro che della cultura sportiva cerca di costruire le proprie fondamenta.
La partita– Trascinato dalla splendida coreografia preparata in settimana dai suoi ultrà, il Toro cerca subito l’affondo con una girata di Rana da posizione defilata sulla quale Fagone blocca agevolmente. Lo Scordia s’approccia bene alla partita, imballando inizialmente le idee granata grazie ad una difesa ben organizzata ed al centrocampo dal baricentro basso. Quando però si tratta di colpirei ai siciliani tremano le gambe. All’8′ un errore della difesa del Toro non è ben sfruttato da Marziale che, servito da Cocimano, dribbla anche Caroppo prima di concludere debolmente. Stessa storia al 13′ quando Cocimano tutto solo al centro dell’area fallisce l’inzuccata vincente. Scampato il pericolo, il Nardò macina gioco sulla destra grazie all’asse De Giorgi-Palmisano e s’avvicina per due volte al gol grazie all’estro dell’ex Copertino. Un cross per Montinaro, con tiro parato di piede da Fagone, e un tiro ravvicinato di poco fuori da buona posizione cambiano verso alla partita. Dalla destra arriva anche il vantaggio. È il minuto 26. De Giorgi innesta la quinta sulla corsia di competenza e scodella un pallone al centro che Montinaro gira in rete dopo esser sfuggito a Serafino. È il gol della sicurezza, il gol che toglie ogni residuo di tensione ai 5000 supporters presenti. Da quel momento il match si tinge di granata, ogni protagonista vuole mettere il suo sigillo al D-Day.
Lo Scordia prova il break ma senza ferire il Toro. La punizione di Bertolo e la sassata da fuori finiscono ampiamente sopra lo specchio. Dalla distanza ci prova per due volte anche Carlo Vicedomini, ma le pennellate del talentuoso regista si spengono a lato. Il secondo tempo è giocato su ritmi ancora più bassi, lo Scordia non ci prova più di tanto, trovandosi alle prese con il contenimento delle percussioni di Palmisano, domata da Fagone, e di Montinaro, conclusa con un cross non sfruttato da Rana. Un passaggio ben calibrato da Fiorentino alimenta un buon contropiede ma Mancarella cincischia al momento del tiro. Stessa sorte al 19′ per un capovolgimento avviato da Rana e non sfruttato da un Vicentin mai pericoloso e sostituito da Palazzo poco dopo. Diverso epilogo ha il fendente di Carlo Vicedomini che alla terza occasione, al minuto 23, sigla il 2-0 con una bella traiettoria incrociata dai venti metri. La partita si trascina fino alla fine con ritmi blandi, ancor di più quando Cocimano si guadagna il cartellino rosso per un intervento scomposto ai danni di Vicedomini. Rana al 21′ veste i panni dell’assistman servendo Fiorentino che delizia il pubblico con un esterno al veleno che lambisce il palo. Il bomber barese prova a mettere il suo marchio sulla finale ma il pallonetto sul lancio di De Giorgi (prova maestosa la sua) è alto. Alla mezz’ora c’è gloria anche per Caroppo, reattivo sulla girata di Bellino. Gli ultimi minuti servono soltanto ad alimentare la voglia di festa, esplosa poi al 90′ con l’invasione pacifica sul terreno di gioco.
“La D di”- Il Nardò approda meritatamente in Serie D. Ampi i valori dimostrati sul campo dal Toro, costruito in modo vincente in occasione dell’accelerazione impressa dal presidente Fanuli nel calciomercato invernale. Il rendimento maiuscolo del Nardò nel girone di ritorno non deve però distogliere l’attenzione da una squadra che si è subito rivelata una pretendente alla promozione anche nella prima epoca con in panchina Walter Monaco, timoniere dopo le prime partite targate Mosca. L’animus da vincitore di mister Nicola Ragno, all’ottava promozione in Serie D, ha messo insieme i tasselli utili dati a disposizione dalla società e dal d.s. Corallo. La superiorità tecnica del Toro si è vista anche nelle sfide play-off, affrontate con il killer instict dal trainer molfettese, maniacale nell’organizzazione e padrone del campo anche nelle sfide in trasferta a Mazara e Scordia. Sul campo è giusta una prefazione dedicata ad un gruppo sempre sul pezzo e mai domo nonostante l’estenuante rincorsa al Francavilla durata per tre quarti del campionato e caratterizzata da un Toro non al completo negli appuntamenti più importanti. Gli innesti decembrini Anglani e Montrone hanno eretto un muro difficilmente espugnabile.
Vicentin, nonostante la conclusione calante, ha segnato gol a grappoli rompendo l’inerzia di partite risolvibili solo con il guizzo dell’ariete offensivo. In mezzo al campo le geometrie di Carlo Vicedomini, stella polare della mediana, hanno tolto le castagne dal fuoco in molte occasioni, dando anche quello sprint in più ai giovani rampanti granata (Mancarella l’habitué, Montinaro, Starita e Caporale gli incursori). Il centrocampo è stato anche il regno di Daniele Fiorentino, calciatore di una completezza paurosa adatto ad altre categorie. Rana e Palmisano, formidabili a campo aperto, hanno pagato un campionato con qualche guaio di troppo ma la promozione porta anche i loro (numerosi) sigilli. Passando dal campo alla scrivania, è anche il D-Day del presidente Maurizio Fanuli, vincente al primo anno di esperienza a Nardò. Che cominci la festa, il Nardò ora può riprendere il cammino in quella Serie D lasciata nel modo più mesto. Il 3 novembre è solo un brutto ricordo. C’è un futuro da scrivere.
Il tabellino
ACD Nardò – SSD Scordia 2-0
ACD Nardò (4-4-2): Caroppo; Mancarella, Anglani, Montrone, De Giorgi; Palmisano (28′ st Caporale), Vicedomini (cap.) (36′ st Papi), Fiorentino, Montinaro; Vicentin (20′ st Palazzo), Rana. A disposizione: Picco, Starita, De Razza, Gigante. Allenatore Nicola Ragno.
SSD Scordia (4-4-2): Fagone; Serafino, Castiglia (cap.), Bertolo, Cannatella (39′ st Caruso); Gallipoli, Diop, Messina (44′ st Buonapasqua), Marziale; Bellino, Cocimano. A disposizione Cultrera, Russo. Allenatore Natale Serafino.
Reti: 20′ Montinaro, 23’st Vicedomini
Espulso: 31′ st Cocimano (S)
Ammoniti: 17′ Palmisano , 37′ Anglani , 40′ st Cannatella (S)
Arbitro Adalberto Fiero di Pistoia
Assistenti Nicola Nevio Spinello di Avellino e Alessandro Rotondale dell’Aquila
Note: calci d’angolo 4-3, tiri in porta 4-2, tiri fuori 7-3, in fuorigioco 5-2. Spettatori 5000 circa (trasferta vietata). Recuperi 1’pt, 0’st.