LECCE (di Italo Aromolo) – In Serie A siamo stati abituati ad arbitri “inspiegabilmente” fermi a centrocampo con le squadre pronte a battere il calcio d’inizio: aspettavano la contemporaneità dagli altri campi, perché regolarità così vuole. Con gli aggiornamenti di risultato che ormai rimbalzano istantaneamente da campo a campo, è giusto che se ci sono in una stagione squadre che lottano per lo stesso obiettivo non giochino – anche solo per qualche minuto – conoscendo già i risultati delle proprie dirette rivali. La buona consuetudine, tecnicamente di applicazione elementare nell’anno 2015, non sembra, ahinoi, appartenere però alla “macchina organizzativa” della Lega Pro Unica.
Basti guardare, ad esempio, cosa è accaduto nella scorsa giornata di campionato nel Girone “C”: mentre a Caserta si superava il decimo minuto di gioco del secondo tempo, a Lecce, Messina, Cosenza e Barletta le squadre erano ancora negli spogliatoi. Dettagli all’apparenza trascurabili, ma che in certe circostanze possono rivelarsi decisivi: provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se l’Aversa Normanna, prossimo avversario del Matera, venisse a sapere con dieci minuti di anticipo – magari sul risultato di parità – di aver raggiunto aritmeticamente la salvezza. Insomma, anche nella gestione dei fondamentali, la Lega Pro lascia molto a desiderare.
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