LECCE (di Silvia Famularo) – Si può piangere per una squadra di calcio alla mia età e dopo aver vissuto tante esperienze, dolorose e felici, che hanno tessuto il mio tempo? Sì, si può, se la squadra è “cosa tua” da quando eri piccola e con il tuo papà l’hai vista giocare su campi di terra battuta, quando il calcio aveva meno soldi e più verità; si può, se hai messo tutte le tue energie e la tua faccia per lei, per aprirla ai suoi tifosi e per non farla morire. Si può, se sei seduta in curva e senti, anche se il sole ti cuoce, i brividi sulla tua pelle quando canti per lei ed un singhiozzo infantile ti mozza il fiato. Sta finendo una stagione drammatica, forse la peggiore in assoluto perché il destino giallorosso è incerto, ancora più incerto di quattro anni fa quando, nello stesso periodo, un “barese” si era già innamorato di noi e della nostra squadra. Mia nonna mi ha insegnato che quel che avviene conviene io però oggi non riesco a crederci.