MoscardelliLECCE (di Italo Aromolo) – La voce dell’innocenza di un calciatore può ben poco di fronte alla cronica sordità del sistema calcio. L’innocenza è quella dell’attaccante del Lecce Davide Moscardelli, il sistema è rappresentato dall’arbitro Lanza della sezione di Nichelino che, in Catanzaro-Lecce, lo ha espulso per una presunta gomitata clamorosamente smentita dalle immagini, oltre che dal Giudice Sportivo della Lega Pro, che lo ha poi punito oltremisura per la condotta violenta riportata nel referto del direttore di gara ed i successivi atteggiamenti di rabbia. Cinque giornate di squalifica al bomber giallorosso espulso “per aver colpito con una gomitata al mento l’avversario, disinteressandosi del pallone”. Poi la motivazione del Giudice prosegue: “Avvicinava l’arbitro e gli rivolgeva una frase ingiuriosa ed offensiva; uscendo dal terreno di gioco si toglieva la maglia lanciandola per terra reiterando frasi offensive nei confronti dell’arbitro”. Una sanzione che ha destato clamore ed incredulità tra i dirigenti, i compagni di squadra ed i tifosi salentini, allibiti per via di una condanna apparsa eccessivamente severa al cospetto di situazioni analoghe non giudicate con il medesimo rigore. Ultima in ordine di tempo quella del portiere del Benevento, Pasquale Pane, che ha subito appena due giornate di squalifica per il trattamento a calci e pugni riservato al leccese Carlos Embalo nell’ultima giornata di campionato. Per capire meglio la misura della Mosca-squalifica, abbiamo selezionato dieci casi di calciatori squalificati che hanno fatto giurisprudenza tra pugni, testate, schiaffi, insulti e tanto altro.

Philippe Mexes, difensore del Milan in Lazio-Milan del gennaio 2015. Il difensore del Milan si è dato al combattimento selvaggio negli ultimi minuti di Lazio-Milan, quando in preda ad uno scatto d’ira ha afferrato per la giugulare il centrocampista laziale Mauri e ne ha reiteratamente tentato il linciaggio con strozzamenti a ripetizione. Il biondino francese, ad ogni modo, se l’è cavata con una squalifica di sole 4 giornate: la sua società non ha neanche optato per il ricorso. GIORNATE DI SQUALIFICA: 4.di michele

David Di Michele, attaccante del Lecce in Chievo-Lecce del maggio 2011. Dall’effetto allucinogeno della prova tv nasce anche una paradossale squalifica che l’attaccante del Lecce David Di Michele rimediò al “Bentegodi” di Verona nel maggio del 2011: senza che l’arbitro avesse messo nulla a referto, il Giudice Sportivo acquisì le immagini di Sky per punire un suo presunto schiaffo al clivense Cesar. Le tre giornate di squalifica significavano campionato finito per il bomber giallorosso, se non che l’annullamento della sentenza in appello dimostrò l’incolpevolezza dell’attaccante di Guidonia e il chiaro abbaglio preso dal signor Tosel. GIORNATE DI SQUALIFICA: 3.

Cosimo La Ferrara, attaccante del Milan in Milan-Inter Allievi Regionali dell’ottobre 2014. Cosimo La Ferrara era un sedicenne come gli altri prima che, il 7 ottobre 2014, si ritrovasse sulle prime pagine di tutti i giornali per un’antipatica manifestazione di razzismo: in un derby con l’Inter, l’attaccante degli Allievi Regionali del Milan si rivolgeva così al coetaneo ghanese Justice Opoku: Questo è per te, negro di m…” Non esemplare la punizione: soltanto 5 giornate di squalifica, la metà di quanto inizialmente richiesto da procuratore federale Stefano Palazzi. GIORNATE DI SQUALIFICA: 5.

Nicolas Anelka, attaccante del West Bromwich Albion in West Ham-West Bromwich Albion del dicembre 2013. Dal razzismo all’antisemitismo il passo è breve. Con una capatina internazionale ci focalizziamo sullo strano caso di Nicolas Anelka, l’attaccante del West Bromwich Albion che, in occasione di una partita contro il West Ham, ha festeggiato la doppietta personale mimando il gesto della querelle, una sorta di saluto nazista invertito ma altrettanto comunicativo di odio e disprezzo verso il popolo ebraico. L’attaccante francese si è giustificato asserendo che il gesto, oltre a rappresentare una semplice e generica critica verso un non meglio precisato “sistema”, avrebbe avuto i connotati di “dedica” nei confronti del suo amico Dieudonnè M’bala M’bala, comico, attore e politico francese, nonché ideatore della stessa querelle. Anche nel caso giuridico dell’attaccante del Wba è prevalsa la linea soft: le iniziali 18 giornate di cui si era parlato sono state ridotte a 5, il minimo da regolamento per comportamenti di questo genere. GIORNATE DI SQUALIFICA: 5.

Cristian Rodriguez, attaccante del Parma in Atalanta-Parma del marzo 2015. Ai limiti del grottesco il comportamento di Cristian Rodriguez, attaccante del Parma che ha pensato bene di alzare le mani al direttore di gara per esternare il proprio disappunto per un espulsione. Quando gli è stato sventolato il rosso all’87’ di Atalanta-Parma, Rodriguez ha reagito afferrando il braccio del signor Di Bello e abbassandoglielo come a voler dire: “L’espulsione non c’è, che lo alzi a fare?”. GIORNATE DI SQUALIFICA: 4.

Panagiotis Kone, centrocampista dell’Udinese in Empoli-Udinese del gennaio 2015. Simile escandescenza per Panagiotis Kone, centrocampista dell’Udinese che paga anch’egli un contatto fisico di troppo con il direttore di gara. La partita è Empoli-Udinese: il greco viene espulso per una gomitata (vera, questa..) e nella foga della protesta si rivolge al signor Ghersini mettendogli le mani al petto e spingendolo un paio di volte. Per il regolamento è troppo, davvero troppo. GIORNATE DI SQUALIFICA: 3.

Jacopo Galli, centrocampista del Pontedera in L’Aquila-Pontedera del marzo 2015. Non sempre la roulette delle squalifiche è circoscritta al triangolo calciatore-arbitro-avversari, ma a volte può anche sfociare negli ambienti della tifoseria. Così è stato per Jacopo Galli, attaccante del Pontedera squalificato per 4 giornate “per un comportamento gravemente offensivo e provocatorio nei confronti dei sostenitori avversari.” Dopo aver realizzato il gol del pari in L’Aquila-Pontedera, il giovane calciatore toscano esultava inveendo contro i supporters rossoblù con urla, insulti e gestacci. Alle giornate di squalifica si è quindi aggiunta una singolare punizione decisa dallo stesso club granata: Galli è stato invitato a svolgere attività di volontariato per tre settimane presso un istituto sociale pontederese. L’educazione prima di tutto. GIORNATE DI SQUALIFICA: 4.

Sulley Muntari, centrocampista del Milan in Inter-Milan del dicembre 2013. Le parole del Giudice Sportivo recitano così: “Tre giornate di squalifica per avere, al 48′ del secondo tempo, a gioco fermo, colpito un giocatore avversario con un pugno al volto”. Il protagonista del misfatto è il centrocampista milanista Sulley Muntari, che nello stracittadino in questione sferzava un destro stile Tyson al collega interista Kuzmanovic. L’ episodio, per nulla chiaro, era preceduto da un altrettanto pericolosa entrata scomposta da parte del mediano ghanese: l’arbitro Mazzoleni, così, non ci ha pensato due volte ad estrarre il rosso diretto. GIORNATE DI SQUALIFICA: 3.

Javier Ernesto Chevanton dopo il 2-1 al NapoliErnesto Javier Chevanton, attaccante del Lecce in Lecce-Sampdoria del novembre 2010. Javier Ernesto Chevanton non è mai stato un calciatore qualunque: prendere o lasciare, o tutto o niente. E così, quando in un Lecce-Sampdoria l’allora attaccante del Lecce si vedeva negare un clamoroso rigore da parte dell’arbitro Gava, la più totale follia si impossessava del suo genio: una corsa lunga trenta metri per raggiungere l’avversario in contropiede e colpirlo con un calcione sullo stinco, seguita dall’espulsione diretta, gli insulti verso arbitro e il gesto di togliere la maglia per scagliarla contro lo stesso direttore di gara. Un impeto di rabbia susseguito (e quindi parzialmente giustificabile) ad un ciclopico errore arbitrale: la situazione è simile a quella del “Mosca”, come pure il numero di giornate di squalifica. GIORNATE DI SQUALIFICA: 5.

Samuel Eto’o, attaccante dell’Inter in Chievo-Inter del novembre 2010. Anche un campione come Samuel Eto’o non si è fatto mancare qualche colpo.. di testa in carriera. E non certo quelli per realizzare un gol. In Chievo-Inter, più volte provocato dal clivense Cesar (sempre lui..), il camerunense perdeva le staffe e gli rifilava un’energica testata al petto non ravvisata dal direttore di gara. Immediato l’intervento della prova televisiva: il giudice Tosel sentenziava tre giornate di squalifica e ben 30mila euro di multa per il paperone interista. Se li multassero tutti così… GIORNATE DI SQUALIFICA: 3.

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