LECCE (di Carmen Tommasi) – Torna alla vittoria il Lecce di mister Alberto Bollini che per Pasqua si è regalato tre punti preziosi per continuare a rincorrere il treno ed il sogno dei play-off. In un mercoledì pomeriggio primaverile al “Via del Mare”, con tanto sole e buone speranze, Romeo Papini sigla la vittoria della sua squadra e fa un bel dono a se stesso, ai compagni, alla società ed ai suoi tifosi (pur tra le molte assenze tra le fila dei salentini che minavano il cammino futuro dei giallorossi: mancavano Moscardelli, Mannini, Di Chiara e Lepore squalificati, Caglioni e capitan Miccoli infortunati). A cinque giornate dalla fine della stagione, in un clima tutto pasquale, analizziamo per reparto chi tra i protagonisti della rosa giallorossa merita la “sorpresa” nell’uovo e chi no, il tutto tra il serio e il faceto.
DIFESA- SORPRESA PER Marcus Diniz: SICUREZZA SILENZIOSA. Ritorna in campo a gennaio dopo un lunghissimo, sofferto e anomalo infortunio al piede destro e dimostra di essere tornato quello dei tempi migliori. A destra o al centro della difesa il brasiliano, classe ’87, è ormai una pedina inamovibile della retroguardia salentina. Vuole la serie B e continua a crederci. Jolly prezioso.
SENZA SORPRESA PER Nicholas Caglioni: ARRUFFONE. Se il Lecce nello scorso campionato è arrivato in finale playoff è anche e soprattutto merito del gigante bergamasco, ma quest’anno l’ex Crotone è stato troppo discontinuo per poter considerare il suo “percorso” all’altezza di un giocatore della sua esperienza. “Caglio” ha alternato parate miracolose a prestazioni da dimenticare. Sempre troppo insicuro fuori dai pali e carente nelle prese alte. Ora l’infortunio alla mano sinistra gli permetterà di riposare e di ricaricare le batterie. On-off.
CENTROCAMPO- SORPRESA PER Romeo Papini: IL RE C’È. Lui è uno di quelli che abbassa la testa, lavora con intensità, scherza quando lo si può fare e sembra amare la maglia giallorossa come un leccese doc. “Il Papo”, il geometra del centrocampo giallorosso, dopo un inizio di stagione non esaltante si è rimesso in corsa e sogna di portare il Lecce ai play-off. “Noi ci crediamo e lo faremo fino alla fine, lo dobbiamo a tutti e soprattutto ai nostri tifosi”: così l’ex Carpi che, nell’ultima di campionato con un gol su palla inattiva ha regalato i tre punti al Lecce e un dispiacere al suo ex e affezionato maestro, Fabio Brini. Quantità e qualità.
SENZA SORPRESA PER Filipe Gomes Ribeiro: SOTTOTONO. Il brasiliano, colui che sa dare del tu al pallone, è arrivato in estate per occupare il ruolo di regista nel dettare i tempi alla squadra e per far rivedere il curriculum sfoderato nella passata stagione in quel di Perugia. “Fili”, invece, dopo le prime partite in cui ha fatto bene e non ha affatto demeritato è stato sempre al dì sotto della sue caratteristiche e qualità tra panchina e posto da titolare in un campionato da dimenticare. Che peccato: “si può dare di più..”.
ATTACCO- SORPRESA PER Davide Moscardelli: UNICO E INIMITABILE. Il vero protagonista, prima nel Lecce di Franco Lerda, poi in quello di Dino Pagliari e adesso con Alberto Bollini, è sempre lui, il bomber ex Bologna. Trentacinque anni suonati e non sentirli: 14 gol stagionali per una stagione da incorniciare. Utile a dismisura in fase di non possesso, regge il reparto da solo e i compagni non possono fare a meno di lui. Il giudice sportivo ha fermato l’attaccante romano per cinque giornate, dopo il rosso diretto di Catanzaro, e bomber “Mosca” è incavolato nero. Il migliore del Lecce in assoluto, leader barbuto.
SENZA SORPRESA PER Carlos Embalo: EGOISTA. La qualità c’è e su questo non si discute, ma l’ex Carpi è troppo innamorato del pallone e poco concreto sotto porta. Arrivato a gennaio in giallorosso, nelle poche apparizioni collezionate in campo ha fatto vedere una tecnica raffinata, ma il baby attaccante è ancora acerbo nei movimenti: il talento non manca, ma è ancora allo stato grezzo. Talento in erba.