LECCE (di Carmen Tommasi e Pierpaolo Sergio) – Come un fulmine a ciel sereno, è scoppiato un caso inopportuno (visto il momento) in casa del Lecce proprio a ridosso del big match di oggi pomeriggio al “Via del Mare” contro il Benevento. Capitan Fabrizio Miccoli e mister Alberto Bollini sono quasi arrivati alle mani, per motivi apparentemente futili, e sono stati a fatica separati dai due preparatori atletici Paolo Redavid e Manuel De Maria, i soli presenti al momento del battibecco, accompagnato da spintoni e parole forti.
I PARTICOLARI – Tra i due tesserati giallorossi è nato un litigio fuori luogo per due elementi che dovrebbero essere d’esempio in un gruppo composto anche da giovani che vedono entrambi come dei punti di rifermento, oltre che essere gerarchicamente rilevanti. Il tutto è iniziato, a quanto trapelato, da una battuta del mister mantovano nei confronti del capitano di San Donato. L’ex tecnico della Lazio Primavera, scherzando, si è rivolto all’attaccante salentino che stava mordendo una brioche dicendogli: “Infortunato cronico… ma non quando si tratta di mangiare, vero?” L’ex Palermo non l’avrebbe presa bene e in maniera agitata (eufemismo) gli ha subito risposto: “Ha parlato il mago della panchina… Meju cu me stau cittu (meglio se sto zitto, ndr)”. Queste due battute hanno così scatenato l’inferno. La scintilla è bastata per far accadere ciò che non doveva succedere e proprio nel momento più delicato della stagione. Se si è verificato l’inenarrabile è sintomo di uno stato di forte tensione all’interno dello spogliatoio che nemmeno il tecnico mantovano è in grado di gestire. Non scendiamo nei particolari, perché è giusto non farlo, ma i due si sono reciprocamente aggrediti (non solo verbalmente) e si racconta di un Miccoli davvero fuori controllo.
LA SOCIETÀ – Dopo una simile sceneggiata, indegna per due professionisti, abbiamo subito chiesto quali provvedimenti avrebbe adottato la società. Il presidente Savino Tesoro, alquanto infastidito e sorpreso, ha risposto perentorio: “Avevamo problemi più seri in questo momento, sono nero. Ora basta!” Abbiamo contatto telefonicamente, quindi, poco dopo anche il direttore sportivo dell’U.S. Lecce, Antonio Tesoro: “Penso al Benevento in questo momento e basta, ma i due non la passano di certo liscia. Sono furioso. Una multa è il minimo“. Il club di Piazza Mazzini non ha ovviamente preso bene l’accaduto e sta pensando ad una punizione esemplare per i due tesserati. La riflessione più immediata è che, prima o poi, un simile episodio si sarebbe potuto verificare, ma l’aver perso il controllo proprio nel giorno in cui il patron ha chiesto di giocare in campo fino alla morte per dare una risposta ai fatti di Catanzaro lascia allibiti. A Lecce la situazione è oramai ingestibile ed il rischio reale è che davvero la famiglia Tesoro possa ora scegliere di mandare in campo la formazione Berretti con Sandrino Morello in panchina.
Commenti
Le conclusioni a cui giunge il cronista è la peggior soluzione,sono certo che il Presidente,vero uomo di sport,non l’ha nemmeno presa in considerazione.Il commento all’accaduto è uno solo Miccoli potrebbe fare a meno di mangiare merendine visto il fisico non proprio al meglio per un atleta e visto che tutti i dietologhi,sconsigliano l’uso delle merendine a chi ha problemi di peso.Il mister poteva avere un atteggiamento più adatto,tenendo conto che aveva di fronte una persona di un’età quasi simile alla sua e non un atleta delle giovanili,perchè la verità si può dire in tanti modi.Comunque per entrambi consiglio un buon bagno caldo e una sincera stretta di mano.