LECCE (di Giovanni Costantini) – Siamo alle solite. Ormai si sta entrando nel vivo della Settimana Santa che conduce alla Pasqua, un momento che quantomeno dovrebbe indurre ad una maggiore riflessione e contemplazione sul grande mistero della vita umana, che si sia o meno credenti, mentre tutto attorno a noi rimane frenetico, rumoroso, sensazionalistico.
I notiziari di tutto il mondo parlano di un folle copilota suicida che ha spezzato con la sua, ben 150 vite umane; dell’ennesimo colpo di scena nel processo per l’omicidio di Meredith, con l’assoluzione definitiva in Cassazione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito; degli scandali legati all’ormai dilagante corruzione tra i politici, che fanno da sfondo a quello che anni addietro qualcuno ribattezzò l’inutile ed inconcludente “teatrino della politica”, alle prese con le solite lotte intestine in vista delle prossime elezioni regionali, con le presunte riforme di Renzi, con i dati inverosimili sulla ripresa dell’occupazione.
Vi è, al di là di tutto, un inderogabile bisogno di fermarsi per riflettere sul significato e magari sulla direzione di marcia impressa alle nostre vite. Non è ingannando il tempo di giornate che scorrono compiendo distrattamente azioni che si eleva il nostro livello spirituale e morale (ammesso che lo si voglia), anzi si rischia di sortire l’effetto contrario. Occorre, in particolare nell’età adulta, dare un senso pieno a ciò che si fa, riconducendolo al nostro personalissimo piano di vita.
Si ricostruisce un tessuto umano e sociale, non sulla base di individualismo, nichilismo, relativismo, in nome di presunte e fallaci libertà, ma recuperando i valori che hanno contraddistinto la formazione dei nostri più immediati predecessori. In sostanza, come ci ricordano gli insegnamenti di un Gesù che si appresta a morire per poi risorgere, non di solo pane vive l’uomo. Che possa davvero essere per ciascuno una buona Pasqua di rinascita culturale, morale e spirituale.