LECCE (di Massimiliano Cassone) – Pomeriggio orripilante quello che il Lecce ha vissuto al “Ceravolo” di Catanzaro. La gara termina 2-1 per i calabresi ma lascia uno strascico amarissimo che difficilmente sarà addolcito dal buonismo che ci costringono a dimostrare per sembrare veri sportivi. Quello che è accaduto in Calabria non può passare inosservato; tacere simili episodi o accomodare col sorriso determinati comportamenti significherebbe avallarli senza porsi degli interrogativi pressanti. Proprio due giorni fa in redazione è arrivata una nota con la quale la Lega Pro rassicurava tutti sul regolare svolgimento del campionato, anche perché c’è un Integrity Office che vigila quotidianamente su tutte le gare. Crediamo sempre nella buona fede dei direttori di gara anche quando sbagliano perché errare è umano, ma ci chiediamo, se si persevera nell’errore sempre ai danni di una squadra, cosa significa? Qualche dubbio sorge spontaneo. Ora tocca a chi di dovere fugare le ombre ed aiutarci a credere ancora in questo meraviglioso teatro qual è il calcio. Di seguito analizzeremo la partita sottolineando, oltre agli errori arbitrali, anche il fatto che la squadra e il mister stesso ci hanno messo del proprio per consegnare la vittoria nella mani di un Catanzaro che è sembrato un mansueto orso in letargo.
Un evidenza su tutte balza agli occhi: Moscardelli, dopo la gara con la Salernitana saltata per un’espulsione da definire quantomeno troppo severa, salterà anche quella contro il Benevento per un cartellino rosso che non era nemmeno… giallo. È proprio sfortunato questo ragazzo? È un caso che l’unica punta giallorossa venga spedita in tribuna negli appuntamenti che contano? Questi dubbi appartengono a migliaia di persone e per questo motivo la Lega dovrebbe intervenire ed aprire un’indagine. Non vogliamo insinuare nulla, vogliamo soltanto essere certi che non ci siano “complotti”, così come in altri tempi si è sperato che non esistesse il calcio-scommesse o che il Lecce non dovesse giocare in Lega Pro perché quel derby famosissimo fu in realtà regolare…
Se qualcuno ancora vuol far finta di nulla, ci siamo noi a ricordare che la società di Piazza Mazzini è da tre anni vittima di arbitraggi alquanto insufficienti. Chi deve vigilare vigili. Il Lecce è in Lega Pro, il signor Abisso arbitra in Serie A e siamo certi che anche il signor Lanza abbia le carte in regola per fare presto il grande salto.
L’ARBITRO – Lanza di Nichelino, dopo appena 8 minuti, per un fallo abbastanza veniale (il primo) su Squillace, ammonisce l’incredulo Beduschi. L’arbitro vuol fare capire a tutti che ha la partita in mano. Passa appena un minuto e commette l’errore più grave: espelle Moscardelli, reo di aver saltato ed aver allargato le braccia in maniera normale per difendere l’arrivo della palla e prendere lo spazio giusto per assecondarne il controllo. Al direttore di gara sfugge invece la partita di mani ed usa il cartellino rosso come fosse una rosa da regalare ad una bella donna. Al termine dell’incontro si contano addirittura 4 espulsi tra le fila leccesi (Moscardelli, Di Chiara, Mannini e Lepore) più il team manager leccese Francesco Lillo, come pure 4 ammoniti (Beduschi e Diniz per il Lecce, Razzitti e Rigione per i calabresi). Rovina la partita e mette in seria difficoltà Bollini che si ritroverà mercoledì senza delle pedine importanti nel match clou con il Benevento.
BOLLINI – Ogni volta che arrivano le formazioni ufficiali viene spontaneo sorridere; il mister di Poggio Rusco rivoluziona sempre tutto. Nemmeno questa volta ha deciso di confermare la squadra che nello scorso turno ottenne la vittoria più convincente. Addirittura i due migliori in campo nella partita con l’Aversa, Herrera e Gustavo, finiscono in panchina. In campo si rivede Miccoli dal primo minuto che, al 55°, inspiegabilmente viene sostituito: solo un acciacco, oppure un infortunio potrebbero dare un senso a tale decisione. Dai suoi piedi partono gli assist di quasi tutte le azioni gol: al 17° è sua la punizione che mette Diniz in condizioni di calciare a rete colpendo sfortunatamente la traversa; al 22° serve Mannini col contagiri ma anche lui sbaglia un gol fatto; al 37° è ancora il “Romario del Salento” a danzare sulla sfera e a servirla a Mannini che sbaglia ancora. Sul finire del tempo potrebbe pareggiare ma Bindi sembra Superman; al 50° la sua punizione viene parata con molta difficoltà a terra dal portiere. Altro errore imputabile al tecnico è la presenza di Caglioni in campo; lo scriviamo da settimane, il portiere ha bisogno di ritrovare serenità, le sue indecisioni rendono insicuro l’intero reparto.
LA SQUADRA – Non si possono sbagliare sei, sette occasioni da gol. Non si possono commettere errori così marchiani ed è inutile puntare il dito contro qualcuno in particolare anche se è lampante che molti dei calciatori sono la brutta copia di quelli ammirati l’anno scorso e, tra i nuovi arrivati, qualcuno rende molto meno del previsto. Sotto porta la sfera si butta dentro, il senso del calcio è lì; non vince chi fa gioco, possesso palla e giochetti vari, vince chi segna un gol in più dell’avversario. Ed il Lecce di ieri è stato incapace di segnare.
LA SOCIETÀ – I dirigenti giallorossi sono stanchi di subire da tre anni le decisioni di una Lega troppo forte e forse non hanno più voglia di lottare; eppure, Savino Tesoro è stato il primo ad alzare la voce e ad opporsi all’approvazione del bilancio di Lega Pro chiedendo le dimissioni di Mario Macalli, difeso dai suoi amici di sempre, Lotito e Tavecchio. Sì, proprio lui, Lotito, il presidente della Lazio e della Salernitana, “l’uomo ovunque” del calcio italiano. Episodi come quelli di ieri sono necessariamente da sottolineare perché alimentano dubbi e quindi devono essere analizzati ed accertati da chi ne ha competenza. Ci chiediamo, comunque, ancora perché dal mercato di riparazione non sia arrivato un attaccante… Perché una banda di laterali e non un attaccante?
CONCLUSIONI – Ormai è tutto tremendamente difficile, i play-off potrebbero rimanere un sogno irrealizzato e, se dovesse accadere ciò, significherebbe un fallimento epocale. Ad onore del vero dobbiamo dire però che questo Lecce non avrebbe meritato la sconfitta a Catanzaro. Ma dopo la prima giornata con ko in casa della Lupa Roma e la sconfitta a Messina, bisognava capire che era l’ennesima stagione maledetta. La speranza ora è che i calciatori onorino la maglia fino alla fine, a qualsiasi costo, perché i tifosi del Lecce meritano rispetto.
non si possono falzare le gare in questo modo,perche il lecce ha fatto la sua onorabile partita’fallendo diversi gol,e subendo una gara da una persona che non puo arbitrare queste gare e lascia persare che tali comportamenti siano gestiti dalla cupola che conta.
tali arbitraggi non si dovrebbero piu’vedere perche possono creare dei rischi per il pubblico che segue le squadre.