LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il Lecce non “tira” più. Ormai il dato è palese, incontrovertibile, nonché tristemente risaputo per quanti hanno a cuore le sorti del club del Lupo. Neppure anni di dibattiti e polemiche all’interno della tifoseria giallorossa e tra addetti ai lavori riescono a trovare un senso al progressivo disamoramento dei sostenitori della formazione salentina che, anno dopo anno, dopo i fasti della prima Serie A e le successive stagioni ad alti livelli tra serie maggiore e Cadetteria, ha visto scemare l’entusiasmo e la fame di calcio nel Salento che tifa Lecce.
Basti pensare allo stadio “Via del Mare“, un tempo incapace di accogliere tutti gli innamorati della squadra giallorossa, ed oggi mestamente relegato a recitare un ruolo di lager riservato ai 4.000 fedelissimi che su quei gradoni o poltroncine proprio non riescono a non andare. Non è una questione di categoria. Non si tratta di non gradire questa o quella proprietà. A Lecce, sia nell’era Jurlano, che in quella Semeraro ed ora con la famiglia Tesoro al timone, lo sfaldamento tra la compagine ed il territorio si è andato sedimentando fino a raggiungere le attuali cifre non degne di un campionato che, piaccia o meno, resta pur sempre professionistico e di vertice. Il tifoso del Lecce, insomma, si è imborghesito e guarda quasi con fastidio i nomi delle avversarie che di volta in volta scendono nel Salento per sfidare Miccoli e compagni. Come se allo stadio si dovesse andare solo per seguire l’ospite e non per sostenere i colori della formazione che identifica non solo una città, ma un intera provincia da quasi un milione di abitanti e che, meno di dieci anni addietro, era orgogliosamente la sola rappresentante nel calcio che conta dell’Italia meridionale.
L’impianto sportivo del capoluogo ha visto chiudere la Curva Sud, così come già era accaduto per i settori dei Distinti. La capienza attuale è di poco superiore ai 14.000 posti, eppure a sostenere l’undici di mister Alberto Bollini non si registrano mai più di 4.000 spettatori. Il dato si è ripetuto anche contro la Juve Stabia, club con ambizioni di promozione e che venerdì sera era opposta al Lecce per guadagnarsi punti vitali in chiave (almeno) play-off. Ebbene, la distinta del match indica poco più di 3.600 presenze, con soli 1.384 paganti. Numeri da far impallidire il ricordo della bolgia che qualche anno addietro avrebbe fatto da contorno ad una simile sfida-promozione…
La stessa scena si “ammirerà” anche questa sera nel big match con la Salernitana. I tagliandi venduti sono all’incirca 2.500: una miseria. Se un tempo già solo il fatto di sapere che si tratta della capolista, la cui tifoseria è gemellata con i nemici storici del Bari, che ha come presidente il novello Moggi del calcio italiano, ossia Claudio Lotito, avrebbe garantito un clima da combattimento (sportivo, è ovvio), nel 2015 passa agli archivi come l’ennesima partita a cui farà da contorno uno stadio semivuoto, un catino in cui aleggia impietoso lo spettro dei tempi d’oro, alimentato da assurde polemiche fratricide intestine alla tifoseria giallorossa. Neppure la Curva Nord riesce più a garantire numericamente cifre all’altezza della situazione e del bisogno. Ma qui il capitolo da aprire sarebbe troppo lungo e ci ripromettiamo di farlo in altra sessione.
Immaginiamo le roventi polemiche sui social, ed in quale altro luogo altrimenti?, tra i supporters giallorossi se magari la proprietà avesse istituito la “giornata giallorossa” sulla falsariga di quanto accadeva in anni non tanto lontani. Si tratta di una possibilità che i club si riservano per portare un po’ di denari nelle casse societarie, annullando tessere omaggio ed abbonamenti e mettendo tutti i biglietti in vendita. Proprio quel che è accaduto nella scorsa gara tra Salernitana e Benevento, prima contro seconda ed acceso derby campano, in cui il sodalizio lotitiano ha indetto la “giornata granata”. Ebbene, allo stadio “Arechi” si sono presentati in 20.846 spettatori, regalando una degnissima cornice di pubblico e folklore alla sfida che poteva valere il primo posto finale. Una spinta importante per i granata che hanno sbaragliato gli “Stregoni” ed attuato il sorpasso in classifica prendendosi la leadership del Girone C. Di polemiche o ripicche neppure l’ombra. Già, ma qui siamo a Lecce…