
LECCE (di Massimiliano Cassone) – Gli “antitesoro” possono gioire: il “barese” ha deciso di lasciare il Lecce a giugno, senza se, senza ma e senza ripensamenti. Savino Tesoro, come un fiume in piena, non ha risparmiato nulla a chi lo ha trattato male fin dal giorno del suo arrivo a Lecce. È riuscito a tollerare quella parte di stampa che non l’ha mai sopportato ma si è sentito tradito da una parte di tifosi, quella stessa parte per cui aveva continuato dopo la seconda finale persa anche se non è stata la contestazione degli Ultras a fargli maturare la decisione.
Vogliamo soffermarci su un passaggio principale: “A chi si presenta entro una settimana da oggi, cedo il Lecce gratis”. A questo punto non ci resta che invitare tutti, politici e imprenditori, amanti della maglia e cultori della verità assoluta, nostalgici del passato e capaci direttore sportivi di farsi avanti perché il Lecce aspetta voi. Savino Tesoro, se non dovessero presentarsi degli acquirenti, non iscriverà la squadra al prossimo campionato. Il concetto è chiaro e limpido come l’acqua di fonte, si aspettano sviluppi, certi che di tanti critici e criticoni qualche portafoglio si aprirà. O no?
Staremo a vedere. Intanto il Lecce è in corsa per tentare l’approdo in serie B.
Non fa una grinza il discorso del presidente. Ha gestito l’Us Lecce, in quanto azienda, a suo modo perché a mettere i soldi è stato lui; a volte ha sbagliato, come è vero ed ovvio che tutti lo facciano, ma ha pagato gli errori di tasca sua, coi suoi quattrini e non ci sono sponsor politici e imprenditori di cordata che possano rimproverargli nulla perché la gestione è prettamente familiare ed i bilanci sono apposto. Anzi l’Us Lecce vanta dei crediti e ha un patrimonio di calciatori di proprietà.
Ora chi tiene alle sorti del calcio leccese incominci a muoversi, se non arriveranno cordate (pensiamo che il problema non sussista, perché ci sarà qualcuno sicuramente) il futuro è nelle mani di quella politica che non ha fatto nulla per agevolare Savino Tesoro in questi anni.
L’imprenditore di Spinazzola ha invitato tutti ad una presa di coscienza: “Io c’ero e ci sono ma non ci sarò, avanti il prossimo”.
È una sfida al tessuto imprenditoriale e capitalistico leccese, specie a chi non ha lesinato critiche dimenticando che chi fa sbaglia e chi non fa insegna. Ora si mettano tutti sull’attenti e lo facciano per amore della maglia giallorossa, ci mettano la faccia, specialmente chi ha criticato oltremodo l’operato della società in questi due anni e mezzo.
Detto questo, andiamo avanti, ci sono 14 gare da giocare e vincere (quante più possibile) per scalare il monte che porta ai Play Off e poi in serie B, la matematica dice a chiari numeri che si può e si deve credere alla promozione.
Niente allarmismi, bisogna guardare avanti. Tutti siamo importanti ma nessuno è indispensabile, qualcuno arriverà.
Vero è però che “Lecce” non ha saputo per niente coccolare la famiglia Tesoro che con amore (errori compresi) non ha lesinato il proprio impegno. Questa è la verità…
Ai contestatori da tastiera compresi tutti i detrattori di questa gestione consigliamo di cambiare ritornello, inutile continuare a parlare male di Tesoro: lui non c’è più. Magari incominciate a contestare chi arriverà dopo, tanto per trovarvi il lavoro mezzo fatto. Non sappiamo chi arriverà? Iniziate a contestare a prescindere.
Benedetto sia il gioco del calcio, scienza inesatta di cui tutti siamo scienziati.