LECCE (di Massimiliano Cassone) – Non c’è pace in casa Lecce. Non c’è tempo nemmeno per gustarsi il nuovo corso Bollini che le preoccupazioni per gli eventi che si susseguono minano la serenità di una piazza che meriterebbe ben altro.
Nell’attesa della conferenza stampa di Savino Tesoro di giovedì, il diesse Antonio Tesoro, nell’intervista rilasciata ai colleghi di Pianeta Lecce, ha anticipato il padre che avrebbe dovuto annunciare in primis le decisioni della società, ed invece, nonostante lui affermi di non aver rivelato assolutamente nulla di sostanziale, nelle sue parole il messaggio è chiaro, neppure criptato da parole di circostanza, lui parla di lasciare il Lecce.
A questo punto è presto detto: la famiglia Tesoro abbandona.
La contestazione di domenica certamente ha stillato nell’animo degli imprenditori originari di Spinazzola un sentimento di sollievo perché magari è diminuito in loro il dispiacere di far soffrire una tifoseria che invece li ha fatti soffrire (con la contestazione), perché la decisione di lasciare il Lecce, assolutamente legittima, non è motivata solo ed esclusivamente da “disinnamoramento”, forse la contestazione subita è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un uomo d’affari come Savino Tesoro giovedì durante la conferenza stampa darà i “numeri” della sua gestione e racconterà tutti i “fatti” reali che l’hanno convinto ad abbandonare il progetto.
Seppur abbiamo dissentito la contestazione della Curva Nord fatta domenica, non riteniamo che sia la causa scatenante dell’abbandono del progetto Lecce da parte degli imprenditori di Spinazzola, perché più volte il Presidente Tesoro, ultimamente, aveva espresso l’intenzione di vendere l’US Lecce, tant’è che da tempo se ne parla sui social, per lo più in maniera preoccupata perché i tifosi hanno paura del futuro.
Lo spettro che aleggiava tre anni fa è tornato ad incupire i pensieri dei supporters giallorossi: che ne sarà del nostro Lecce?
In chiusura ci sentiamo di ricordare a chiunque si approcci col mondo del calcio che una squadra di calcio è un bene “immateriale” di una città e di una tifoseria e nelle regole di questo gioco ci sono anche le contestazioni, le pretese di vincere sempre e chi più ne ha più ne metta; ci vuole pelo sullo stomaco per gestire una società di calcio.
Aspettiamo con ansia le parole del Presidente sperando che appunto chiarisca i motivi che li porteranno a lasciare l’US Lecce e non solo per uno striscione o per una frase (Tesoro è il nemico degli ultras), sarebbe esagerato far passare questo messaggio, anche perché gli ultras sono soltanto un parte delle persone che in ogni gara popolano il Via del Mare.
Ai tifosi ci sentiamo di dire che sarebbe opportuno non fasciarsi la testa prima di rompersela, e di stare sereni, perché qualcosa di positivo può sempre accadere. Mondo era e mondo sarà.