In casa Apple si vogliono fermare prontamente gli hacker. Il colosso di Cupertino ha infatti depositato all’ufficio brevetti americano un meccanismo che impedisce gli attacchi sul processore e i comandi dello smartphone a questo collegati come la rete cellulare e i dati cifrati. Il brevetto è stato depositato a fine 2013, ma non si sa se e quando verrà applicato nei futuri dispositivi. Nel frattempo si scopre che il BlackPhone, un super telefono presentato a marzo scorso, definito inattaccabile anche dalle intrusioni dell’Nsa, non è poi cosi sicuro. Secondo il blog Ars Technica, nel BlackPhone ci sarebbe infatti un ‘bug’ nell’applicazione di messaggistica che permetterebbe di decifrare i messaggi, accedere ai contatti e controllare le funzioni vitali di un telefono.

Inoltre, l’azienda guidata da Tim Cook, ha preso anche una forte posizione in termini di protezione dei dati degli utenti, argomento sensibile alla luce del Datagate: a settembre ha annunciato che non sbloccherà più iPhone e iPad criptati -quindi bypassando le password degli utenti- su richiesta delle forze dell’ordine o dei servizi di intelligence. Una mossa che in qualche modo risponde alle critiche degli utenti nei confronti dei big della tecnologia messi a nudo dalle rivelazioni di Edward Snowden.

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