LECCE (di Massimiliano Cassone) – Il Lecce, con quest’ultima débâcle, perde tre gare consecutive nel momento in cui, invece, si pensava stesse per spiccare il volo. Già dopo la gara contro il Messina il tempo della filosofia era finito, bisognava agire. La mancanza di gioco si è ultimamente evidenziata in maniera lampante: senza un’idea tattica, la squadra salentina si imbarca in numeri, moduli e persone (calciatori) che sembrano passare da lì per caso. A questo punto, indipendentemente da quelle che possano essere verità di spogliatoio celate, l’ambiente giallorosso ha bisogno di uno scossone. Il calcio è questo, chi non ama mettere, mettersi oppure essere messo in discussione ha sbagliato di certo mestiere.
Così non va, l’ennesima figuraccia rimediata ad Ischia non serve soltanto ad aumentare record negativi e ad aggiungere come giustizieri, nell’almanacco dei ricordi più brutti, formazioni (Lumezzane, Feralpi, Lupa Roma, Martina Franca, Ischia) non certo all’altezza della storia del Lecce, ma deve servire per capire gli errori commessi che hanno creato polvere, tanta polvere che ora non può essere nascosta sotto al tappeto.
Bisogna cambiare l’allenatore e poi, nel mercato di gennaio, valutare l’opportunità di ridare un volto alla compagine salentina con dei correttivi mirati ed intelligenti perché la squadra c’è, è forte, e la rosa è di tutto rispetto anche se verrebbe voglia di mandare via da Lecce la maggior parte dei giocatori, visti gli atteggiamenti assurdi delle ultime giornate. Perché se è vero che Lerda ha le proprie colpe, pure i calciatori non l’hanno aiutato perché tirare i remi in barca non significa giocare “Cu llu sangu all’ecchi” e di questo la tifoseria se ne duole.
Non bisogna ignorare i problemi ed aspettare altro tempo altrimenti questa squadra fallirà malamente l’obiettivo e, se nelle ultime due stagioni la promozione è sfuggita nella finale dei Play Off e quindi nulla c’è stato da recriminare alla proprietà e nemmeno alla squadra, quest’anno, perdurando quest’andazzo, a Pasqua si potrà già pensare alle fatiche della stagione 2015-16. Bisogna fare in fretta, ci vuole una ventata di novità, ci vuole un progetto di gioco nuovo, ci vuole una persona che riprenda in mano uno spogliatoio che non è più con l’allenatore, siano onesti i giocatori e lo dicano, lo dicano per rispetto a quella maglia che nelle ultime giornate non hanno nemmeno sudato.
Ora ci vuole coraggio da parte della società, lo stesso coraggio dimostrato nell’acquisire il pacchetto di maggioranza della squadra quando stava per finire nelle mani del Sindaco; ci vuole il coraggio di capire ed ammettere che sono stati fatti degli errori (errare è umano) e, anche a costo di farne degli altri, ci vuole il coraggio di ricominciare tutto da capo, a gennaio, con un nuovo allenatore, qualche rinforzo ed un rinnovato entusiasmo per cercare di raggiungere la serie B.
La piazza sogna Serse Cosmi, perché ha un cuore che profuma di battaglia e d’amore, e sarebbe in grado di rimettere insieme i cocci di una squadra che ha perso l’anima e di un ambiente stremato dalle delusioni.