Elisa non si ferma mai ed ha iniziato una nuova avventura. Un tour “che parte in una delle capitali del mondo, uno dei posti più belli in assoluto. E non pensavamo di fare il tutto esaurito”: questo il commento della cantautrice prima del concerto di ieri sera al Koko Club di Londra, il primo del suo tour “L’anima vola Live in the clubs”.
“Un omaggio anche ai tantissimi italiani che vivono nella capitale britannica – spiega Elisa all’AGI– “in un mondo sempre più connesso e in cui bisogna saper parlare quei linguaggi contemporanei che uniscono i giovani e i meno giovani in tutto il mondo”.
Proprio da Londra, dove vivono 350mila italiani, parte la maratona musicale che toccherà altre città europee come Stoccarda, Parigi, Madrid, Zurigo e Bruxelles, oltre alle principali citta’ italiane. “Del resto”, ha aggiunto la cantante triestina, “per me cantare in inglese è naturale e fin da bambina mi piaceva parlare in inglese così come a un bimbo puo’ piacere un colore, il mare, un film animato”. La scaletta del concerto londinese, esaurito nei suoi 1.500 posti in un ex teatro nella zona di Camden Town, ha compreso “Hallelujah” di Leonard Cohen e qualche “vecchio pezzo” destinato ai “fan di sempre”. Sul palco, con Elisa, Andrea Rigonat (chitarra), Victor Indrizzo (batteria), Curt Schneider (basso), Christian Rigano (tastiere), Bridget Cady, Roberta Montanari e Lidia Schillaci (cori). Il suo album “L’Anima vola – Deluxe edition” (Sugar) in Italia è già doppio disco di platino per le oltre 100mila copie vendute.
Tante le collaborazioni, da Ligabue a Tiziano Ferro, ma Elisa ha ancora qualche sogno: “Vorrei cantare con Bono Vox, Eddie Vedder o Dave Gahan. Sogni veramente grandi, ma non oso nemmeno inoltrare la mia richiesta“, ha spiegato. La cantautrice friulana, già vincitrice del Festival di Sanremo nel 2001, del resto ha sempre confidato nella sua internazionalità: “Io vengo dalla zona di Gorizia ed essere di confine ti apre tanto, anche se a volte ti senti meno italiana. Spesso, devo essere sincera, mi sono sentita un’aliena. Ma -ha concluso- dobbiamo anche smettere di automartoriarci. L’Italia mi piace e dobbiamo imparare a renderci conto di quanto verde e’ il nostro prato, di quanta bellezza abbiamo. Tutti vengono da noi e noi continuiamo ad avere il prosciutto sugli occhi. E chi governa deve ispirare la gente ad aprirsi, non alla rinuncia. Deve insomma fare in modo che la gente scommetta con la vita”.