LECCE (di Silvia Famularo) – Continua la nostra inchiesta sui problemi legati al randagismo nella nostra città. L’intervista al dottor Alfredo Pagliaro, oggi presidente del Consiglio comunale di Lecce, assessore alla Sanità, igiene e randagismo dal 2006 al 2012, ha chiarito la situazione in cui versa il settore e come sia diventata urgente una soluzione ai molti problemi che gravano sugli addetti ai lavori, sulla cittadinanza e soprattutto sui cani (LEGGI QUI). Abbiamo ascoltato la dott. Paola Gorgoni, presidente dell’associazione “Nuova Lara“, custode fiduciaria del canile sanitario sotto sequestro dal febbraio 2013.
Ci può dire perché il canile sanitario è sotto sequestro?
“Il canile è stato sequestrato il 28/2/’13 e all’epoca erano stipati circa 160 cani a fronte di una capienza che neanche arriva alle 40 unità. Eravamo completamente abbandonati a noi stessi volontari e cani; vista la precaria situazione in cui versava ormai da troppo tempo il canile di via San Nicola, chiedevamo che i cani venissero trasferiti presso il rifugio di Aura, inaugurato da tempo ma ancora vuoto. A questo trasferimento il Comune di Lecce si è sempre opposto con la motivazione che non si sarebbe potuto procedere in quella direzione senza indire un apposito bando, previsto per legge. Ma sapevamo bene che almeno per tamponare lo stato d’emergenza del canile sanitario, sarebbe bastato un ordinanza sindacale con cui si poteva disporre l’immediato sgombero ed il conseguente trasferimento dei 160 ospiti. La Asl continuava a scrivere e, con una lettera inviata al Sindaco ed all’Assessore all’igiene, alla sanità ed al randagismo, invitava la Giunta a cercare una soluzione per porre rimedio al problema, asserendo che all’interno del sanitario si viveva ‘una situazione ai limiti del reato di maltrattamento dei cani ricoverati, rischiosa per l’igiene e la sanità pubblica nonché per gli stessi operatori che svolgono il loro compito con abnegazione’. Dichiarazione, questa, avallata anche dalla visita presso la struttura, da parte del Corpo Forestale dello Stato, il 24 gennaio 2013. Poi la Procura ha disposto il sequestro penale ed il trasferimento in blocco dei cani. Scrive il GIP Carlo Cazzella nell’ordinanza di sequestro che ipotizza la presenza di indizi compromettenti riconducibili a due gravi reati ovvero: omissione di atti d’ufficio e maltrattamento di animali. Nonostante i vari solleciti della Asl nel corso degli anni, l’amministrazione comunale non solo non ha provveduto a imporre una gestione del canile secondo i criteri previsti dalla normativa di settore, ma ha anche omesso di effettuare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari perché la struttura non diventasse fatiscente e persino pericolosa sia per gli animali che per il personale. Al riguardo è sufficiente richiamare la recente nota del 5 febbraio inviata dall’associazione Nuova Lara e le varie segnalazioni della Asl già a partire dal lontano 2003, evidentemente mai prese in debita considerazione dai competenti organi del Comune, che invece avrebbe dovuto senza ritardo adottare provvedimenti adeguati, per ragioni di igiene, sanità e sicurezza pubblica, al fine di evitare che il canile sanitario di Lecce continuasse ad essere gestito in un contesto di conclamata violazione di legge”.
Ci descriva le condizioni attuali di gestione.
“Nel citato sequestro si prevedeva che, una volta spostati gli animali, il canile continuasse a funzionare, assolvendo alle normali attività, quali il ricovero dei cani segnalati, le cure (sempre effettuate a carico nostro) dei cani malati e feriti (solo per qualche cane ferito il Comune ha predisposto il ricovero da veterinari privati), la sterilizzazione delle femmine, il ricovero dei cuccioli trovati abbandonati sul territorio. Al fine di continuare a dare visibilità agli animali abbiamo chiesto e ottenuto dal PM Elsa Valeria Mignone di consentire l’accesso alle persone che fossero interessate ad adottare i cani ricoverati al sanitario. Dalla data del sequestro in poi l’ingresso di nuovi cani è continuato in materia intensa, specie cuccioli e cani malati. Fino ad oggi il numero di ingressi sfiora le 450 unità. Di questi cani molti sono stati affidati, restituiti ai proprietari, sterilizzati e rimessi sul territorio, alcuni deceduti, pochi per fortuna, perché gravemente feriti o affetti da serie patologie”.
Quali sono stati e quali sono attualmente i rapporti con il Comune di Lecce?
“L’Associazione da sempre ha cercato di essere estremamente collaborativa con l’Ente Comunale e, per anni, si è lavorato in maniera sufficiente ma in perfetta sinergia con la Ausl, alle quale si è legati da un rapporto di profonda stima e amicizia. Attualmente, soprattutto dopo la chiara dichiarazione diffamatoria rivolta dall’Assessore Guido nei confronti di tutti i volontari dell’Associazione nell’articolo della testata on-line ‘20 centesimi‘ e l’attestazione di disistima verso il lavoro svolto, peraltro, in aperta contraddizione con i tanti attestati di fiducia e ringraziamento provenienti da cittadini, ma anche altre amministrazioni comunali con i quali collaboriamo, i rapporti sono totalmente azzerati. Del resto, anche la stessa Procura di Lecce ha ritenuto l’associazione meritevole affidandoci la custodia giudiziaria del canile al posto del Comune”.
Perché il Comune ha inviato la disdetta alla vostra associazione?
“Il contratto era scaduto da tempo ma il canile rimane sotto sequestro e il Comune non ha fatto a più di un anno di distanza nessuna opera di sistemazione della struttura che risulta ancora più degradata e fatiscente. Ci pare incomprensibile che abbia potuto pensare a un cambio di custodia piuttosto che adoperarsi per la salvaguardia della struttura, o , comunque avrebbe potuto fare almeno entrambi. Vista da una certa ottica si direbbe più un atto punitivo, il problema che poi a rimetterci saranno i cani, il nostro scopo principale non è mai stato quello di gestire strutture, anche perché noi siamo un Associazione di volontariato ma il servizio è sempre stato garantito da giovani ex volontari retribuiti e inquadrati, quindi noi abbiamo mensilmente delle gravose spese da affrontare, visto che siamo soggetti al pagamento di tasse come qualunque cittadino, dall’altra parte l’ente comunale si è sempre contraddistinto per il suo ritardo che ha volte ha superato anche 10 mesi nei pagamenti”.
Ci spieghi la situazione del canile rifugio Lovely e perché ne avete chiesto l’ispezione.
“Premettiamo di non aver mai chiesto nessuna ispezione, meno che mai a Guido e alle sue Guardie non essendo organi tecnici deputati al controllo. Il rappresentante comunale ha voluto effettuare una verifica il cui esito, peraltro, ci è sembrata scontato in quanto l’annuncio che sarebbe stata effettuata è stato fatto alcuni giorni prima. Abbiamo solo rilevato che da parte dei gestori del Lovely, nonostante non siano coinvolti nella tematiche randagistiche, sopperendo a ciò almeno da 10 anni il canile sanitario e ora il Rifugio di Aura, vi fosse una certa ritrosia a fare accedere le persone , una certa difficoltà ad affidare cani avendo percentuali bassissime, dall’Anagrafe Canina informatizzata Regionale risultano solo 8 affidi, dei quali almeno 3 cani adottati da volontari della nostra Associazione. Riteniamo che sia giusto che tutte le strutture, soprattutto quelle mantenute con soldi pubblici, diano la massima visibilità ai loro ospiti, affinché i cani custoditi possano avere la possibilità di trascorrere i loro ultimi anni in una famiglia e non uscire dalle strutture solo per essere inceneriti, del resto la nostra normativa di settore ha proprio come principio cardine il tema degli affidi. Abbiamo sollecitato un intervento in tal senso ma a tutt’oggi in quella struttura non è consentito fare foto e con grosso sforzo fanno entrare le persone solo da loro gradite. Inoltre evidenziamo che la struttura denominata Lovely non possiede alcuna autorizzazione sanitaria e di esercizio all’attività quale canile, ciò secondo i verbali dei Nas che hanno proceduto a due ispezioni nel 2011 e 2013 disponendo due sequestri sanitari. L’Associazione Rifugio Lovely non potrebbe gestire il canile non possedendo il requisito dell’iscrizione all’Albo Regionale delle Associazioni ex art. 13 L.R. 12/95 cosi come, peraltro, indicato nell’ordinanza n. 673 del 13/06/2013 a firma del Sindaco Perrone. Tali indicazioni possono lasciarci leggermente turbati come cittadini ai quali appare strano che un ente comunale possa erogare fondi pubblici ad una struttura ‘abusiva’, priva quindi dei minimi requisiti, di contro come associazione abbiamo come unico scopo quello di collaborare affinché quei cani possano trovare la sistemazione alla quale hanno diritto. Probabilmente non tutti potranno godere del calore di una famiglia ma noi riteniamo valga la pena tentare. Per questo, nella richiesta inviata al Sindaco e sottoscritta da 25 associazioni, si chiedono anche orari più flessibili e l’inserimento del sabato come giornata di visita, essendo chiara la difficoltà dei cittadini di accedere in una struttura aperta solo martedì e giovedì per sole due ore”.
Secondo lei, come si evolverà la situazione?
“Siamo purtroppo convinti che la situazione non cambierà affatto come del resto non è mai cambiata in tutti questi anni. Siamo convinti di avere, con le nostre richieste, irritato fortemente l’ente comunale che, peraltro, riteniamo non risponderà né alla petizione, che sino ad oggi conta più di 7000 firme, né alle legittime istanze avanzate dalle 25 associazioni. Al tempo stesso, siamo convinti di agire nel giusto chiedendo una chance di ‘buona vita’ per quegli animali e proseguiremo su questa strada; siamo un’associazione e per noi non vale il principio per il quale ognuno deve guardare il cosiddetto orticello suo”.
Intanto, l’attualità porta alla giornata odierna, durante la quale è in programma l’ispezione itinerante del canile “Lovely”.