LECCE (di Italo Aromolo e Gabriele De Pandis) – I tempi quando Lecce e Cosenza battagliavano per la Serie A sono ormai lontani. Lecce-Cosenza è stata storicamente una partita dal sapore importante per i destini di entrambe le squadre, orientate al paradiso della A, e non sempre conclusi con il lieto fine. Lecce è amara per i tifosi cosentini, infatti, proprio al “Via del Mare” nella stagione 1991-’92 il Cosenza di Edy Reja perse il treno per la massima serie a causa della sconfitta contro i giallorossi decisa dalla rete di Maini, a sua volta propiziato da Baldieri. Sempre tinto di giallorosso fu poi l’altro incrocio con vista diretta sulla Serie A, nella stagione 2002-’03. Al “San Vito” andò di scena un Cosenza-Lecce dove l’1-2 per i salentini, con Vucinic mattatore, diede la giusta carica per il successivo delirio della vittoria contro il Palermo nella partita-stagione e, di contro, sprofondò le speranze salvezza del Cosenza, non ripescato poi neanche dopo il Caso-Martinelli a causa del fallimento. Il presente è diverso: il Lecce lotta per la promozione in B in un girone dove la concorrenza è aspra e numerosa, mentre il Cosenza, che in settimana ha sostituito l’allenatore Cappellacci con l’ex Gubbio Giorgio Roselli, lotta per conservare la categoria dopo un avvio poco brillante.
La storia: una Lega Pro da mantenere dopo l’ennesima resurrezione. Proprio il fallimento del 2003 fu solo l’inizio delle peripezie per i Lupi della Sila. La rinascita, targata Cosenza Football Club, però non fu lunga: dopo tre stagioni di D con delusioni nei play-off contro Vibonese e Siracusa anche questo sodalizio conobbe il fallimento. L’acquisto del titolo sportivo del Rende da parte della nuova Fortitudo Cosenza (poi divenuta Cosenza Calcio 1914) fu però sportivamente più proficuo: promozione in Seconda Divisione nella stagione 2007-’08 e clamorosa seconda scalata in Prima nell’annata successiva. L’arrivo nella terza serie nazionale però non fu una storia lunga, infatti, dopo il 12° posto del 2010 fu il Viareggio a decretare l’ennesima delusione sportiva per i cosentini con la vittoria nel play-out della stagione successiva. La sconfitta contro i versiliesi fu l’anticamera del terzo fallimento dal 2003. Le redini del calcio ai piedi della Sila furono prese dalla Nuova Cosenza Calcio Srl. Nuova ripartenza dalla D, inaugurata con un secondo posto seguito dalla vittoria dei play-off nazionali contro il San Donà che però non valse il ripescaggio e causa del blocco, e nuova promozione dal Girone I nella stagione 2012-2013. Questa volta però i ripescaggi sorrisero ai rossoblù. La promozione, non decretata dal rettangolo verde poiché il girone fu vinto dalla Messina e i play-off videro il Cosenza stoppato dalla Casertana, arrivò grazie ai ripescaggi. La scorsa annata, quella della Seconda Divisione con sole promozioni e retrocessioni, poi sorrise al Cosenza: con il 4° posto i rossoblù, da quest’anno denominati ufficialmente Cosenza Calcio, conquistarono il pass per la Lega Pro Unica.
La rosa: tutto attorno a Fornito e Calderini. L’obiettivo dichiarato della matricola Cosenza è quello di mantenere la categoria senza passare dalla lotteria dei play-out: la rosa allestita dal diesse Meluso, sia pure alle prese con le ristrettezze di budget dettate dal patron Guarascio, sembra essere all’altezza di questo traguardo minimo, risultando almeno sulla carta nella parte “sinistra” della classifica del girone (nono posto nella classifica di valori di mercato curata dal sito specializzato transfertmark.it). La rosa rossoblù si attesta su un livello discreto per la categoria, elevato da quei 3-4 elementi di qualità che potrebbero garantire il quid in più rispetto alle altre pretendenti salvezza. A cominciare da un estremo difensore con un passato in Serie A: Nicola Ravaglia ha fatto da riserva a Francesco Antonioli nelle vesti di portiere del Cesena della 2010/’11. Il pacchetto difensivo, punto di forza dell’ultimo Cosenza che vantava la miglior difesa del campionato di Seconda Divisione, ha mantenuto l’assetto-base ma pare non aver ben digerito il salto di categoria: tra gli interpreti principali della seconda peggior difesa del campionato con 16 gol al passivo, spiccano i vecchi baluardi Antonio Magli, roccioso difensore centrale andato in gol alla prima di campionato a Salerno, e capitan Edoardo Blondett, terzino di fascia che lo scorso campionato ha brillato per continuità e affidabilità (26 presenze e 1 gol). Prima stagione con la maglia dei Lupi per gli altri due componenti del reparto: Luca Tedeschi, prelevato a titolo definitivo dal Parma dopo anni di prestiti, e Simone Ciancio, oltre 50 presenze in Serie B tra Cittadella e Juve Stabia. Il centro del centrocampo è il vero surplus di questo Cosenza: a supporto degli esterni Matteo Zanini (ex Cesena) e Angelo Corsi (ex Aprilia), agiranno due calciatori che si completano a vicenda come Christian Caccetta, centrocampista spezza-gioco che ha condotto il Trapani in B due anni fa e l’ha avvicinato ai play-off per la A lo scorso anno, e Giuseppe Fornito, campione del futuro in prestito dal Napoli che a soli 20 anni ha dimostrato il suo talento da classico “apriscatole” nel ruolo di regista, trequartista e mezz’ala. Il reparto offensivo ruota tutt’attorno a Elio Calderini, capocannoniere della squadra e terzo bomber più prolifico del torneo con ben 4 gol all’attivo: a Cosenza già dallo scorso anno, è una seconda punta che salta l’uomo molto facilmente e si esalta se lasciato libero di agire. Diverse le caratteristiche del compagno di reparto Sasha Cori, attaccante ex Empoli non altissimo (182 cm) ma che ha dato prova di ottime abilità nel gioco aereo: i suoi unici due gol stagionali sono arrivati di testa e hanno regalato il successo in trasferta sull’ostico campo di Matera (3-2 con sua doppietta).
Ultime news: via Cappellacci, ecco Roselli. L’esonero di mister Cappellacci è stata la notizia della settimana in casa Cosenza: il tecnico di Giulianova, lodevole nel rinunciare allo stipendio dell’ ultimo anno di contratto, paga la sconfitta casalinga contro la Juve Stabia (0-1), che ha ulteriormente peggiorato quel ruolino di marcia che vede i lupi occupare attualmente il terz’ultimo posto in classifica con soli 7 punti in 10 partite. Gioco latitante e scarsa cattiveria agonistica sono i capi d’accusa che parte della tifoseria ha imputato al tecnico della promozione, anche in confronti piuttosto concitati sul campo d’allenamento. A risollevare le sorti della scialuppa rossoblù è stato chiamato Giorgio Roselli, ex tecnico del Gubbio che ben conosce il Lecce di Franco Lerda per averlo incontrato nello scorso febbraio alla guida degli eugubini (finì 2-1 per il Lecce al “Barbetti”). Privo degli infortunati De Angelis e Sassano, il neo tecnico in settimana ha provato vari schieramenti tattici, ma alla fine si dovrebbe affidare al collaudato 4-4-2 con la coppia di centrocampo Caccetta-Fornito e il duo d’attacco Calderini-Cori. L’allenatore di Montone farà leva sull’attitudine di una squadra tarata a misura di trasferta (dove sono arrivati 4 dei 7 punti e l’unica vittoria, a Matera) per tornare da Lecce almeno con un punto.