LECCE (di Italo Aromolo) – Il Lecce sfata il tabù-trasferta nella gara più difficile e torna dalla Campania con un successo da incorniciare: Salernitana-Lecce finisce con un eloquente 1-3 che restituisce ai salentini la consapevolezza di poter puntare al primo posto in classifica e fuga ogni dubbio sull’integrità di un gruppo che dà una grande dimostrazione di forza sia in campo, che fuori. Dopo un primo tempo dominato dalla Salernitana ed incanalato sui binari granata dal gol di Calil, nella ripresa la squadra di mister Franco Lerda cambia volto e si presenta in campo con il vecchio modulo del 4-4-2, rifilando tre gol alla formazione di casa fino ad allora battistrada del campionato con il ruolino di squadra da battere e miglior difesa del torneo. Le marcature di Sandro Carrozza, Luis Sacilotto e Abdou Doumbia fotografano abbastanza bene l’enorme mole di gioco prodotta della compagine salentina, abile a riscattare un primo tempo del tutto abulico sotto questo punto di vista. La Salernitana, dal canto suo, è partita a mille sotto la spinta del proprio numerosissimo pubblico ma è andata via via spegnendosi col passare dei minuti, lasciando negli spogliatoi quella buona dose di aggressività e cattiveria agonistica che gli aveva permesso di avere largamente la meglio nei primi 45 minuti.
Numeri alla mano, analizziamo i due tempi per capire come e in che misura il Lecce abbia fatto da sparring-partner prima e abbia invece spadroneggiato nella seconda frazione di gioco.
Primo tempo: alla ricerca della pericolosità. Dal primo all’ultimo minuto del primo tempo, la compagine salentina ha assistito inerme alle folate offensive avversarie, limitandosi ad un sterile titic-titoc di centrocampo e non avvicinandosi praticamente mai dalle parti del portiere granata Gori. Le statistiche sono impietose in questo senso: i tifosi giallorossi hanno dovuto attendere ben 44 minuti per vedere la prima conclusione (e neanche in porta) della propria squadra. Ci ha provato su azione personale Davide Moscardelli, con un sussulto dai venti metri spentosi sulle reti di fondo campo ad almeno 3-4 metri di distanza dalla porta granata. Il coefficiente di pericolosità della formazione ospite, calcolato al solito come tiri effettuati/palle in area di rigore, è altrettanto indicativo: appena 0,06 il valore raggiunto dal Lecce versione 4-3-3, sistema di gioco adottato nel primo tempo che venerdì ha deluso tanto quanto aveva incantato nelle precedenti uscite contro Casertana e Juve Stabia.
Il primo tempo choc di tutta la squadra ha visto la strana – e fortunatamente momentanea- involuzione di un elemento in particolare come Walter Lopez: il terzino uruguaiano era forse un po’ arrugginito dopo le due settimane di stop a causa della squalifica e proprio dalla sua zona di competenza sono nati tutti e 5 i cross che la Salernitana ha messo in mezzo nel primo tempo: tra questi, quello che ha portato alla rete di testa di Calil, in cui l’ex Penarol ha concorso di colpa per essersi fatto superare dal crossatore di turno Nalini.
I demeriti del Lecce fanno ovviamente il pari con i meriti dell’undici di mister Menichini, che ha saputo ricamare ottime trame di gioco soprattutto nella prima mezz’ora: le 5 conclusioni a rete e l’elevato coefficiente di pericolosità (0,72) rappresentano uno score che suggerisce solo applausi per come la capolista abbia approcciato la gara.
Secondo tempo: fermate i giallorossi. Tutto il resto è Lecce: nel secondo tempo la Salernitana scompare sotto i colpi del calcio-champagne orchestrato da Moscardelli e compagni. La nuova sistemazione tattica, con le ali Doumbia-Carrozza a servizio delle prime punte Moscardelli- Della Rocca, rinvigorisce i giallorossi che schiacciano la compagine campana nella propria metà campo a suon di accelerazioni e attacchi di massa (si contano 15 palle in area e 8 cross in mezzo, equamente distribuiti tra le due fasce).
Il Lecce tira in porta, la Salernitana no: sono infatti zero i tiri nello specchio registrati per i campani, addirittura 7 quelli cercati e provati dai salentini (in media, uno ogni 6 minuti). Un Lecce molto preciso nei passaggi – percentuale di errore ai minimi stagionali – e altrettanto concreto sotto porta, come indicato dal coefficiente di pericolosità che raggiunge la cifra-record di 0,67. Esattamente l’opposto della Salernitana, che invece non va oltre le velleità di 5 conclusioni (tutte fuori) e un bassissimo valore del coefficiente di pericolosità (0,16).
Chiudiamo con qualche numero sul terzo e ultimo gol di Doumbia: 5 calciatori coinvolti, da Mannini a Della Rocca, per una ragnatela di 10 passaggi consecutivi senza che gli avversari abbiano potuto anche solo sfiorare la sfera (dei 10 passaggi, ben 5 sono stati caratterizzati da un solo tocco di palla da parte del portatore, appena 1 da più di due). Quando si dice: da manuale del calcio.
Di seguito tutte le statistiche di Salernitana-Lecce:
- Tiri in porta Salernitana 1 Lecce 7
- Tiri fuori e/o respinti Salernitana 8 Lecce 3
- Cross effettuati Salernitana 17 Lecce 15
- Falli subiti Salernitana 15 Lecce 14
- Palle in area Salernitana 33 Lecce 30
- Corner Salernitana 2 Lecce 2
- Off Side Salernitana 1 Lecce 0
- Coefficiente pericolosità Salernitana 0,25 Lecce 0,35.