logo MessinaLECCE (di Gabriele De Pandis e Italo Aromolo) – E’ strano il calcio. Strano perché una squadra anche ben attrezzata come il Messina può iniziare il campionato con bel gioco, una vittoria in trasferta da incorniciare (lo 0-1 nel derby contro la Reggina) e 4 punti dopo 3 giornate per poi ritrovarsi, meno di un mese dopo, inspiegabilmente in zona retrocessione con tre sconfitte di fila al passivo, 11 gol subiti e tanti punti di domanda su un attacco inconsistente (solo 4 gol fatti, meglio della sola Paganese) e una difesa da banda del buco che incassa di cinque gol in cinque gol (la peggiore del torneo dopo le cinquine casalinghe subite da Matera e Casertana). Ancor più strano se poi la stessa società giallorossa non si avventura nelle solite rivoluzioni di cartone che caratterizzano questi avvii choc, ma rinnova la fiducia ad un allenatore come Gianluca Grassadonia che brocco non è se è vero che – a proposito di stranezze – lo scorso anno ha trascinato i peloritani, nel giro di sei mesi, dal penultimo al primo posto in classifica nel campionato di Lega Pro di Seconda Divisione. Imprevedibilmente strano perché, appunto, una squadra alla deriva in piena crisi di risultati può far leva sull’orgoglio e la voglia di riscatto per ingarbugliare ben più quotati avversari che, magari, scendono in campo con la presunzione di avere già inghiottito la Cenerentola del momento.

Tra storia recente, rosa a disposizione e ultime news, presentiamo il Messina, prossimo avversario del Lecce nella gara valida per la settima giornata del campionato di Lega Pro – Girone C che si disputerà sabato alle ore 15:00 allo stadio “San Filippo”.

La storia recente: fallimenti da Serie A. Dalla Roma in Serie A alla Lupa Roma in Lega Pro nel giro di 7 anni. Risale infatti al 27 maggio 2007 l’ultimo incontro disputato nella massima serie dalla formazione peloritana: nell’ultima giornata della stagione 2006/’07, la sconfitta per 4-3 contro la Roma sancì la retrocessione di un Messina che chiudeva così gli anni più floridi della propria lunghissima storia calcistica (è il club più antico del Mezzogiorno d’Italia, nato nel 1900). Appena due stagioni prima, la squadra dei vari Aronica, Storari, Zampagna e Parisi aveva ottenuto uno storico settimo posto nel massimo campionato, raggiungendo la qualificazione al torneo Intertoto cui solo la mancanza della licenza Uefa impedì di partecipare. Erano anche gli anni di Calciopoli, scandalo in cui il Messina del patron Franza fu indirettamente coinvolto nella stagione di Serie A 2005/’06: la retrocessione d’ufficio della Juventus portò al ripescaggio dello stesso club giallorosso, che poté così disputare il suo decimo e (per ora ultimo) torneo di Serie A che si concluse con la retrocessione di cui sopra. Fu l’inizio del lungo calvario economico, burocratico e sportivo del calcio messinese: nel 2008 la squadra è ripartita dalla Serie D con una proprietà (Piero Santarelli presidente) tutt’altro che stabile alla guida. Dopo quattro anni di ulteriori problemi finanziari, mancati pagamenti e scarsi risultati sul campo (sempre in Serie D), nel 2012 il Messina è passato nelle sicure mani dell’industriale Pietro Lo Monaco, che nel giro di due anni è riuscito nell’impresa di riportare il club siciliano nel calcio che conta grazie ad una doppia promozione dalla Serie D alla Lega Pro Unica.

Giorgio Corona
Giorgio Corona

La rosa: rinforzi e conferme per inseguire la salvezza. Il Messina, dopo aver acquisito in estate la nuova denominazione di Associazioni Calcio Riunite Messina, si è presentato ai nastri di partenza della nuova Lega Pro dopo aver dominato l’ultimo campionato di Seconda Divisione, concluso in testa a seguito della clamorosa rimonta targata mister Grassadonia. Nonostante la cavalcata trionfale della scorsa stagione, Lo Monaco, tra gli altri ex direttore sportivo del Catania, ha consegnato numerosi innesti al confermato tecnico campano, ex difensore del Cagliari a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila con passati pugliesi anche a Foggia ed Andria. I confermati Rosario Bucolo (centrocampista), Enrico Pepe (difensore centrale), Alessio De Bode (difensore centrale), Luigi Silvestri (giovane difensore convocato, con il portiere Lagomarsini, dal selezionatore Bertotto nell’ultimo stage dell’Under 20 di Lega Pro) e soprattutto “Re” Giorgio Corona, punta 40enne che (a parte la parentesi col Mantova di Lori tra il 2007 e il 2009) ha sempre fatto la fortuna di squadre meridionali, arrivando in Serie A all’età di 32 anni con la maglia del Catania. Corona, 11 reti in 32 presenze lo scorso anno, a riprova dello stato di forma di un talento che non ne vuole sapere di lasciare il calcio, ha lasciato tracce anche nel Salento: a Tricase molti si ricorderanno dei 10 gol nel campionato di C2 1999-2000 che aiutarono la formazione dell’allora presidente Adelchi a sfiorare un sogno chiamato play-off. Tra i nuovi acquisti spicca l’ex Sasa Bjelanovic, giunto sullo Stretto dal Varese insieme al centrocampista Loris Damonte e al difensore di Gallipoli Alex Benvenga. A centrocampo Grassadonia poi conta sui giovani provenienti rispettivamente da Juventus e Milan Vlad Marin e Marco Bortoli (squalificato per la partita di sabato) e sul cursore Elio Nigro, ex Rimini. In attacco, il Messina punta molto su Luca Orlando, l’anno scorso 12 gol con la maglia dell’Aversa Normanna, e sugli incursori Nicolas Izzillo, schierato anche sulla linea dei centrocampisti con libertà d’inserirsi, e Gustavo Paez, venezuelano giunto dal Deportivo La Guaira alla terza esperienza europea dopo il passaggio nella squadra “B” del Maiorca e la stagione slovena all’Interblock. In difesa, Mirko Stefani (ex Arezzo), Enrico Altobello (ex Parma), Samuele Stampa (scuola Livorno) ed Elio Nigro (ex Rimini) rimpolperanno le file di una difesa, presieduta dal confermato duo di portieri Rino Iuliano (30)-Ettore Lagomarsini (21) che cercherà la salvezza in ogni modo.

Messina-LecceLe ultime: alchimie tattiche per dimenticare la “doppia manita”. Le tre sconfitte consecutive seguite all’eroica vittoria nel Derby dello Stretto contro la Reggina hanno scosso l’ambiente messinese, specialmente per la natura di disfatta che hanno raggiunto le ultime due partite casalinghe: i cinque gol incassati da Matera e Casertana tra le mura amiche del “San Filippo”, intervallati dalla sconfitta del “Torre” di Pagani hanno fatto precipitare il morale della Messina calcistica, attesa dall’importante partita contro il Lecce che evoca precedenti di Serie A (al San Filippo uno storico 1-4 del Lecce di Zeman e un 2-1 per i peloritani nella stagione successiva deciso da Nanni). La realtà dei giorni nostri è però diversa, e il Messina deve assolutamente invertire una rotta che parla di 11 gol subiti in 3 partite a fronte di 1 solo gol realizzato nell’harakiri di domenica scorsa contro la Casertana. Grassadonia, per la partita contro il Lecce di sabato alle 15, non appare comunque propenso all’abbandono del 3-5-2 nonostante le assenze del centrocampista Bortoli e del difensore centrale Enrico Pepe, con in più Bjelanovic e Damonte in dubbio, elementi che non hanno preso parte al test di giovedì contro il Messina Due. In porta, Rino Iuliano ha qualche chance in più rispetto al giovane Lagomarsini. Il terzetto arretrato potrebbe essere comandato da Stefani al centro, con l’ex Como Donnarumma a sinistra e Altobello a destra; l’incognita De Bode e Stampa sono gli eventuali sostituti. La regia di Bucolo fungerà poi da metronomo di un reparto dove Izzillo e Damonte dovrebbero essere le mezzali designate, a scapito di Paez e Vincenzo Pepe, proponibili in caso di 3-4-2-1. Sulle fasce a sinistra Marco Cane, scuola Genoa ed ex Barletta e a destra Marin (in ballottaggio con Benvenga) sarebbero gli esterni pronti a contrastare Carrozza, Doumbia e Mannini. In avanti, Corona ed Orlando (se Bjelanovic non riuscirà a recuperare) cercheranno di invertire un trend negativo che rischia di far sprofondare il Messina nel baratro.

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