LECCE (di Italo Aromolo) – Chiamato a giocare (e vincere) la terza partita in sette giorni, il Lecce gestisce le forze ottenendo il massimo risultato col minimo sforzo: è bastato un gol in acrobazia di capitan Fabrizio Miccoli per domare la frizzantissima Paganese di mister Stefano Cuoghi nella gara valevole per la sesta giornata del campionato di Lega Pro- Girone C. La squadra di mister Franco Lerda ha ancora una volta tradito le aspettative sotto il profilo della qualità di gioco offensivo, ma ha saputo capitalizzare l’invenzione del proprio numero dieci con una prestazione tutta cuore, umiltà e sacrificio: i reiterati affondi della formazione campana, particolarmente ispirata nel secondo tempo, si sono schiantati sulla collaudata compattezza della retroguardia salentina, capace di rimanere imbattuta per la quinta partita di fila e prolungare così a 497 i minuti di inviolabilità dell’estremo difensore Nicholas Caglioni. Onore alla Paganese, vicinissima al gol in più occasioni e meritevole di un pareggio che soltanto la super-parata allo scadere del numero uno giallorosso (su punizione dell’ex Caccavallo) ha evitato.
Anche le statistiche della gara dicono che, in base a quanto espresso in campo, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto: per la prima volta da quando è iniziato il campionato, infatti, il Lecce non è riuscito ad avere la meglio in nessuna delle voci offensive che la nostra rubrica settimanale prende in analisi di partita in partita (tiri in porta, tiri fuori e/o respinti, palle in area di rigore avversaria, cross effettuati, calci d’angolo, falli subiti, fuorigioco e coefficiente di pericolosità).
Prendendo in analisi il numero di tiri effettuati, risulta che la Paganese (12 tiri) abbia tentato la conclusione quasi 3 volte in più del Lecce (5 tiri) . Nelle poche volte in cui hanno tentato la via del gol, i giallorossi hanno centrato la mira con una certa efficacia: oltre al gol di Miccoli, si registrano due ghiottissime palle-gol capitate sui piedi di Davide Moscardelli (3 nitide occasioni da gol su 5 tiri effettuati rappresenta un ottimo bottino in termini di cinismo). Gli azzurrostellati, invece, hanno probabilmente pagato una sterile insistenza nella conclusione da fuori che ne ha limitato la profondità di manovra e ridotto a un paio le effettive chance realizzative: sono infatti ben 9 su 12 le conclusioni partite da fuori, di cui soltanto due, entrambe sui piedi di Caccavallo, hanno seriamente impensierito Caglioni.
Anche per quel che riguarda le corsie laterali, di solito padroneggiate in modo indiscusso dai cursori giallorossi, la gara di sabato ha visto un sostanziale (e sorprendete) equilibrio tra le due compagini, che hanno messo in mezzo esattamente 15 traversoni a testa. Non tantissimi per il Lecce, che avrebbe potuto fare senz’altro di più vista la media cross a partita, che si attesta sulle 18-20 palle crossate. Complice la giornata di appannamento della “freccia nera” Abdou Doumbia, questa volta la formazione giallorossa ha insistito maggiormente sulla corsia di destra, da cui sono dipartiti ben 9 dei 15 cross effettuati, tutti condensati nella prima frazione di gioco, quella in cui gli esterni Daniele Mannini e Sandro Carrozza hanno formato un asse destro dalle spiccate doti offensive: non appena il tecnico fossanese ha optato per un Lecce più abbottonato con la sostituzione di Carrozza per il terzino puro Nicolò Donida, ecco che la formazione salentina ha iniziato a disertare l’out di destro (zero i cross da destra nel secondo tempo), concentrando esclusivamente a sinistra le proprie moli di gioco, che alla fine hanno portato solo a 2 traversoni targati Walter Lopez. A posteriori, una sostituzione (quella Carrozza-Donida) che forse il tecnico giallorosso non rifarebbe.
Analizziamo ora numericamente i due tempi per capire in che misura una squadra ha prevalso sull’altra a seconda della frazione di gioco. Nel primo tempo, il Lecce ha schiacciato la Paganese nella propria metà campo, aggredendola con 23 palle in area e 13 cross e arginandone le sortite offensive a 10 palle in area e 5 cross. Nella seconda frazione, la formazione giallorossa ha badato soprattutto a difendersi (di solito con 5 uomini), affidandosi al gioco di rimessa e andando al tiro sempre su azione di contropiede, come accaduto per le due occasioni fallite da Moscardelli di cui sopra. In questo contesto “catenacciaro”, capitan Fabrizio Miccoli ed i suoi compagni di squadra non solo andati oltre 10 palle in area e 2 cross al centro, al cospetto di una Paganese davvero virtuosa che, solo nel secondi 45 minuti di gioco, ha attaccato l’area avversaria per 23 volte, crossando 10 volte in mezzo.
Di seguito tutte le statistiche di Lecce-Paganese:
- Tiri in porta LECCE: 3 PAGANESE: 5
- Tiri fuori/respinti LECCE: 2 PAGANESE: 7
- Palle in area LECCE: 33 PAGANESE: 33
- Cross effettuati LECCE: 15 PAGANESE: 15
- Calci d’angolo LECCE: 3 PAGANESE: 7
- Falli subiti LECCE: 19 PAGANESE: 20
- Fuorigioco LECCE: 5 PAGANESE: 3
- Coeff. pericolosità LECCE: 0,2 PAGANESE: 0,4