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Fabrizio Camilli, Dir. Gen. Svicat Rugby

LECCE (di M. Cassone) – Per gli amanti dello sport più affascinante del mondo l’attesa è quasi finita: la palla ovale è pronta a rimbalzare in modo irregolare un po’ come i pensieri che gironzolano nella mente dei tifosi che sognano i successi più grandi. Si avvicina a grandi passi il 5 ottobre; manca poco alla prima trasferta della stagione 2014-’15 della Svicat. Il sodalizio del Direttore Generale Fabrizio Camilli, nonché patron della Svicat Asd Rugby Lecce, esordirà a Catania nella prima battaglia del campionato nazionale di Serie B.

Quella di quest’anno è una squadra completamente diversa rispetto a quella che, l’anno scorso, ha ben impressionato nella sua prima apparizione nella Serie B nazionale; infatti, a rinforzare il team, sono arrivati Francesco Scardia, Terza Linea class, i gemelli Alberto e Andrea Forte, rispettivamente utility back e Centro, Giuseppe Cuscito, Terzo Centro, Giuseppe Stano, Terza Linea, Dario Panaro, Terza Linea e Gert Jacobus Peens allenatore-giocatore, ciliegina sulla torta che ha portato una ventata di novità sbarcando nel Salento con il “suo” rugby, con le sue idee.

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Paolo D’Oria, capitano della Svicat Rugby

I “Leoni verdi” hanno scaldato i motori domenica scorsa a Monopoli in una bella amichevole vinta per 69-5 con ben 11 mete messe a segno da Paolo D’Oria (4 per il capitano), Gert Peens, Luigi Maci, Mirko Corbascio, Giuseppe Cuscito, Davide Signore, Dario Panaro e Stefano Pagliara. Una bella vittoria nel Memorial “Antonio Camilli e Jole Perugini”, una giornata di sport vero dedicata ai genitori di Fabrizio Camilli.

Ovvio che si sia trattato di un test e che, per avere il quadro completo di quelle che possono essere le potenzialità di questa squadra, bisogna aspettare le insidie del campionato.

La Svicat indubbiamente ha tutte le carte in regola per ambire a posizioni importanti in campionato ed è pronta, conoscendo la grinta del patron e di capitan D’Oria a  combattere la più “paradossale” delle guerre; il gioco del rugby infatti è l’unica “guerra” in cui subito dopo il fischio finale si da inizio al più puro dei Fair Play, ossia il “Terzo tempo”, in cui ci si abbraccia e si pranza tutti insieme per ritemprarsi in vista di nuove battaglie. E che lo spettacolo abbia inizio sempre, in un lento ricominciare che è metafora della vita, perché ricominciare significa speranza, vuol dire vivere e sognare.

 

 

 

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