LECCE (di Italo Aromolo) – Dagli indimenticati allenatori Giampiero Ventura e Giuseppe Corradi, agli attuali gladiatori del centrocampo Romeo Papini e Alessandro Carrozza, passando per le fantomatiche meteore Luca Saudati e Ondrej Herzàn. Il filo diretto che lega Lecce e Spezia attraverso i loro oltre 100 anni di vita passa attraverso una serie di personaggi del pallone che hanno scritto in modo più o meno intenso la storia dei due blasonati club, varcando in tempi diversi le soglie di due regioni agli antipodi dello Stivale come il Salento e il Golfo dei Poeti.
Anche volendoci limitare ai tempi più recenti, non sono poche le figure che vantano un doppio passato tra le due compagini che stasera si sfideranno nel secondo turno di Tim Cup: in primis, il centrocampista giallorosso Alessandro Carrozza, che proprio nel corso di questa sessione di calciomercato ha compiuto il “trans-italico”, trasferendosi dalla Liguria in Salento a titolo definitivo. Farà un certo effetto all’esterno 32enne originario di Gallipoli tornare fin da subito nello stadio in cui fino a qualche mese fa collezionava presenze e gol con la maglia degli “Aquilotti” (12 caps e 1 gol per lui). L’altro grande ex della partita sarà Romeo Papini, pilastro numero uno del centrocampo del Lecce con il suo gioco tutto corsa, grinta e polmoni: come è molto apprezzato dai supporters di fede leccese, “Re” Papo è ricordato con altrettanto affetto dai tifosi dello Spezia, club che il mediano romano ha condotto alla promozione in Serie B nella gloriosa stagione 2011/’12, l’annata del triplete spezzino (insieme al salto di categoria, arrivarono anche la Coppa Italia di Lega Pro e la Supercoppa di Lega Pro di Prima Divisione).
E proprio in quel magico 2012, i piani alti del club ligure accoglievano come nuovo direttore generale quel Renato Cipollini che fino a pochi mesi prima aveva ricoperto la carica di amministratore delegato dell’U.S.Lecce, nella delicata fase di disimpegno da parte della famiglia Semeraro. Volendo rimanere in tema dirigenziale, l’attuale direttore sportivo dello Spezia è Guido Angelozzi, che, nelle stesse vesti leccesi nel quadriennio 2005-2009, ha portato generazioni di giocatori in Salento: tra questi Raffaele Schiavi, Ondrej Herzàn e Luca Saudati, tutti calciatori che dopo l’esperienza salentina hanno fatto tappa a La Spezia.
Dei tre, è stato sicuramente Raffaele Schiavi il colpo più azzeccato: il suo curriculum parla di 87 presenze e due gol con la maglia giallorossa, suggellate dalla bellissima cavalcata in Serie A del Lecce di Giuseppe Papadopulo, di cui il difensore di Cava de’ Tirreni è stato uno dei principali attori. Chiuso il capitolo Lecce con la cessione al Vicenza, nel 2012 Schiavi si è trasferito alla corte dello Spezia di Michele Serena, con cui ha collezionato 29 presenze nel campionato di Serie B. Destino simile per Herzàn e Saudati: nella seconda era zemaniana (stagione 2006/’07) entrambi si sono visti pochissimo in campo con la maglia del Lecce (12 presenze per Herzàn, 4 per Saudati) prima di essere rapidamente ceduti altrove (Saudati addirittura nella stessa sessione invernale in cui era stato acquistato). Mentre l’italiano ha fatto flop anche dopo essere emigrato a Nord (solo 8 presenze tra le fila bianconere), il ceco è diventato una vera e propria bandiera del club ligure, con cui ha disputato due stagioni ad altissimo livello, condite da 67 presenze e 3 gol.
Agli inizi degli anni “angelozziani”, e precisamente nell’estate del 2005, faceva il suo ritorno a Lecce Alfonso Camorani, centrocampista che riporta alla mente la sfida tra Lecce e Palermo che, nel giugno del 2003, sancì la promozione dei salentini in Serie A: fu suo il primo dei tre gol con cui i salentini annientarono le velleità rosanero di promozione. Il Camorani-bis in maglia giallorossa non brillò come il primo e il divorzio dall’allora club di Via Templari non tardò ad arrivare, nel gennaio del 2007. Dopo una breve parentesi al Treviso, il Lecce se lo sarebbe ritrovato come avversario in Serie B pochi mesi dopo, con la maglia dello… Spezia: nella stagione 2007/’08, Camorani si conquistò un posto da titolare nello scacchiere bianconero e disputò una stagione più che buona con 35 presenze e 1 gol.
Se molti atleti si sono mossi in direzione Lecce- La Spezia (e ai più moderni sopra citati aggiungiamo anche i grandi del passato Primo Maragliulo e Fabrizio Lorieri, che dopo le splendide esperienze in Salento hanno scelto il Golfo dei Poeti per chiudere a tarda età le loro carriere da calciatori), non manca chi ha seguito il percorso inverso sull’asse La Spezia-Lecce: Fabiano Medina da Silva ha fatto due anni di “apprendistato” in maglia bianconera prima di diventare nel 2007 un punto fermo della difesa del Lecce di Giuseppe Papadopulo prima e Gigi De Canio poi.
La rassegna di doppi ex si chiude col capitolo allenatori. Sono solo tre i tecnici che hanno condiviso esperienze in entrambe le piazze: in ordine cronologico, Giuseppe Corradi, Giampiero Ventura ed Elio Gustinetti.
Prima di traslocare alla guida dello Spezia, Corradi ha allenato il Lecce nella stagione di Serie C 1972/’73, mantenendo una media punti di 2,34 a partita che l’ha consacrato come il secondo tecnico più vincente della storia dell’U.S. Lecce (al primo posto c’è Ferench Plemich con la media di 2,63, al terzo il Franco Lerda della scorsa stagione con 2,17). Meriti uguali per la causa giallorossa, se non maggiori, spettano a Ventura: il tecnico genovese, che da allenatore si è fatto tutta la gavetta nella sua Liguria tra Rapallo, Entella e – appunto – Spezia, è rimasto nel cuore dei tifosi del Lecce per aver guidato la compagine salentina dalla Serie C alla Serie A a cavallo tra le due metà degli anni ’90. Appartiene invece al calcio moderno la (triste) storia del “Gus” sulle due panchine: alla guida degli “aquilotti” per la stagione di Prima Divisione 2011/’12, l’allenatore bergamasco fu esonerato ai primi di Ottobre dopo appena 4 punti nelle prime 5 partite. Anche in Salento non ha trovato fortuna: chiamato a vincere i play-off di Prima Divisione nel maggio del 2013, il “Gus” non è andato oltre le 4 panchine degli spareggi, chiudendo la sua esperienza sulla panchina del Lecce con la brutta immagine dell’invasione di campo dei tifosi leccesi al termine della finalissima tra Lecce e Carpi, che ha promosso gli emiliani in Serie B.