ambulanti Corso V. Emanuele
(foto Mauro Maggiore)

LECCE – L’assessore del Comune di Lecce al Turismo e al Marketing Territoriale, Luigi Coclite, è intervenuto in merito alla polemica innescata dai commercianti di Corso Vittorio Emanuele sui danni economici e d’immagine arrecati, a loro dire, dalla presenza di tanti ambulanti ed artisti, replicando che: “Le attività commerciali della zona non sono minimamente ostacolate dalla presenza dei creatori del proprio ingegno”.

L’assessore leccese prosegue: “La polemica innescata da alcuni commercianti di Corso Vittorio Emanuele necessita di alcune doverose precisazioni. Gli spazi destinati ai creatori del proprio ingegno sono stati regolarmente individuati da questa Amministrazione tenendo in debita considerazione le esigenze dei commercianti, tant’è vero che gli stessi sono stati individuati laddove non sono presenti esercizi commerciali. E le ulteriori aree scelte, in particolare nell’ultimo tratto di via Libertini e nei pressi dell’ex Caserma Cimarrusti, sono interessate da pochissime attività commerciali. E’ del tutto evidente, dunque, che le attività commerciali della zona non sono minimamente ostacolate dalla presenza dei creatori del proprio ingegno. Discorso a parte è quello legato all’abusivismo commerciale, fenomeno che va combattuto e che di regola viene contrastato attraverso le consuete sanzioni comminate ai trasgressori”.

(foto Paolo-Margari)
(foto Paolo Margari)

E’ il caso di precisare, per l’ennesima volta, che l’area interessata, dove in passato si sono registrate alcune criticità, non prevede alcun tipo di autorizzazione per i creatori del proprio ingegno. In tutte le città a forte vocazione turistica (pensiamo ai mercatini di Firenze o al quartiere di Trastevere a Roma) esistono degli spazi destinati a questo tipo di artisti, le cui attività – sottolinea infine Coclite – rappresentano le uniche fonti di sostentamento per le proprie famiglie. Per queste ragioni, la polemica aperta dai commercianti del Corso leccese appare assolutamente pretestuosa e fuori luogo perché parte dal presupposto, del tutto errato, che gli stessi siano proprietari dell’intero tratto di strada e non degli immobili che occupano per espletare la loro attività commerciale”.

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