LECCE (di Massimiliano Cassone) – Matteo Lauriola fino al 30 giugno ha ricoperto la carica di Direttore Generale del settore giovanile dell’ U.S. Lecce. Negli ultimi due anni è stato l’artefice principale del buon lavoro fatto con i baby giallorossi, imprimendo il suo concetto di calcio giovanile innovativo. Infatti, l’ex capo degli osservatori del Torino, appena sbarcato nel Salento volle decisamente giocare i campionati giovanili con i “sotto età”. Lo Abbiamo intervistato.
Direttore, come va? Ci parli del suo futuro.
“Va benissimo, sono molto carico e motivato. Ho comunicato alla famiglia Tesoro che la mia missione nel settore giovanile è finita. Ho bisogno di nuovi stimoli professionali e di crescere ancora a livello lavorativo. Sento il bisogno e il dovere di ringraziare la famiglia Tesoro per questi due anni fantastici; sono delle persone eccezionali ed auguro a tutta la famiglia, dal Presidente Savino, ad Antonio, la signora Maria e Giulia, di centrare l’obiettivo per cui stanno facendo grandissimi sacrifici quotidiani. Mi sento di dire che nessuno della famiglia lesina l’impegno giusto per la causa comune. Il Lecce merita palcoscenici diversi rispetto alla Lega Pro”.
Quindi, dov’è il futuro lavorativo di Matteo Lauriola?
“Ovviamente resterò vicino alla piazza calcistica salentina e rimarrò sempre a completa disposizione della famiglia Tesoro, perché meritano. Al momento sto valutando delle proposte. Quella che più mi stimola è l’offerta del Taranto: una grande piazza che vuole strutturare un progetto per vincere il campionato. Amo mettermi in discussione e questa potrebbe essere la scelta giusta”
Facendo un passo indietro, voltandosi ai due anni trascorsi nel Lecce, vuol tracciare un bilancio e spiegare il lavoro svolto?
“Con molto piacere. La mia idea di calcio è che per salvare le sorti di questo sport in Italia, che risulta essere una delle nazioni in cui si punta meno sui giovani, bisogna credere nei giovani e anticipare i tempi. Spiego meglio, nel settore giovanile del Lecce abbiamo, in questi due anni, formato delle squadre ‘sotto età ‘ permettendo ai ragazzi di maturare e crescere prima, in modo da essere pronti per le prime squadre ancor prima del tempo. Ci siamo misurati nel campionato Berretti dove erano tutti due anni più grandi dei nostri ragazzi e siamo arrivati in finale, perdendola per un nonnulla. Nel calcio, secondo il mio punto di vista, bisogna puntare ai giovani senza guardare la loro carta d’identità e nemmeno i loro cognomi, deve scendere in campo chi merita. Abbiamo ottenuto risultati importanti, ad esempio nel calcio leccese erano anni che non si facevano discorsi di plusvalenze e di mercato intorno ai giovani, vedi Luperto e tutti gli altri, come quest’anno Guadalupi e compagni”
Nuova vita da oggi…
“Ripeto, resterò vicino a questa piazza calcistica. Da oggi avete un tifoso in più. Un ultimo ringraziamento voglio farlo a tutti i tecnici del settore giovanile, ai ‘miei’ ragazzi, e ai loro genitori, ai quali auguro di raggiungere i migliori successi e di continuare sulla strada che abbiamo percorso insieme. Il mio consiglio è di continuare a valorizzare il prodotto locale, perché c’è tanta roba tra i ragazzi nostrani”.
Si chiude così l’era-Lauriola a Lecce, con un velo di malinconia perché lui è un uomo di calcio che sa “fare” calcio e lo ha dimostrato con i numeri. La sensazione è che molti dei ragazzi terribili della Berretti “pasculliana” 2013-’14 lo seguiranno in questa nuova avventura in riva alla città jonica.
Intanto in casa-Lecce, per quanto riguarda la riorganizzazione del settore giovanile, prende corpo l’ipotesi di affidarlo ad Enrico Diamante, conoscitore dell’ambiente in quanto allenatore dei Giovanissimi Nazionali, tant’è che dovrebbero essere affidate a lui le chiavi delle giovanili appena riconsegnate da Matteo Lauriola.