Leccezionale Mondiale 2014LECCE (di Gabriele De Pandis) – L’occasione di una vita per il Brasile, il primo mondiale in casa dopo il Maracanazo del 1950 (la disperazione di massa causata dopo l’inaspettata sconfitta per 1-2 della Seleção contro l’Uruguay nella finale mondiale), un incubo che i brasiliani non vogliono più ricordare. Con buona pace dei milioni di tifosi verdeoro, almeno nei presupposti questo mondiale segue il leitmotiv di quello del 1950: la nazionale brasiliana è la favorita della kermesse e sarà forse anche attesa dalla pressione di far bene per riportare a casa un titolo mondiale che manca dal 2002. Il gruppo che attenderà i pentacampeao non sarà morbidissimo, ma neanche proibitivo; la squadra di Felipe Scolari, ultimo condottiero trionfante mondiale di Corea-Giappone 2002, se la vedrà con Camerun, Messico e Croazia. I Leoni Indomabili, reduci dagli 0 punti di Sudafrica 2010 e dalla débâcle con Capo Verde nelle qualificazioni della Coppa d’Africa del 2013, non sembrano più temibili come un tempo. Stesso discorso vale per il Messico: la Tricolor, qualificatasi dopo lo spareggio con la Nuova Zelanda seguito al brutto quarto posto nel girone CONCACAF dietro a Stati Uniti, Costa Rica e Honduras, non ha più quelle individualità sopra le righe che le permettevano il salto di qualità nelle fasi finali. Una spanna sopra le altre sembra la Croazia, leggermente favorita per il secondo posto dietro al Brasile: una solidità sempre più rodata, i gol di Mandzukic e le geometrie di Modric potrebbero giocare brutti scherzi a chiunque.

10346909_10202915434160512_1976339113_nBRASILE– Chi è la favorita per la vittoria finale del mondiale 2014? Alzi la mano chi a primo impatto non ha subito presentato al Brasile padrone di casa. La nazionale verdeoro, riaffidata al vincente allenatore Felipe Scolari dal novembre 2012 in previsione del mondiale casalingo, sta preparando minuziosamente l’evento che vale la gloria di un paese emergente tra mille sfaccettature e problemi. La qualità in campo non sarà quella dell’ultimo Brasile vincitore del titolo (2002), ma rispetto alle altre edizioni la squadra a disposizione di mister Felipao sembra compattissima ed attrezzata fino ai denti. Alla solita e debordante fantasia assicurata sulla trequarti da Neymar, Oscar, William e Hulk è affiancata la difesa più solida e completa del mondo: pochi allenatori possono contare su di una coppia centrale formata da Thiago Silva e David Luiz (con Dante primo sostituto) e sui terzini Daniel Alves a destra e Marcelo a sinistra. A centrocampo i motori saranno l’interista Hernanes, Fernandinho del Manchester City, Paulinho del Tottenham e Ramires del Chelsea. Le scelte di Scolari saranno difficili, ma il commissario tecnico verdeoro appare orientato a preferire un 4-2-3-1 con la fantasia al servizio dell’unica punta, che può essere l’eterno Fred, Jo, o lo stesso Hulk spostato al centro dell’attacco. In porta il 34enne ex interista Julio Cesar sembra favorito su Jefferson. Una corazzata pronta a far gioire il Brasile nell’appuntamento tanto atteso. Come non considerarli favoriti nel mondiale casalingo?
Punto di forza: L’ossatura della squadra è solidissima, in più la fantasia della trequarti verdeoro è pronta a creare sfracelli in qualsiasi momento della partita. Neymar sa di avere l’occasione per mostrare al mondo il suo talento ed esplodere definitivamente, raggiungendo l’olimpo del calcio occupato da Messi e Cristiano Ronaldo.


Punto debole: Al centro dell’attacco Fred, Jo ed il promettente Bernard non sembrano essere “stellari” come i propri compagni. Basteranno due buoni attaccanti a decorare nel miglior modo la torta perfetta messa in forno da chef Felipao? I sei mesi a Toronto basteranno a Julio Cesar per ritrovare il miglior smalto dopo il fallimento con i Queens Park Rangers?

La stella: Neymar, l’uomo per cui il Barcellona ha sborsato 57mln nelle casse del Santos, in maglia verdeoro sembra ancor più imprendibile, vedasi cavalcata trionfale nella scorsa Confederations Cup stravinta dal Brasile. Quando parte da sinistra deve essere sempre almeno raddoppiato, e con i compagni che il Brasile gli può affiancare al centro son dolori.

Ranking Fifa: 4^

Miglior Piazzamento Mondiali: primo posto – 1958, 1962, 1970, 1994, 2002.

10311872_10202915440600673_934411960_nCROAZIA – Da dolce sorpresa a ormai sicurezza nel panorama europeo. Dopo il sorprendente terzo posto del mondiale di Francia’98 (alla prima partecipazione ad un mondiale) la nazionale di Zagabria manca dalle fasi finali di un mondiale da Germania’06, in quanto ha fallito l’accesso a Sudafrica 2010. Niko Kovac, ex centrocampista di Bayern, Bayer ed Hertha Berlino, ha sostituito ad ottobre 2013 Stimac, membro dell’impresa di Francia’98, ed ha guidato con successo la nazionale biancorossa vincendo agevolmente lo spareggio di novembre contro l’Islanda grazia al 2-0 del Maksimir di Zagabria succeduto allo 0-0 di Reykjavik. Kovac punterà forte sui gol di Mario Mandzukic, ariete del Bayern Monaco, passato dall’essere terminale offensivo classico nell’anno del “triplete” targato Jupp Heynckes all’inedito ruolo di “finto nove” nel “tiqui-taka” improntato da Guardiola sulla panchina dei bavaresi con risultati vincenti a casa, ma non sufficienti in Europa. A centrocampo le geometrie arretrate dei finalisti europei Modric (Real Madrid) e Rakitic (Siviglia) metteranno in moto una trequarti dominata dagli esterni del Wolfsburg Ivica Olic ed Ivan Perisic Al centro della trequarti l’interista Kovacic è chiamato alla prova di maturità con la maglia a scacchi della sua nazionale. Da segnalare il difensore centrale 24enne Lovren, comandante della retroguardia croata assieme a capitan Darjo Srna ed a Corluka, con Simunic escluso dalla lista dopo la squalifica comminata dalla FIFA dopo il saluto nazista del difensore della Dinamo Zagabria. Si è qualificata soffrendo e passando le forche caudine degli spareggi, ma gli ottavi di finale sono tutt’altro che un’utopia.
Punto di forza: Modric e Rakitic. Dando per assodata la pericolosità offensiva di Mandzukic, Niko Kovac, anch’egli centrocampista, potrà contare su due elementi di quantità e qualità capaci di tenere a galla la squadra e di trovare il passaggio decisivo in qualsiasi momento. Anche la difesa sembra OK.
Punto debole: Sulle fasce offensive i ricambi sembrano pochi. Quanto potranno resistere ancora “senatori” come Srna ed Olic? Il giovane genoano Vrsaljko riuscirà a sostituire il capitano? Di quale peso potrà essere il loro apporto alla causa?

La stella: Mario Mandzukic, goleador da numeri alti e, da quest’anno grazie al “tiki-taken” di Guardiola, anche affidabile assist-man. Molte delle geometrie dei centrocampisti e delle folate laterali cercheranno di innescare l’ariete di Slavonski Brod; il passaggio di turno della Croazia dipenderà anche dallo stato di forma della punta del Bayern Monaco, reduce dal secondo titolo tedesco, ma anche dall’umiliante eliminazione di Champions patita contro il Real Madrid.

Ranking Fifa: 20^

Miglior piazzamento Mondiali: terzo posto – 1998.

10331647_10202915440800678_1422361291_nMESSICO – Il c.t. Miguel Herrera fa i conti con il famigerato ricambio generazionale che sta colpendo la nazionale messicana, qualificatasi con il rotto della cuffia grazie alla doppia vittoria nel play-off con la Nuova Zelanda. Il doppio confronto, poi vinto dominando, con i kiwi è maturato dopo un girone eliminatorio con sole 2 vittorie (contro Panama in casa e Giamaica in trasferta) al fronte di 5 pareggi e 3 sconfitte. Nelle fasi di qualificazione sono mancati i “big” Guardado,  in forza al Bayer Leverkusen, Dos Santos, e Chicharito Hernandez, ma in Brasile la Tricolor non può fare a meno di loro. Il c.t. Herrera, subentrato a José Manuel de la Torre e dopo l’interregno di Vucetich, conosce bene il Messico avendo anche allenato fino a fine 2013 la CF America, squadra che dà alla nazionale messicana la colonia più ampia di calciatori. Dietro all’attaccante del Manchester United Hernandez un elemento interessante potrebbe essere Raul Jimenez, punta ventitreenne dell’America potenzialmente affiancabile sia ad Hernandez sia a Giovanni Dos Santos, ex promessa del calcio mondiale con il Barcellona, ora al Villareal. Occhio anche a Oribe Peralta, 30enne bandiera del Santos Laguna, alla sua buona occasione nella vetrina mondiale. Herrera, tecnico profondamente difensivista, schiera i suoi uomini con un 5-3-2 che cerca di prenderle il meno possibile ripartendo poi con i veloci palleggiatori Layun, Aguilar e Marco Fabian, esterno 24enne del Cruz Azul pronto a galleggiare tra le linee di centrocampo e attacco. Il quintetto difensivo sarà presieduto dall’inossidabile Rafa Marquez, 35 anni e ora in forza al Club Leòn, come sempre pericoloso anche in fase offensiva. A centrocampo la linea mediana, seppur tra i comprimari, vedrà Brizuela e Ponce, giocatori continui ed efficienti nel loro compito di coppia centrale del Toluca. Tra i pali Corona e Talavera contenderanno il posto ad Ochoa, portiere dell’Ajaccio messosi in luce con la Tricolor nella Coppa America del 2007 tanto da entrare nella lista del Pallone d’Oro, rientrato nella lista dei convocati dopo un periodo di “tregua” con la selezione messicana.

Punto di forza: La velocità di uomini come Chicharito, Guardado, Fabian e Dos Santos potrebbe mettere in difficoltà difese non schierate in caso di ripartenze.

Punto debole: Il centrocampo. La scelta per il 5-3-2 operata da mister Herrera espone la mediana al palleggio avversario, potenzialmente sfiancabile soprattutto in partite contro avversari più quotati.

La stella: Chicharito Hernandez. Assente nelle fasi di qualificazione, è imprescindibile nell’economia dell’attacco messicano. In Brasile potrebbe avere qualche motivazione in più dopo la stagione così così vissuta con la maglia dei Red Devils.

Ranking Fifa: 19^

Miglior piazzamento Mondiali: quarti di finale – 1970, 1986.

10331642_10202915439280640_1589354450_nCAMERUN Leoni Indomabili alla ricerca del riscatto. L’onta della mancata qualificazione alla scorsa Coppa d’Africa, fallita nonostante il reintegro in nazionale di Samuel Eto’o, ha bisogno di una risposta che sia quantomeno uguale all’umiliazione ricevuta dal Camerun nell’essere eliminato da Capo Verde. Il primo passo del riscatto, quello della qualificazione al mondiale, è stato compiuto nel migliore dei modi dai Leoni Indomabili, prima vincitori in scioltezza del girone con Libia, Togo e Rep. Dem. Congo, e poi formidabili tra le mura amiche di Yaoundè nel chiudere il discorso qualificazione nello spareggio contro la Tunisia dopo l’iniziale 0-0 di Tunisi. Parte del merito della resurrezione del Camerun è di Volker Finke, tecnico tedesco 66enne autore, suo malgrado, del diverbio che ha portato Eto’o al temporaneo divorzio con la nazionale. Sulla carta il Camerun, seppur ovviamente inferiore al Brasile, non ha nulla da invidiare alle altre due componenti del girone, ma la tenuta del gruppo degli atleti camerunensi è da verificare negli scontri contro avversari di pari grado; il primo campanello d’allarme è suonato già a Leiria, in Portogallo, dopo la clamorosa sconfitta per 1-5 contro i padroni di casa. In difesa i “duri” Chedjou (Galatasaray) e il sempre corteggiato N’Kolou (Marsiglia) registreranno la concorrenza di Joel Matip, jolly e potenziale stella 22enne dello Schalke 04 impiegabile sia al centro della retroguardia, sia come mediano. A centrocampo il blaugrana Alex Song guiderà un terzetto di calciatori abbastanza esperti che potrà essere completato da Makoun (Rennes) e Matip (o Enoh dell’Antalyaspor). Davanti Samuel Eto’o, rinvigorito dalla cura Mou al Chelsea dopo gli anni all’Anzhi, sarà il faro di un attacco che potrà contare sull’esperienza di Pierre Webò (Fenerbahce) e sulla freschezza delle giovani Aboubakar (Lorient), Choupo-Moting (Mainz) e Olinga, 18enne in forza in Belgio allo Zulte Waregem.

Punto forte: Sulla carta il Camerun possiede il mix giusto tra esperienza e gioventù. Calciatori come Makoun ed Eto’o affiancati a promesse come Matip e a elementi affermati come Song non potrebbero che far bene se mossi all’unisono.

Punto debole: Pur avendo giocatori di spessore in ogni ruolo la squadra resta sempre Eto’o-dipendente. Quando l’ex Inter decise di lasciare la maglia dei Leoni Indomabili dopo un diverbio con il c.t. Finke per questioni tecniche, decisione poi rientrata, tutta l’opinione camerunense ha spinto per il ritorno dell’attaccante del Chelsea in nazionale, visti anche gli scarsi risultati maturati senza Eto’o.

La stella: Samuel Eto’o a 33 anni si prepara a giocare il suo quarto mondiale da protagonista con la maglia dei Leoni Indomabili. Atleta unico, pericolosissimo sotto porta e nelle azioni offensive personali. Prima punta, seconda punta, esterno di fascia: Mourinho, il suo mentore tattico tra Inter e Chelsea, ne sa qualcosa.

Ranking Fifa: 56^

Miglior piazzamento Mondiali: quarti di finale – 1990.

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