LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Manca ormai solo un’ora e mezzo alla sfida-verità tra il Lecce ed il Benevento, gara di ritorno della semifinale dei play-off di Lega Pro che vale l’accesso alle finalissime per la serie B. L’aria che si respira in città ed in tutto il Salento è infuocata, torrida, di quelle delle piene giornate d’estate in cui anche il solo fare un passo toglie il fiato.
Il popolo giallorosso si avvicina al match più importante dell’anno con la giusta ansia che una simile gara impone. Sia il Lecce che i sanniti devono infatti vincere se vogliono approdare alla doppia sfida che garantirà la seconda poltrona che permette di accarezzare la serie Cadetta.
Le due tifoserie, accomunate dagli stessi colori sociali, vivono con trepidazione le ore che separano dall’ingresso in campo di entrambe le squadre.
I tifosi di casa hanno dimostrato ancora una volta di prendersela comoda, arrivando ad acquistare il biglietto solo in prossimità dell’evento o, addirittura, quasi snobbandolo. Le cifre della vigilia vogliono sugli spalti oltre 7000 spettatori, ma di questi oltre un migliaio stanno giungendo da Benevento e riempiranno il settore Ospiti con una degna cornice di pubblico.
In città, gli uomini delle Forze dell’Ordine stanno pattugliando tutti gli incroci da cui transitano i supporters campani, già a partire dalla Tangenziale, per evitare ogni possibile contatto o scaramuccia.
Non si segnalano, al momento, episodi di cronaca, ma vista la non belligeranza esistente tra le due tifoserie, è probabile ed auspicabile che gli unici “scontri” saranno quelli a suon di cori all’interno dello stadio “Via del Mare”.
Un Via del Mare che sonnecchia in attesa di ricevere i “soliti noti” che hanno accompagnato il Lecce in tutto il campionato, magari con qualche centinaio di spettatori richiamati dalla sfida da “dentro o fuori”. L’aria si taglia con un coltello, è densa di speranze, timori e afa. Aver lasciato che la partita si giocasse alle 16:00 ad oltre 30° è roba da Oscar alla strafottenza. Troppi eventi in concomitanza, già, ma nessuno di questi impone a 22 ragazzi e migliaia di persone di assistervi sotto il sole cocente…
Manca poco, poi sarà il campo a decretare chi avrà patito il caldo, lo stress e la tensione. Per il momento, regna una quiete quasi irreale…