Lecce salta sotto Curva NordLECCE (di Massimiliano Cassone) – Sontuosa, splendida, meravigliosa, meritata e netta la vittoria del Lecce contro il Frosinone. Una domenica calcistica perfetta, per gli uomini di mister Franco Lerda, che lascia oggi libero spunto a tante riflessioni. La prima scaturisce da un pensiero semplice: il calcio è del popolo, è vero. Anche se, purtroppo, la stagione 2013-’14 del Lecce conferma che buona parte del popolo è umorale e va di pari passo con i risultati. Va tutto bene quando la squadra vince ma guai se perde; non si analizzano i motivi ma si sciorinano le colpe e si scagliano pietre contro tutti e tutto, ad iniziare dalla società, passando per l’allenatore e finendo ai calciatori.Lerda con Antonio Tesoro

Eppure, che questo fosse un buon organico, si vedeva anche quando la squadra perdeva di domenica in domenica e quando scrivevamo che le cause erano da addebitare quasi totalmente alla mancanza di amalgama tra ben 21 elementi nuovi, in una rosa tutta nuova, o che comunque bisognava avere pazienza, venivamo additati come una testata di parte. Il tempo, però, è sempre un galantuomo.

Tutti avevano chiesto il reset ma nessuno aveva la pazienza di capire che Zigoni, Beretta e compagnia bella avevano solo e maledettamente bisogno di tempo, bisogno di crescere, conoscersi e diventare un gruppo e che gruppo. In quei mesi è stato messo in discussione praticamente tutto: Miccoli, Zigoni, Beretta, Amodio, Bogliacino, il diesse Tesoro e tutta la sua famiglia; in quei mesi si celebrava il festival della “negatività”. Eppure, tra quei giorni ed oggi, è cambiato poco: “soltanto” i risultati.

sciarpata Curva NordUn po’ come è accaduto con la Curva Nord composta da ragazzi “cattivi” l’anno scorso e da eroi ieri. Un po’ come quando c’è stato il ritorno di Franco Lerda, per tanti era l’ennesima mossa sbagliata di una società a cui mancava una figura importante. Il tecnico di Fossano per tanti era una minestra riscaldata. Oggi, invece, è un eroe.Moriero, leccezionale.it

Tutto il contrario di tutto, sempre e comunque… E quando nell’articolo di ieri abbiamo scritto che la vittoria è anche di Francesco Moriero è perché riteniamo che lo meriti veramente. Il tecnico leccese ha pagato il troppo amore per la sua città, per la sua maglia. L’ex golden boy del calcio giallorosso ha accettato di sedersi su una panchina scottante con 21 elementi nuovi ed oltretutto è stato anche sfortunato, basti pensare alla gara di esordio o al fattore Curva Nord di cui ha dovuto fare a meno per i motivi noti al mondo. Ha pagato lui per tutti. Oggi, conoscendolo, non è certo arrabbiato ma gioisce e spera di vedere il suo Lecce lassù, nell’Olimpo del calcio. Eppure gli hanno detto di tutto e di più.

Noi continuiamo a pensare e scrivere che questo Lecce sia composto da buoni calciatori i quali, una volta diventati gruppo vero, hanno formato una grande squadra guidata da un condottiero speciale; detto ciò, anche se resteranno in Lega Pro per un motivo “X”, il nostro pensiero sarà immutabile. Perché il calcio è così, è un gioco in cui la fa da padrona una palla rotonda che può girare ovunque ed a volte può farlo senza alcun controllo.

La squadra leccese ieri è apparsa più solida del solito e difficilmente non raggiungerà la serie B; dalla porta o dalla finestra, l’undici giallorosso approderà nella serie cadetta.

Ora ci vuole il doppio della pazienza avuta fino a ieri. Domenica l’altra, all’ombra della Torre pendente, il Lecce tenterà l’ennesima impresa e Franco Lerda saprà certamente motivare i suoi ragazzi come in pochi sanno fare… poi, si vedrà.

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