icona premio Oscar e pellicolaLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il premio Oscar mancava per l’Italia da 15 anni. Un Oscar da alcuni inteso come occasione di risveglio dell’italica coscienza e dell’orgoglio tricolore. Un Oscar alla Grande bellezza narrata dal regista Paolo Sorrentino che sbuca da ogni angolo di Roma, degna capitale di quel Bel Paese per antonomasia che è diventata l’Italia. Eppure, paradossalmente, ecco che per altri rischia di diventare l’Oscar della discordia tra opposte “scuole di pensiero“, denigratori ed assoluti entusiasti.

Già, ecco l’Italia di oggi, quella più vera, quella che racconta ed ostenta i “nuovi mostri” di questa società, mentre “vecchi fantasmi” si aggirano nella memoria collettiva di una grandezza culturale che ormai non c’è più, quella sempre pronta ad accapigliarsi anche sulla critica (preconcetta o a giusta ragione che sia) attorno ad un film che ha visto la decadenza del nostro Paese riuscire ad ammaliare l’altrettanto controverso jet set di Hollywood e ricevere la prestigiosa statuetta per la quale qualunque attore o cineasta donerebbe una parte di sé pur di annoverarla nel proprio palmares.

In Italia si crea un clima da stadio su qualsiasi vicenda, sia essa pur minima o di risonanza mondiale; si arriva a vivere quel particolare accadimento o da portabandiera di una visione dei fatti o da sostenitori di quella diametralmente opposta. Siamo fatti così. Non è certo una novità. Si potrebbe disquisire fino alla noia sulla reale bellezza della pellicola, sulla scelta (comunque premiata dagli ascolti) sbagliata o meno di trasmetterla in prima serata su Canale 5 (8.861.000 telespettatori, share 36,11%), se faccia troppi richiami alle visioni oniriche dei film di Federico Fellini ed alla visione stereotipata del nostro Paese oltre confine oppure se la “massa” degli italiani abbia o meno i requisiti minimi… di sistema per poterne capire il senso ed il messaggio, a patto che ve ne siano da cogliere.

La Grande bellezza castDa una parte, ci sono i cultori della “settima arte” che osannano il film e lo reputano tutto sommato degno dell’Oscar; dall’altra ecco schierarsi pletore di denigratori e spettatori delusi dopo averlo visto (gratis…) in tv. Ma se non fosse stato trasmesso ieri in televisione, in prima serata, senza dover sborsare un solo euro per andare in un cinema, ci chiediamo: quanti tra gli auto-accreditati critici avevano scelto di andare a vedere La Grande Bellezza sul grande schermo già all’epoca della sua uscita? E’ superfluo ribadire che, ça va sans dire, non è una discriminante essersi recati o meno in un cinema per poter esprimere un giudizio. Ma ci resta questa curiosità meramente giornalistica.

locandina La vita è bellaGli incassi ai botteghini parlano di poco più di 7 milioni di euro incassati in Italia, a fronte di un budget per la realizzazione del film in oltre 9 milioni di euro, grazie anche al contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ed al sostegno del Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Lazio. In Italia, La Grande bellezza, nel computo degli incassi della stagione 2012/2013, si è piazzato al 28° posto. Ovvio che l’eco sollevata dalla vittoria dell’Oscar poteva invogliare altri curiosi ad andare a vederlo in una sala cinematografica, ma la programmazione in chiaro decisa da Mediaset sulla sua rete ammiraglia ha precluso magari la possibilità di portare altro denaro nelle casse della produzione.

Di sicuro resta il dato che la statuetta arriva dopo 15 anni dal più recente trionfo: quello del grande Roberto Benigni con “La vita è bella”, il capolavoro che si aggiudicò ben 3 Academy Awards e incassi da capogiro, ma anche critiche come tradizione vuole. E’ tuttavia impossibile paragonare il successo de La Grande bellezza a quello ottenuto dal film dell’attore e regista fiorentino che si è guadagnato il primato di pellicola italiana col maggior incasso di sempre: 229 milioni di dollari, oltre al premio più importante, impossibile da incarnare da alcun premio: il trasmettere un’emozione allo spettatore.

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