Fresco dell’acquisizione di WhatsApp, Facebook saluta il suo servizio di posta elettronica e punta sui messaggi. Il social network ha deciso di chiudere il servizio che assegnava agli iscritti un indirizzo di posta “@facebook.com”, lanciato tre anni fa, perché poco utilizzato.  Le mail inviate a quegli indirizzi verranno inoltrate all’indirizzo di posta elettronica con cui ci si è iscritti alla piattaforma, automatismo che potrebbe scatenare nuove proteste sulla privacy.

Secondo quanto affermato da un portavoce di Facebook alla BBC, la funzione “inoltro” potrebbe comunque essere disabilitata, proprio per evitare una nuova ondata di denunce e cause in nome della protezione dei dati personali.

Nel 2012 Facebook sostituì l’indirizzo di posta elettronica personale con uno assegnato dalla piattaforma stessa. Anche in quel caso in molti si lamentarono. Ora si ritorna all’origine e sembra che anche in questo caso i problemi non siano pochi.

telegramIntanto, dopo il black-out durato 4 ore di qualche giorno fa e che ha mandato in tilt la pazienza di milioni di iscritti, altrettanti utenti di WhatsApp stanno migrando su un’altra applicazione: Telegram, chat super-sicura dove i messaggi si autodistruggono. L’applicazione è open source ed è la nuova creatura dei fratelli Nikolai e Pavel Durov, già fondatori del più popolare social network russo, Vkontakte. Telegram funziona come WhatsApp, solo che i messaggi sono criptati: un vantaggio che risponde ai malumori di milioni di utenti in seguito all’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook, preoccupati per questioni di privacy.

La fuga verso l’app del momento è cominciata nel weekend quando il popolarissimo programma di messaggistica è andato in tilt per quattro lunghissime ore: un’eternità che ha costretto gli utenti a cercare soluzioni alternative.

Inoltre, Telegram offre agli utenti la possibilità di conversare in sicurezza: i messaggi sono infatti criptati, ed è basato su tecnologia cloud, quindi consultabile da più dispositivi, compresi i pc. Ma il vero punto di forza sta nel fatto che sia gratis, mentre WhatsApp costa 89 centesimi di euro.

Foto: fonte web.

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