LECCE – Il Jazz: sublime astrazione, malia esistenziale per chi ne è posseduto. Luca Tondena: un artista magro, quasi alto, sapientemente allacciato ad un sax tenore, illuminato dalla tenacia e dalla passione per la musica. “Pomodoro Hunters”: il suo ultimo lavoro fatto di moti avvolgenti, ispirato alle tenerezze ed alle gioie suscitate dai suoi nipoti e finemente compiuto grazie alla complicità di Ramiro Rosa alla batteria, Kandinsky Wassylli al basso (Alejandro Granados lo ha sostituito solo in studio di registrazione) ed Alvar Monfort alla tromba.
Questa triade così argomentata non è un modo strategico per truffare la curiosità dell’ascoltatore, ma una maniera sintetica per arrivare alla polpa del progetto “Pomodoro Hunters” che contiene in sé la giusta mistura di tecnica ed ermeneutica emozionale, dischiusa ineditamente dal suo padre fondatore, Luca Tondena per l’appunto.
Il musicista salentino inizia la sua carriera musicale suonando il flauto al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce nel 1994, poi prende la strada per Perugia, arriva a la Taller de Musics a Barcellona, avverte un’attrazione irrefrenabile per il sassofono ed incomincia a seguire delle lezioni alla Badalona; fonda quindi la Amadeus Music Academy, dove dirige il Dipartimento di jazz (http://academiaamadeus.blogspot.it), continua a suonare con fervore senza mai perdere occasione di misurarsi amichevolmente in diversi Festival Jazz nei quali viene spesso selezionato come finalista.
Ma il ragazzo di studiare non ne ha mai abbastanza e così decide di iscriversi nuovamente al Conservatorio Liceu (Barcellona) dove, nello scorso 2013, si diploma con il massimo dei voti.
Ogni tanto chiama gli amici che ha nel Salento per far sapere loro che va tutto bene; Tondena è un leveranese doc perché lui è una persona che, quando torna a casa, dà soddisfazione: il suo dialetto non subisce mai variazioni, la ricotta forte rimane una delle sue evasioni preferite, il fruttone a colazione gli dona piaceri visibilmente intensi e, soprattutto, ad un certo punto della sua permanenza in queste zone, manifesta serie difficoltà a nascondere l’esigenza di risalire velocemente verso la Spagna, dove vive, suona, insegna, compone e… sorride.
Se non avete ancora sentito parlare di questo nuovo disco o non ne avete ancora fatto l’esperienza di ascolto, (in Italia, perlomeno) è perché quest’artista illuminato, magro, quasi alto, è anche eccessivamente discreto; lui vive e “sfiata” preminentemente a Barcellona da diversi anni ormai, dove è assai conosciuto quale apprezzato musicista jazz e dove, con la sua band in mutevoli formazioni (duo, quartetto, quintetto e sestetto), visita e riempie molti club in tante località della Catalogna.
http://lucatondenatrio.blogspot.it