LECCE (di Massimiliano Cassone) – Nell’articolo sulla gara che domenica il Lecce ha pareggiato a Catanzaro, ho scritto che l’espulsione (con cartellino rosso diretto) assegnata a Romeo Papini per un fallo tattico a centrocampo sul calciatore Germinale, era apparsa molto discutibile.
Riguardando le immagini televisive, quell’impressione si è rafforzata e quella decisione, da molto discutibile, è diventata per me alquanto esagerata. È ovvio che tutto sia opinabile ma il fallo, ripeto, tattico del centrocampista giallorosso è stato giudicato “un atto di violenza verso l’avversario che non aveva nemmeno la possibilità di giocare il pallone”. Il Giudice Sportivo ha fermato l’interdittore giallorosso per due giornate.
Ho come l’impressione che intorno all’U.S.Lecce tutto si amplifichi e, sinceramente, in questa stagione (come nemmeno in quella scorsa) non ricordo un arbitraggio a favore dei giallorossi che abbia bilanciato i torti subiti.
Queste due giornate di squalifica sono una vera e propria beffa per la società di Piazza Mazzini e per il proprio tesserato; al momento, non sappiamo se la società presenterà ricorso o meno ma, a ben pensare, nemmeno il dossier presentato dall’avvocato Sticchi Damiani per i noti fatti e le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Marcus Diniz nel dopo-gara di Frosinone ha poi sortito alcun effetto.
Volendo essere speranzosi ed in buona fede, tutti ripetiamo sempre che, nel bene e nel male, al termine di ogni campionato le decisioni arbitrali si compensano, però, se ci fermiamo a riflettere, notiamo come i piatti della bilancia su cui si posano le scelte dei direttori di gara pendano dalla parte dei torti per i giallorossi e c’è invece ben poca roba su quello delle “sviste” a favore.
Non è un volersi lamentare o un voler credere che ci sia malafede… Lungi da me… Lungi da noi… Però, volendo essere un pizzico malizioso, in modo spontaneo (e quindi sono scusabile) penso che i diritti televisivi di un Lecce ai play-off siano molto più appetibili, o almeno molto più vendibili di quelli di altre società; ma questo non centra nulla con gli arbitraggi, è ovvio… È solo il pensiero di uno a cui la decisione del signor Rapuano della sezione di Rimini era apparsa subito esagerata.