
LECCE (di Gabriele De Pandis) – Il centrocampo è il cuore e la stanza dei bottoni di una squadra; è il motore che porta avanti le partite e trasforma le azioni da difensive a offensive. Ogni linea mediana che si rispetti deve avere il giusto bilanciamento tra elementi concreti deputati a “far legna” e direttori d’orchestra dai piedi educati capaci di far suonare all’unisono tutti gli strumenti della squadra. Nella zona mediana del campo, reparto dove spesso la posta in gioco è alta e l’errore spacca-partita è dietro l’angolo, serve spesso quell’intuizione, quella giocata incredibile che solo un calciatore eclettico, geniale e sregolato è capace di sfoggiare.
Il bisogno di questi calciatori si sente maggiormente a livello giovanile, settore dove molti tecnici impongono sempre più i loro dettami tattici bastati sulla corsa e sulla fisicità, trascurando l’aspetto importante di quel fondo d’irrazionalità sportiva che spesso risolve molte partite, specialmente se difficili. Oggi vi parliamo di Luca Guadalupi che, senza ombra di dubbio, è il metronomo della Berretti giallorossa.
Il 2013 di “Guada”– La peculiarità del centrocampo della formazione di Pedro Pablo Pasculli è di non avere una vera e propria batteria di mediani “puri”; su questa mancanza però il tecnico argentino ha saputo costruire un esperimento innovativo di centrocampo, fatto di un trio di elementi con i piedi buoni che a turno eseguono i compiti difensivi. L’elemento “genio e imprevedibilità” del centrocampo giallorosso è senza dubbio Luca Guadalupi, nato a Brindisi il 30 aprile 1996. Il ragazzo, scherzoso e sempre pronto alla battuta anche fuori dal campo, si presenta così ai tifosi: “Sono un metodista di centrocampo e mi piace giocare nei moduli che gli allenatori Lerda e Pasculli sono soliti ad usare, il 4-2-3-1, il 4-3-3 ed il 4-4-2”. Il suo 2013 è stato un anno da incorniciare anche per le convocazioni in maglia Azzurra, sia nell’Under 19 in ottobre che nell’Under 18 in dicembre: “La nazionale è sempre una bella esperienza che spero di ripetere il più possibile”.

A scuola dai grandi– Il fantasista salentino è tra gli elementi della Berretti che Franco Lerda chiama spesso negli allenamenti in prima squadra: “Sono contento della regolarità delle presenze in allenamento con la prima squadra. Da chi sto imparando di più? Senza dubbio Martinez è un leader: se ti alleni male, viene nello spogliatoio per strigliarti, dall’altra parte però, se ti alleni bene, è il primo a spronarti e a farti i complimenti”. In prima squadra Guadalupi ha un maestro illustre per le giocate di centrocampo: “Il calciatore che mi impressiona di più è Bogliacino, fortissimo!”
Piedi buoni in casa– Luca Guadalupi, autore anche di due gol in campionato “Berretti” contro Foggia e Melfi, s’ispira al migliore metodista di centrocampo italiano in attività: “Il mio modello è senza dubbio Andrea Pirlo”.
I piedi buoni a centrocampo sono un marchio di fabbrica della famiglia Guadalupi: infatti, Luca è il fratello minore di Mirko Guadalupi, trequartista classe 1987, ora al Messina, capace di vantare un’esperienza in Serie B con l’Ancona finita troppo presto a causa di un brutto infortunio che ne ha pregiudicato il resto della carriera, spesa nell’ordine tra Viareggio, Pavia, Brindisi e Cosenza prima del trasferimento sulla sponda siciliana dello Stretto.
Il “furetto” del centrocampo giallorosso, alto 172 centimetri, non sembra avere la stessa genialità palla al piede tra i banchi di scuola: “Spero di finire la scuola, tutta la vita!”, sorvola il ragazzo con un sorriso ben stampato sul viso, con quell’espressione di chi è tanto fiero e sicuro dei propri mezzi che, affiancati al sudore del lavoro quotidiano sui campi con i mister Lerda e Pasculli, accompagneranno probabilmente “Guada” verso tante battaglie tra i cerchi di centrocampo di terreni di gioco sempre più nobili.