LECCE (di Massimiliano Cassone) – Quando c’è qualcosa che non va bisogna dirlo. Quando ci sono dei problemi bisogna affrontarli e oggi a mente lucida poco importa trovare soltanto dei colpevoli, qui urge una soluzione. Basta con il buonismo esasperato e con la diplomazia che aiuta ad essere considerati più educati. Ha ragione capitan Miccoli quando afferma senza mezzi termini che non ci sta a farsi prendere per “culo”. E già il Romario del Salento non le manda di certo a dire ed usa proprio il termine che abbiamo scritto che rende più l’idea, e noi non ci teniamo, a questo punto, a rendere la frase più “potabile” sostituendo con “in giro” il termine “culo”; siamo stanchi tutti di dover assistere a queste storpiature di atteggiamenti nei confronti dell’U.S. Lecce.
Lega Pro, il “pro” significa professionismo, almeno così ci è stato insegnato, ma qui di professionismo c’è ben poco. Tra l’arbitro di ieri e l’essere professionista c’è un “Abisso”.
Deve far riflettere il dopo partita molto caldo per le dichiarazioni di Lerda, che alza la voce e lo fa con eleganza e decisione, perché è arrabbiato. Dopo di lui arriva Diniz, un ragazzo corretto ed onesto che, deluso, giurando su sua madre, racconta di aver ascoltato una frase che merita da sola l’apertura di un fascicolo d’indagine, e speriamo che i signori del “Palazzo” decidano di farlo, almeno per tentare di dare credibilità a questo campionato. Poi è toccato a Miccoli e quello che ha detto non ha bisogno di traduzione.
Assolutamente non vogliamo pensare ad alcun tipo di malafede da parte di nessuno, però il Lecce ieri ha subito l’ennesimo danno. La squadra salentina, seppur lontana, era in piena corsa per il primo posto. Questo stop imposto da errori macroscopici costerà caro sull’autonomia dell’intero campionato e non ce ne voglia l’ex Stellone se, a nostro modesto parere, lui ha visto tutt’altra gara.
Ma forse i play-off con il Lecce sono più appetibili a livello televisivo, questo almeno per chi gestirà l’evento “spareggi”, noi amiamo chiamarli così perché siamo all’antica; arrivati al termine del campionato, quel mini torneo sarà gestito totalmente dalla Lega Pro e gli introiti finiranno tutti nelle tasche del “Palazzo”. Oppure immaginare la grande riforma della Lega Pro, presentandola con un grande nome come il Lecce sarebbe molto più affascinante. Per qualcuno forse potrebbe essere così, per noi no.
Per i leccesi non può essere così e non può finire così. Il Lecce deve lasciare questa categoria dove tutto è di serie C, anche i regolamenti imposti e perderà credibilità anche “Integrity Tour” se dopo le dichiarazioni di Diniz non verrà aperta un’indagine.
Una cosa è certa, i Tesoro a questo punto devono alzare la voce. Ripetiamo che bisogna partire da quello che ha detto Diniz e denunciare. Se è vero ciò che ha detto il brasiliano, allora bisognerà pensare alla malafede e all’annullamento di una gara (Frosinone-Lecce di ieri) che non concilia con i valori sani dello sport.
Il Procuratore Federale Stefano Palazzi dovrebbe scandalizzarsi per quello che Lerda, Miccoli e Diniz hanno detto ed indagare… Chissà che questa volta la giustizia non si vesta di giallorosso.