LECCE (di Massimiliano Cassone) – Il falò delle ipocrisie continua a bruciare alto e lascia nell’aria non fumo ma detriti di banalità. Il Lecce, questa domenica, potrà soltanto guardare gli altri avversari giocare perché, con una decisione sorprendente (ma di questi tempi non ci dobbiamo più meravigliare di nulla), per motivi di ordine pubblico è stata rinviata a data da destinarsi Nocerina-Lecce e, per le stesse ragioni, hanno ordinato che si giochi fuori dal territorio della Campania il derby Paganese-Nocerina del prossimo 1 dicembre (anche se oramai si tratta di notizie vecchie di giorni).
“E qui – mia nonna avrebbe detto – casca l’asino”; mia nonna però, io no… Io provo a tentare di capire qualcosa senza dire nulla ma non riesco a trovare giustificazioni all’ennesima decisione figlia dell’improvvisazione di chi vuole solo reprimere e non prevenire il fenomeno “violenza negli stadi”.
Mi chiedo, però, cosa cambi giocare domenica 24 novembre o in altra data. Poi continuo a chiedermi se Paganese-Nocerina si giocherà su un campo neutro, non si sarebbe potuto giocare anche Nocerina-Lecce lontani da Nocera Inferiore? Perché danneggiare in modo grossolano, ancora una volta, l’U.S. Lecce?
Perché, fermandone la corsa ora e costringendo a giocare in altra data, con annessi e connessi, squalifiche e diffide di calciatori (vedi Diniz, W. Lopez) con cui fare i conti, al Lecce si provoca un gran danno. E non si può fare nulla, perché il Prefetto decide, punto. Non esistono ricorsi o concertazioni.
Ieri poi è rimbalzata sul web la notizia che le due società, sia quella salentina che quella campana, avrebbero individuato e comunicato alla Lega Pro la data in cui potrebbero o vorrebbero giocare: il 18 dicembre che è un mercoledì. Manca l’ufficialità che sarà data soltanto quando il Prefetto di Salerno darà il proprio benestare, stabilendo eventuali modalità alternative di svolgimento (porte chiuse, campo neutro o stop agli ospiti).
È un vero peccato per il club di Piazza Mazzini dover fare i conti con tanta approssimazione ed è veramente ingiusto questo teatrino.
Siamo, dobbiamo sempre ripeterlo e ricordarlo bene, contro ogni forma di violenza, lo sport è spettacolo, il calcio è sport e non può essere null’altro se non questo ma, così, questo calcio cosiddetto “moderno“verrà sepolto sotto un cumulo di carte bollate da cui sarà tirato fuori solo per consegnarlo alle tv e al dio denaro, come sempre. Del calcio antico è rimasto ben poco.
Cosa cambia giocare il 24 novembre o il 18 dicembre? Non si sarebbe potuto giocare a porte chiuse anche domani? E poi, una volta “daspati” tutti i Leccesi dopo Pagani ed i “molossi” (tutti con tessera del tifoso) fermati dopo Salerno, qual era la paura del Prefetto? Ma queste sono domande difficili a cui nessuno mai darà risposta… Peccato, è stata persa l’ennesima occasione per dimostrare che è meglio curare che “amputare”.
Io personalmente non deciderò mai di “estirparmi” il cuore dal petto, da vivo, per evitare che un giorno possa colpirmi un infarto…
Si fermi il calcio, si riuniscano i Palazzi, si parlino i “signori” non su come distruggere ma su come curare uno sport malato che rischia di morire.