LECCE (di Massimiliano Cassone) – Temperatura quasi estiva al “Via del Mare”, 25 gradi di scirocco a scaldare il manto erboso dello stadio come sempre in condizioni non ottimali. Parafrasando Giuliano Sangiorgi questo è un incontro nel “segno di un’estate che vorrei… potesse non finire mai”. Dovrebbe invece finire la crisi del Lecce che si ritrova a soli 4 punti in compagnia dei rivali odierni a fare la muffa nei bassifondi del girone B del campionato di Lega Pro. E basta poco  per scacciare via i fantasmi, basta vincere ancora, dopo la Paganese oggi c’è il Gubbio. Vincere anche senza convincere, perché i 3 punti sono l’unica medicina per chi soffre di nostalgia e malinconia per quello che era il calcio a Lecce e per quello che purtroppo è oggi.

Gli eugubini arrivano nella città del barocco incerottati, senza gli infortunati Radi, Giuliacci, Luparini, Briganti, Sandomenico e Caccavallo, con Malaccari, Pisseri e Baccolo non al meglio.

Sul versante salentino, l’infermeria finora sempre affollata inizia a svuotarsi (tranne Miccoli, Bellazzini e Rullo) e l’allenatore giallorosso ha l’imbarazzo della scelta ma decide di schierare la squadra con il solido 3-5-2: Perucchini in porta, Diniz, Martinez e Vinetot a formare la linea difensiva; Salvi, Sacilotto e Amodio a ringhiare rompere e costruire, con D’Ambrosio a destra e W.Lopez a sinistra a completare il centrocampo con Doumbia e Beretta in attacco.

Bucchi oppone un 4-3-3 anomalo che in corso d’opera può diventare all’occorrenza un 4-4-2, con Malaccari che potrebbe arretrare a centrocampo; Pisseri; Bartolucci a destra, Tartaglia e Ferrari centrali, Giallombardo a sinistra; Moroni, Boisfer, Baccolo a centrocampo; Malaccari terzo d’attacco a destra con  Longobardi al centro e Di Francesco a sinistra.

La partita inizia con il Gubbio che proiettato in avanti potrebbe al 1’ passare in vantaggio con Moroni che però calcia impatta male e il pallone finisce altissimo sopra la traversa. Un minuto dopo Bartolucci su un tiro cross, che sembrava destinato a terminare fuori dal campo, colpisce l’esterno della traversa della porta difesa da Perucchini. La squadra umbra pigia forte sull’acceleratore, ma il Lecce dopo due minuti di confusione cerca di mettere ordine alle proprie idee e tenta di fraseggiare a centrocampo cercando la profondità. Il ritmo è intenso e gli eugubini ci tengono a far capire che non sono giunti nel Salento in vacanza. Al 18’ è W. Lopez a tentare la conclusione dai 30 metri ma la sfera finisce fuori dallo specchio della porta. Un minuto dopo D’Ambrosio “vince” il primo cartellino giallo per un fallo a centrocampo su Giallombardo. Buona la prova dell’esterno uruguagio del Lecce che cinque minuti dopo è il protagonista del vantaggio giallorosso; al 23’ Bartolucci lo atterra in area e l’arbitro non ha dubbi, è calcio di rigore e ammonizione. Lo stesso Lopez dal dischetto calcia sul portiere e sulla ribattuta riprende e gonfia la rete portando in vantaggio i giallorossi.

Il Lecce vola sulle ali dell’entusiasmo ed al 27’ potrebbe raddoppiare sull’asse Beretta-D’Ambrosio: l’ex Milan serve il compagno che, dall’esterno, ricambia il favore ma Beretta riesce solo a sparare a lato la sfera.

È un buon Lecce ed al 30’ Sacilotto da centrocampo tenta il colpo della domenica, carica la bomba e la palla accarezza la traversa. Il calcio però è strano ed al 39’ su una confusa azione in area giallorossa Salvi tocca con un braccio con l’arbitro che concede il giusto calcio di rigore ammonendo il leccese; Ferrari realizza e riporta in parità le sorti dell’incontro.

Non succede più nulla di rilevante fino al 45’ e, dopo 2 minuti di recupero, l’arbitro manda tutti a rifocillarsi negli spogliatoi.

Quello che lascia spazio a pensieri multicolori è vedere come una squadra del blasone del Lecce si metta d’impegno a concedere un rigore come quello che oggi ha regalato agli umbri. Quel pallone sarebbe dovuto finire in tribuna, bisognava liberare e non farlo danzare come una scheggia impazzita per tanto tempo nei pressi dell’area. I limiti tecnici, a volte, uniti alla paura di sbagliare, inducono all’errore. La difesa del Lecce ha peccato per l’ennesima volta di un’ingenuità che a questo punto possiamo chiamare “cronica”.

Ad inizio del secondo tempo, Lerda manda in campo Papini al posto di Sacilotto, mentre nel Gubbio non si registra alcun cambio.

Partono bene i padroni di casa che provano subito a riversarsi nella metà campo avversaria.

Al 52’ Baccolo attera ai 25 metri Beretta ed è calcio di punizione che batte W. Lopez ma il tiro è una semplice telefonata per Pisseri. I padroni di casa fraseggiano sull’asse di sinistra con Doumbia che apre varchi per W. Lopez che si inserisce bene cercando il cross in mezzo con regolarità e al 54’ su una di queste azioni Amodio di testa manda di poco a lato. Un minuto dopo stesso copione e Beretta manca il gol per pochissimo.

Al 57’ Zigoni prende il posto di Doumbia. Al 59’ ammonito Ferrari per un fallo al limite dell’area su Beretta autore di una bella giocata; la punizione la calcia W. Lopez e Pisseri compie un grande intervento sventando il pericolo. Il Gubbio però è vivo ed al 64’ si rende pericoloso su punizione dai 30 metri ma Perucchini blocca in due tempi il tiro di Baccolo. Il Lecce desidera la vittoria e  al 71’ si affida a Bogliacino che prende il posto di Salvi. Bucchi risponde a Lerda mandando in campo Domini per rinforzare il centrocampo al posto dello stanchissimo Moroni.

La partita vive una fase di apatia con le due squadre che vorrebbero offendere ma si ritrovano a fare a sportellate a centrocampo senza concludere nulla di importante. Il Lecce prova a risvegliarsi dal torpore al 79’ con Bogliacino che mette in mezzo una palla con il contagiri ma da due passi, di testa, Papini manda alto.

Tre minuti dopo, Bucchi prova la carta Cocuzza ed effettua l’ultimo cambio a disposizione richiamando in panchina Longobardi.

L’incontro si avvia quindi al termine dopo tre minuti di recupero e consegnando la consapevolezza che il pareggio è giusto e che al Lecce manca quell’attaccante in grado di cambiare la storia di questo torneo. Intanto al Via del Mare si registra il record negativo di presenze in campionato: 3552.

TABELLINO

Lecce (3-5-2): Perucchini; Vinetot, Martinez (cap.), Diniz; D’Ambrosio, Salvi (71’ Bogliacino), Sacilotto (46’ Papini), Amodio, W. Lopez; Doumbia (57’ Zigoni), Beretta. IN PANCHINA: Bleve, Bencivenga, Papini, Parfait, Bogliacino, Sales, Zigoni. All.: Lerda

GUBBIO (4-3-3) Pisseri; Bartolucci, Tartaglia, Ferrari, Giallombardo; Moroni(74’ Domini), Boisfer (cap.), Baccolo; Malaccari, Longobardi (82’ Cocuzza), Di Francesco (62’ Falconieri). IN PANCHINA: Cacchioli, Laezza, Procacci, Domini, Cocuzza, Russo, Falconieri. All.: Bucchi.

Arbitro: Marco Serra della sez. di Torino

Assistenti: Gianluca Mertino sez.Torre Annunziata e Genny Sbrescia sez. Castellammare di Stabia;

Ammoniti: al 19’ D’Ambrosio (L), 23’ Bartolucci (G), al 39’ Salvi (L)

Marcatori: 23’ W. Lopez (L), 39’ Ferrari (G) rig.

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